29 settembre 2008

Ad un anno dal motu proprio Summorum Pontificum. Don Tiziano Trenti (Bologna): "La liturgia di San Pio V non intacca il Vaticano II" (Panettiere)


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Su segnalazione di Gemma leggiamo:

Messa tridentina, a un anno dal motu proprio

Benedetto XVI ha agevolato il rito preconciliare

Santa Maria della Pietà

<< La liturgia di San Pio V non intacca il Vaticano II >>.

di giovanni panettiere

E' passato poco più di un anno dalla entrata in vigore - 14 settembre 2007 - del motu propriu Summorum pontificum che liberalizza la messa tridentina di San Pio V, nell'edizione del beato Giovanni XXIII, risalente al 1962. Un documento varato da papa Benedetto XVI con l'intenzione di far rientrare nella chiesa cattolica gli scismatici lefebriani, da sempre ostili alla teologia del Concilio Vaticano II e, a oggi, ben poco inclini a entrare nei ranghi.
A Bologna la chiesa di Santa Maria della Pietà, in via San Vitale, è una delle poche chiese in cui si celebra secondo il rito antico. Ogni domenica pomeriggio, dal novembre scors, alle 18. Con il parroco don Tiziano Trenti, classe 1962, tracciamo un bilancio di questa esperienza liturgica dal sapore antico in pieno centro.

Don Tiziano, come si è giunti ad avere la messa preconciliare alla Pietà?

"Un gruppo di persone di varia provenienza, accomunate dall'amore per la liturgia antica, aveva chiesto all'arcivescovo la disponibilità di una chiesa dove celebrare a norma del motu proprio. Potendo contare sull'aiuto di due confratelli parroci che condividono la mia sensibilità e dal momento che qui alla Pietà, già da tempo, non si celebravano funzioni nel pomeriggio delle domeniche delle feste, non ho avuto difficoltà a venir loro incontro, secondo l'esortazione del Papa e con la benedizione del cardinale Caffarra".

Questi fedeli sono aderenti al movimento tradizionalista Una voce, da più parte accusato di essere collaterale ai lefebvriani?

"Chi mi ha chiesto di celebrare la unzione di San Pio V non era assolutamente legato a Una voce, nè ad altri particolari movimenti organizzati".

Lei, tenendo conto dell'età media del clero locale, è un prete giovane. Da dove deriva il suo amore per la liturgia preconciliare?

"E' vero, data la mia età, posso dire di non aver mai visto una messa tridentina prima del giorno in cui l'ho celebrata io stesso, un anno fa. Forse questo amore è nato già durante i miei studi storici e artistici, quando a ogni passo mi imbattevo in fatti e oggetti incomprensibili senza un riferimento continuo alla liturgia come veniva celebrata da secoli. Poco alla volta, ho scoperto in questa celebrazione un grande tesoro di grazia, spiritualità e conoscenza, cui mi sembrava irragionevole rinunciare del tutto.."

Quante e che tipo di persone partecipano la domenica al vecchio rito?

"Direi che soprattutto dopo l'estate c'è stato un incremento dei partecipanti. Nelle ultime due domeniche più di sessanta persone. Questo, per una parrocchia del centro, non è poco. Alla liturgia partecipano fedeli di ogni tipo e fa piacere vedere una notevole e difficilmente prevedibile presenza di ragazzi e giovani. Già tre ragazzi che partecipavano abitualmente a questa messa sono entrati in vari seminari".

Presiede lei la celebrazione eucaristica?

"Siamo tre sacerdoti, tutti parroci, io in città e gli altri due in provincia, tutti di età tra i 39 e i 50 anni. Ci alterniamo nella celebrazione e nella presenza in confessionale".

Nell'arcidiocesi, ci sono altre chiese in cui si prega secondo il messale di San Pio V?

"In città, per ora, ci sono quelle della Madonna di Galliera dei padri Filippini. Il primo venerdì del mese e in altri giorni feriali, la messa tridentina viene celebrata anche nella chiesa di Stiatico di San Giorgio di Piano".

A livello internazionale, i tradizionalisti lamentano una certa opposizione di preti e vescovi alla messa antica. Soprattutto in Francia e Italia. Anche sotto le Due Torri, ci sono parroci che fanno muro?

"Non ho riscontrato particolari ostilità, anzi, noto un certo interesse da parte di altri preti giovani. Credo che ci sia la consapevolezza che questa messa non si nata, nè si sostenga 'contro' nessuno, nè tantomeno contro il Concilio Vaticano II. E' un servizio reso, con semplicità, a quelle persone che lo desiderano e che, secondo le indicazioni della Santa Sede, ne hanno diritto".

© Copyright Il Resto del Carlino 23 settembre 2008

FAVOREVOLE

Una delle obiezioni alla messa preconciliare è di essere rito del prete e non dell'intero popolo di Dio. "Il sacerdote non è il protagonista, più o meno creativo, perchè ogni suo gesto è regolato. Non è l'interlocutore unico dell'assemblea: insieme agli altri è rivolto verso il Signore", replica don Tiziano Trenti, parroco della chiesa si Santa Maria della Pietà.

