20 giugno 2008
La radio cattolica al servizio della Parola (Osservatore Romano)
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I lavori del congresso organizzato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
La radio cattolica al servizio della Parola
È giunto alla seconda giornata di lavoro il congresso per le radio cattoliche che, promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, è in corso in questi giorni a Roma presso l'Urbaniana. Questa mattina, venerdì 20, prima che si recassero all'incontro con il Papa, i congressisti avevano potuto riflettere su alcuni criteri di ecclesialità necessari a porre in essere una strategia efficace per sviluppare, negli operatori delle radio cattoliche, la consapevolezza di essere comunque "voce della Chiesa". Il compito è stato affidat0 a padre Giertych Wojciech, o.p., predicatore della Casa Pontificia, il quale si è rifatto alla grande tradizione oratoria dei Domenicani.
La giornata congressuale d'apertura, giovedì 19, era stata incentrata sulla relazione dell'arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale ha svolto un'approfondita e apprezzata analisi sul ruolo della radio al servizio della Parola. Della radio cattolica monsignor Amato ha offerto un'immagine originale forse, ma estremamente significativa e rispondente all'attualità, paragonando il microfono ad un ambone, "un moderno pulpito della Parola di Dio - ha detto - posto al centro di un'ancora più grandiosa basilica, quella della comunità umana che raggiunge". E se dai tempi più antichi i fedeli rivolgevano verso l'ambone lo sguardo attento, oggi "a questo moderno pulpito, invisibile ma presente e vivo nella realtà, essi rivolgono l'orecchio per ascoltare le meraviglie che Dio ha compiuto e compie nella storia dell'umanità".
In realtà "assediati da una cultura debole e relativistica - è il cuore dell'intervento di monsignor Amato - con la radio possiamo servire la verità di Dio, facendo luce sull'avventura umana dei fratelli nella fede e facilitare la ricezione del magistero".
Quasi ad avvalorare la tesi esposta dall'arcivescovo, il professor Francesco Cassetti, del Dipartimento di scienze della comunicazione e dello spettacolo dell'università cattolica di Milano, autore dell'intervento successivo, ha messo in particolare rilievo "il ritorno della voce" come caratteristica della società attuale. In questo contesto, ha detto, la radio si trova a ricoprire un ruolo di primo piano per due motivi. Il primo è di natura tecnologica. La radio è un medium flessibile: è oggi più leggera, costa meno del televisore, mostra una grande semplicità d'uso, non richiede esclusività perché può essere ascoltata anche se si fanno altre cose, oltre a essere ricevuta su apparecchi tradizionali oggi la si può ricevere via computer, sugli i-pod, sui telefonini. Dunque si dimostra un mezzo vincente dal punto di vista tecnologico.
Il secondo motivo è di ordine culturale. Quattro, secondo Cassetti, le caratteristiche fondanti. Innanzitutto si tratta di un mezzo pervasivo e non localizzato: la voce, ha spiegato il relatore, non è come l'immagine chiusa nello schermo: essa si diffonde, ci circonda, invade lo spazio. Poi si tratta di un medium della relazione e non dell'imposizione. L'immagine, ha spiegato ancora il relatore, tende a sovrastarci, la voce invece sembra interpellarci e chiederci una risposta.
In terzo luogo si presenta come medium dell'interiorità e non dell'esteriorità. Facile intuire che mentre l'immagine implica uno spazio pubblico la voce implica l'intimità, sembra cioè parlare al cuore. Infine la radio è un medium della responsabilità e non della fuga: la voce è strettamente legata a chi parla mentre l'immagine appare prodotta meccanicamente e non richiama necessariamente il legame con l'autore.
Nel pomeriggio i lavori della prima sessione sono proseguiti con una tavola rotonda sul tema "L'identità e la missione delle radio cattoliche nei diversi contesti geografici ed ecclesiali". La discussione si è centrata particolarmente sul cosa significa essere radio cattolica nei diversi contesti: nei Paesi sviluppati, nei Paesi in via di sviluppo, nei Paesi nei quali i cattolici costituiscono una minoranza della popolazione, nei Paesi con forti tradizioni secolari nei quali la maggior parte degli ascoltatori non sono cattolici. Sono intervenuti padre Federico Lombardi e alcuni esperti africani, americani e asiatici.
Nel pomeriggio di venerdì 20 i lavori proseguono con la tavola rotonda incentrata sul tema "Radio cattoliche e società civile". Tra gli interventi da segnalare quello di don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana.
(©L'Osservatore Romano - 21 giugno 2008)
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