11 settembre 2008

Maria Lucia Baire: "A Cagliari organizzazione perfetta, parola del Santo Padre" (Lenza)


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VISITA PASTORALE DEL PAPA A CAGLIARI (7 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Coordinamento. Maria Lucia Baire prima donna responsabile della visita del Papa

Organizzazione perfetta, parola del Santo Padre

Un grande gioco di squadra premiato dai complimenti del Pontefice
Ingegnere e architetto al servizio della Chiesa, Maria Lucia Baire è l'unica donna ad aver organizzato l'accoglienza del Pontefice.

di STEFANO LENZA

Credente e praticante fin da ragazza, Maria Lucia Baire (46 anni, di Capoterra) è la prima donna cui è stato affidato il coordinamento di una visita del Papa.
Per il suo impegno nelle attività della Chiesa ma anche per le competenze professionali: ingegnere e architetto ha ideato e realizzato il Museo del Duomo e seguito personalmente la logistica del grande evento di fede. Con risultati eccellenti, tanto da ottenere i complimenti di Benedetto XVI

Soddisfatta?

«Sì, per la grande esperienza, umana di chiesa e professionale. Queste sono state le componenti che maggiormente hanno legato tutto il lavoro di coordinamento»

Qualche momento di panico nel giorno più lungo?

«Mai, neanche in tutto il periodo precedente, perché abbiamo operato con tanta serenità. C'è stata sicuramente tensione nella giornata conclusiva, dato il molto lavoro, soprattutto per ridurre i disagi, per venire incontro agli anziani, alle persone che erano lì dal primo mattino».

Quando avete iniziato i preparativi?

«Sei mesi fa e da allora non ci siamo mai fermati. È stato un grande gioco di squadra con tante persone, aumentate di giorno in giorno, cui si sono unite le istituzioni, le parrocchie. Perfino domenica ho visto uomini e donne scendere nelle strade per dare una mano dove serviva. C'è stata una grande partecipazione».

È possibile quantificare le forze in campo?

«Sicuramente migliaia. Da quando abbiamo aperto, qui al Seminario, la segreteria organizzativa, man mano ci si è allargati e ogni sera c'erano centinaia di volontari. Le maestranze, inoltre, hanno fatto qualcosa d'incredibile lavorando sodo, ultimamente tutte le notti, perché tutto fosse pronto, senza tralasciare alcun particolare».

A Cagliari funzionava la centrale operativa ma disponevate di una rete di collaboratori in tutta la Sardegna.

«Indubbiamente. Non solo per le tante prestazioni professionali, e parlo di cose pratiche come le stampe o la fornitura delle attrezzatura, ma anche per il collegamento con le diocesi. Ciascuna aveva un suo referente in collegamento con noi. I vescovi si sono impegnati per far sì che si potesse arrivare a questa giornata di festa. L'imponente partecipazione ha prodotto una grande accoglienza del Santo Padre. Non solo con la presenza fisica dei pellegrini, ma per il fiume di affetto che il Papa ha colto in termini di sentita benevolenza. Anche su questo aspetto avevamo operato con cura».

I fedeli sono stati generosi anche nel contributo alle spese?

«La raccolta dei fondi è avvenuta su diversi fronti. Le istituzioni hanno fatto la loro porta, nella misura in cui potevano, mostrando comunque grande disponibilità. La Regione ha dato un buon sostegno finanziario, il Comune ha garantito diversi servizi, la Provincia ha partecipato e così altri enti. Anche da parte dei fedeli c'è stato un buon impegno, anche nelle piccole cose, come nei regali per il Papa, o nell'offerta di servizi sotto tanti e tanti aspetti».

Possibile stabilire il costo complessivo?

«Non ancora perché la contabilità non è stata chiusa e in questo momento, rischierei di fornire cifre inesatte. Ci sarà un resoconto finale».

Pressioni dai politici per un posto sotto i riflettori?

