21 aprile 2008
Ratzinger a Ground Zero. Il Golgota del XXI secolo (De Carli)
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il viaggio di ratzinger negli usaRatzinger a Ground Zero. Il Golgota del XXI secolo
«Dio dell'amore , della compassione e della riconciliazione…Dio della pace, porta la tua pace nel nostro mondo violento…Aiutaci a vivere in modo che le vite perdute qui non siano state perdute invano».
Giuseppe De Carli
Dolore , lutto, sofferenza, la guarigione, la richiesta imnaudita della conversione dei terroristi: «Volgi verso il Tuo cammino di amore coloro che hanno il cuore e la mente consumati dall'odio».
Una preghiera ispirata, recitata al punto del «Bed Rock» (la pietra orginaria) di Ground Zero, quella di Benedetto XVI. Il Papa è nel cuore del cratere che ha una profondità di una settantina di metri. Intorno i grattacieli e, a pochi passi, Wall Street e il quartiere della finanza mondiale. Una rampa conduce verso il buco nero della città. È una discesa nell'abisso accompagnata, in una giornata divenuta grigia e fredda, dal lamento del violoncello e dal «rumore del silenzio». Un vero e proprio pellegrinaggio. L'inginocchiatoio, l'accensione del cero, la preghiera del pontefice, l'aspersione del suolo nelle quattro direzioni, la benedizione. Dal Papa i familiari delle vittime, i sopravvissuti, i primi soccorritori, i vigili del fuoco, la protezione civile, la polizia. Le donne, specialmente, madri e vedove che, con abbracci e lacrime, danno sfogo alla loro sofferenza. «O Dio dell'amore, della compassione e della riconciliazione…».
La preghiera composta da Benedetto XVI per le vittime dell'11 settembre 2001, ha la forza di un salmo biblico, di un grido infinito ma non disperato. E la memoria va alla preghiera di Giovanni Paolo II per la Guerra in Iraq, la visita alla Collina delle Croci a Siulai in Lituania, il cupo silenzio dell Memoriale dell'Olocausto a Gerusalemme, le visite ai campi di concentramento nazisti. L'America si è fermata. Incollata alla tv. Un grande Paese che ha scoperto di essere vulnerabile, che col terrorismo non è riuscito ancora a chiudere la partita, che assomma morti a morte ed amplia i suoi cimiteri a Washington; zolle di terra e croci a perdita d'occhio per i suoi giovani eroi caduti in regioni lontane ed ostili, in guerre incomprensibili.
«Il Papa si è sintonizzato sul lato emozionale dell'America. Ha abbracciato il nostro dolore. Ha versato la sua compassione sulle nostre ferite sanguinanti» commenta la giornalista della CBS. «Grazie, Santità, per questo gesto di condivisione. Non lo dimenticheremo mai» dice il presentatore della CNN.
Nell'ultima giornata del Papa a New York lo strappo piu' intenso, drammatico e doloroso. Ground Zero,al mattino, ovvero la memoria e l'abbandono, e il il mitico Yankee Stadium nel pomeriggio. Sessantamila fedeli in festosa mescolanza di razza, lingue, fogge, canti e danze. È il secondo bagno di folla del viaggio. Presenti delegazioni di Boston, Luoisville, New York, Philadelphia che celebrano i duecento anni delle rispettive diocesi. Chiese giovani, se le paragoniamo a quelle europee, continuamente alimentate da ondate successive ed imponenti di emigranti. «Pensiamo - afferma Papa Benedetto - alla fede forte che ha edificato le reti di chiese, di istituzioni educative, di salute e sociali che da tempo sono il marchio distintivo della Chiesa in questa terra». Il Papa parla di «obbedienza della fede» e di «autorità», e della necessità di superare ogni separazione fra fede e vita pubblica, «opponendosi ai falsi vangeli di libertà e felicità». La fede, insomma, non può essere un fatto privato, non la si coltiva solo nei recessi della propria coscienza. La fede trasforma il mondo. «Bisogna respingere - ammonisce Benedetto XVI - la falsa dicotomia fra fede e vita politica, poiché nessuna attività umana, neanche nelle cose temporali, può essere sottratta al dominio di Dio».
E segue la riproposizione delle «immutabili verità, le verità che ci rendono liberi: il rispetto della dignità e dei diritti di ogni uomo, donna e bambino nel mondo, compresi i più indifesi fra gli esseri umani,i bimbi non ancora nati nel grembo materno». In filigrana, la summa del pensiero di Ratzinger sviluppato in terra americana. Dalla "vergogna" provata per tanti preti accusati di pedofilia, al Vangelo della vita, la difesa della famiglia e dei diritti umani fondamentali (il discorso all'ONU) ; la ricostruzione dell'intelligenza cristiana della fede per distinguere il bene dal male, per trovare la via dell'incontro con Gesu'; la fede che va predicata con le opere e la testimonianza , contro i falsi profeti, le religioni che propongono il paradiso quaggiù, la felicità a portata di mano. Una visita apostolica complessa nella sua brevità con un Papa che non ha sbagliato (laicamente parlando) una mossa, ha pianificato una strategia basata sulla dimensione pastorale e sulla provocazione intellettuale. Il compleanno e il terzo anniversario della elezione al pontificato hanno scaldato i cuori e creato attorno al Papa una calda corrente di affetto. Dal presidente Bush ai fedeli del Bronx.
© Copyright Il Tempo, 21 aprile 2008 consultabile online anche qui.
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1 commento:
mi dispiace che in RAI abbiano messo De Carli a far la calza.
Un cieco vede che è per una qustione politica interna all'azienda. Spero che, essendo cambiata l'aria, possa tornare a fare quello che sa fare e con una lunga esperienza.
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