21 aprile 2008

La riconoscenza e l'augurio nel terzo anniversario di pontificato (Osservatore Romano)


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La riconoscenza e l'augurio nel terzo anniversario di pontificato

dal nostro inviato Gianluca Biccini

New York, 21. La proclamazione della vita dev'essere il cuore della nuova evangelizzazione. Benedetto XVI inizia il quarto anno del suo Pontificato e nella cattedrale newyorchese di Saint Patrick auspica una nuova pentecoste per l'America chiamando la gerarchia e i cattolici a proteggere il dono della vita e a promuovere una cultura della vita.
Nella mattina di sabato 19 aprile il Papa ha celebrato la messa con sacerdoti, religiosi e religiose dell'arcidiocesi di New York, la prima di un Pontefice nella più grande cattedrale cattolica del continente. Giovanni Paolo II infatti la visitò nel 1979 e nel 1995 ma senza presiedervi l'Eucaristia.
Nella società statunitense la Chiesa appare a molti "istituzione" il cui splendore è stato offuscato dai peccati e dalle debolezze dei suoi membri. Perciò Benedetto XVI ha deciso di festeggiare proprio qui, in questo Paese, l'anniversario della sua elezione. E lo ha fatto ricordando il patrimonio durevole di fede e di opere lasciato da quegli uomini e da quelle donne che hanno saputo essere testimoni di riconciliazione nella libertà e nell'amore. La sfida più urgente è dunque comunicare la gioia attraverso un messaggio di speranza in un mondo in cui egocentrismo, avidità, violenza e cinismo sembrano prevalere.
Dopo aver compiuto in papamobile il percorso dalla sua residenza newyorchese, il Pontefice è giunto alle 9 nel tempio gotico progettato da James Renwick in cui rivivono le architetture di grandi cattedrali europee come quella francese di Reims e quella tedesca di Colonia, particolarmente cara a Joseph Ratzinger. Lo stile del duomo, situato dinanzi al Rockfeller Center, sembra stridere con i modernissimi grattacieli circostanti.

Alle sue forme armoniose e al suo patrimonio artistico Benedetto XVI ha fatto riferimento nell'omelia, in cui ha incoraggiato clero e consacrati a collaborare con i vescovi affinché la Chiesa in America riscopra un rinnovato senso di unità. Ancora un riferimento, dunque, dopo quelli dei giorni scorsi, allo scandalo degli abusi sessuali che impongono ora un tempo di purificazione e di guarigione per ciascuno, per ogni singola diocesi e per ogni comunità religiosa. Nella consapevolezza del danno e del dolore immenso che tali abusi hanno causato alle vittime, alle loro famiglie, ma anche alla Chiesa, quello del Papa è un messaggio di fiducia e un invito a percorrere le vie della guarigione e della riconciliazione.

In questo senso il problema è quello di una formazione robusta e coerente dei candidati al sacerdozio e il Papa nella sua prima Enciclica Deus caritas est - Dio è Amore - ha chiarito bene quali siano le vie o i pericoli nell'educazione all'amore.
È una sfida che la Chiesa statunitense può e deve vincere in conformità con le sue tradizioni più nobili, attraverso l'amicizia verso i poveri, i profughi, gli stranieri, i malati, i sofferenti. Un appello che Benedetto XVI ha voluto rivolgere in particolare ai tanti seminaristi e alle giovani religiose del Paese. Ciascuno di voi - ha detto - ha un posto particolare nel mio cuore. Il modello offerto è quello del venerabile Michael McGivney, sacerdote americano esemplare e fondatore dei cavalieri di Colombo, organizzazione caritativa con un milione e settecentomila membri, tra i quali migliaia di sacerdoti e lo stesso cardinale Egan.
Accolto all'ingresso principale dall'arcivescovo, dal rettore della cattedrale, monsignor Robert T. Ritchie, e dal sindaco di New York, Michael Bloomberg, il Papa ha percorso la navata centrale tra gli applausi degli oltre tremila fedeli che hanno trovato posto all'interno. Tantissimi hanno seguito da fuori attraverso i maxischermi.
All'inizio della messa il cardinale Egan ha rivolto a Benedetto XVI l'indirizzo d'omaggio, seguito dalla proclamazione delle letture - Atti 2, 1-11 e 1 Corinzi 12, 3b-7, 12-13 - e del vangelo di Giovanni 15, 26-27; 16, 12-15.
Dopo l'omelia del Papa e la preghiera eucaristica il cardinale camerlengo di santa romana chiesa, che è il segretario di Stato Tarcisio Bertone, ha rivolto al Papa in spagnolo parole augurali per l'anniversario dell'elezione. Alla preghiera dei fedeli sono state elevate intenzioni nelle lingue akan, coreana, portoghese, tedesca e cinese, intervallate dall'invocazione "ascoltaci o Signore" in inglese, latino e spagnolo. Insieme con Benedetto XVI hanno concelebrato i cardinali Bertone ed Egan, concelebranti principali, e altri dodici porporati statunitensi (Levada, Stafford, George, Mahony, Maida, Rigali, O'Malley, Foley, Di Nardo, Bevilacqua, Keeler e McCarrick) ai quali si è unito il cardinale canadese Ouellet; gli arcivescovi del seguito papale (Filoni, Harvey, Sambi e Migliore) e numerosi presuli di varie diocesi statunitensi, a cominciare da quelle della East Coast di cui ricorre in questi giorni il bicentenario di nascita. L'8 aprile 1808 infatti la sede primaziale di Baltimore fu elevata ad arcidiocesi e dal suo territorio furono scorporate quattro nuove diocesi: New York, Philadelphia, Boston e Louisville.
Infine, prima di impartire la benedizione, il Papa ha improvvisato alcune parole di ringraziamento per gli auguri ricevuti.

Terminata la celebrazione, ha visitato gli studi di "The catholic channel", un canale radiofonico che dall'arcidiocesi di New York trasmette in tutti gli Stati Uniti dal network satellitare Sirius. Qui Benedetto XVI ha registrato un breve messaggio radiofonico in lingua inglese per i cattolici americani: "Ero venuto per confermarvi nella fede, siete voi che avete confermato me" ha detto, estendendo il proprio ringraziamento anche gli operatori della comunicazione che con il loro servizio - ha riconosciuto - "mi aiutano a svolgere il mio compito, che è quello di annunciare il Vangelo". Infine a piedi il Papa si è recato con il suo seguito presso la residenza dell'arcivescovo di New York dove ha pranzato con il porporato, con i suoi ausiliari, i vescovi Dennis J. Sullivan, Josu Iriondo, Dominick John Lagonegro e Gerald T. Walsh, e con alcuni dei cardinali che avevano concelebrato la messa in cattedrale.

(©L'Osservatore Romano - 21-22 aprile 2008)

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