«Abbiamo seguito il protocollo, seppur in modo leggermente diverso da quello che è il cerimoniale usuale perché sono intervenuti sia il Vaticano che il ministero con il coordinamento da parte della Prefettura e tutti i problemi sono stati risolti».

Chi ha collaborato di più: Comune, Regione o Stato?

«Tutti, in diversa misura e in diversa forma. Penso ad esempio a quanto fatto dalla Protezione Civile e che lo stesso Bertolaso ha voluto verificare personalmente a Cagliari. Altrettanto vale sicuramente per il presidente Soru, il sindaco Floris, il presidente Milia».

La maggiore difficoltà affrontata?

«Non voglio fare retorica, ma sono stati sei mesi bellissimi con un entusiasmo contagioso».

Alla gioia non si è sovrapposto lo stress?

«Mai, anche se ci sono stati momenti un po' faticosi. Non è che abbiamo grossi meriti, la serenità è stata un grande dono»

Quanti fedeli si sono stretti attorno al Santo Padre?

«Noi abbiamo predisposto gli spazi per centomila, tenendo conto delle visite precedenti e delle stime delle parrocchie. Domenica, però, sono state stimate centocinquantamila persone. Nelle prossime ore affineremo il dato».

La gratificazione più bella?

«Appartenere alla Chiesa e aver fatto questa grande esperienza, incontrare il Santo Padre e sapere che si è sentito amato dai sardi»

© Copyright L'Unione Sarda, 9 settembre 2008

Positivo il giudizio sull'organizzazione

Si sfregano le mani in Municipio: la macchina organizzativa ha funzionato perfettamente. Un esito tutt'altro che scontato visto che la città non aveva mai fatto i conti con un evento così grande.

Cagliari ha retto senza problemi all'invasione dei fedeli provenienti da tutta la Sardegna. «Merito di tutti i dipendenti comunali», afferma soddisfatto l'assessore al Personale Giuseppe Farris. Un riconoscimento quasi dovuto visto il ruolo di Farris nell'esecutivo comunale.
Ma l'assessore va al di là delle affermazioni scontate. «L'ottanta per cento dei vigili urbani domenica era sulla strada. Anche quegli agenti che, normalmente, svolgono lavoro di scrivania». E si sono sottoposti a un lavoro massacrante: alcuni, molti di loro, hanno fatto un turno doppio. Uno sforzo immane che, però, ha ottenuto gli effetti sperati: nessun ingorgo, le auto provenienti da tutta l'Isola hanno trovato senza problemi i parcheggi individuati dal Comune. E, nonostante la “zona rossa” fosse particolarmente ampia, i percorsi alternativi hanno permesso agli automobilisti di spostarsi da una parte all'altra della città. Cagliari ha saputo presentare il suo volto migliore.
Promossi, Farris non ha dubbi, i vigili urbani. Ma promossi anche gli altri dipendenti comunali. «Nei giorni antecedenti alla visita del Papa», racconta l'assessore ai Servizi tecnologici Gianni Giagoni, «abbiamo rimosso mille cassonetti o ottocento cestini per i rifiuti. Raccoglitori che sono stati, poi, rimessi a posto immediatamente». Non soltanto: le zone che hanno raccolto migliaia di fedeli, in particolare il viale Diaz e il largo Carlo Felice, sembrano lastricate di bottiglie di plastica e rifiuti di ogni genere immediatamente dopo gli incontri con il Papa. «Appena finiti quei momenti, le squadre hanno provveduto a ripulire le strade».
Un lavoro improbo per le squadre che si sono occupate di far tornare alla normalità la città. «Ovviamente nessuno se ne è reso conto ma, per esempio, per delimitare le varie zone, sono stati piazzati otto chilometri di transenne. Anche queste nel giro di poche ore, sono sparite e il traffico a ripreso a scorrere normalmente». Tutto, dunque, è andato per il meglio. «Abbiamo dimostrato di poter gestire qualunque grande evento», conclude Giagoni. ( mar.co. )

© Copyright L'Unione Sarda, 9 settembre 2008

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