CONTRARIO

"Nonostante gli sforzi per dimostrare il contrario, il Papa con il motu proprio sancisce due chiese, due teologie, due ecclesiologie, due cristologie".. E' inaudito che per lo stesso rito latino esistano ora due messali l'un contro l'altro armati: quello del concilio di Trento contro il messale del Vaticano II", attacca padre Benito Fusco dell'Eremo di Ronzano".

© Copyright Il Resto del Carlino 23 settembre 2008

9 commenti:

euge ha detto...

Musica per le mie orecchie!!!!!

Finalmente qualcuno che ha compreso che il rito tridentino non è una minaccia per il Concilio Vaticano II e le sue disposizioni.
Vorrei ancora una volta ricordare, che la celebrazione in lingua latina non è stata mai abolita dal Concilio e che la lingua latina stessa, è tuttora la lingua ufficiale della chiesa.

Luisa ha detto...

Certo per chi il Concilio Vaticano ha segnato l`inizio di una nuova Chiesa ...i due messali si oppongono...consiglio a padre Fusco, innanzitutto di mettere da parte le sue ideologie un istante, potrà sempre riprenderle rapidamente, poi con calma e attenzione di prendere il tempo di rileggersi e il SP e la sua lettera di accompagnamento, se poi resta comunque del suo avviso, gli suggerisco semplicemente di obbedire con umiltà, aprendo il suo cuore ed evitare così di continuare a lacerare la tunica senza cuciture di Cristo.

Luisa ha detto...

Osare poi dire che i due messali sono l`uno contro l`altro lo trovo semplicemente deplorevole !

Due messali che si fanno la guerra... dire ciò è non solo segno di una grande ignoranza, perchè il Messale di Giovanni XXIII non è mai stato abolito, ma anche di un`ideologia che tanto male ha fatto alla Chiesa e continua a farle.

Anonimo ha detto...

tanto il prossimo papa non saprà e non vorrà reggere le pressioni dei media e cancellerà il motu proprio.
ci scommetto quello che volete.
sarà allora che deciderò di lasciare questa chiesa nella quale rimango solo perchè c'è benedetto xvi.

Anonimo ha detto...

Maramao, io sto nella Chiesa perchè Gesù Cristo, è un pochino diverso :)

Cmq se dovessi diventare papa sta tranquillo che è la prima cosa che farò :)))))))))))

euge ha detto...

Complimenti Don Marco!!!!!

CHE CORAGGIO! Devo dedurre da questa sua affermazione che neanche lei è felice per questo Motu Proprio! Non le dispiace vero se preferirei vederla Segretario di Stato e non Papa diciamo ........ fra minimo 100 anni :-))))

euge ha detto...

Per maramao: posso condividere solo in parte il tuo post mi spiego: condivido con te il fatto che nessun Papa dopo Benedetto XVI, reggerà gli attacchi continui interni ed esterni a cui ormai giornalmente, il Nostro Pontefice è sottoposto. Quando dici però che quel giorno infausto lascerai la chiesa beh anch'io a volte faccio questo pensiero perchè in fin dei conti devo proprio a QUESTO PONTEFICE, il mio riavvicinamento non solo alla chiesa ma a Cristo. Qui, devo dare ragione a Don Marco! Nella chiesa non si stà perchè si ha simpatia per un Papa o per l'altro ma, si stà per Cristo e se si ha fede aggiungo io.
Purtroppo, la mia è ancora bella traballante dopo anni in cui non ne volevo sapere di Cristo della Chiesa del Papa e della mia fede soprattutto che, si era persa per strada. Molte volte, penso che cosa sarà di me dopo Benedetto XVI? Chi mi aiuterà a superare quei momenti in cui è difficile aseconda del proprio stato d'animo oppure a seconda delle vicissitudini che la vita ci pone davanti a continuare a pregare? Da ciò che scrivo puoi capire quanto sia per me importante la presenza fattiva di Benedetto XVI quanto mi aiutino le sue parole e la sua vicinanza. Ma, è anche vero che se dopo tanti insegnamenti che il nostro Pontefice stesso ci dona giorno dopo giorno non fossimo capaci di metterli in pratica anche dopo, a che cosa sarebbe valso il suo lavoro e tutto il suo impegno? Sicuramente resterebbe deluso e forse amareggiato. Pensaci maramao se Benedetto per te è così importante non puoi pensare di fare sul serio quello che hai detto cioè uscire dalla Chiesa ed abbandonare Cristo; perchè significherebbe solo questo:
1 Che hai colto solo superficialmente gli insegnamenti di Benedetto XVI
2 Che lui stesso non è stato capace di arrivare a parlare al tuo cuore
3 Che forse hai scambiato Benedetto XVI per un giustiziere pronto a cancellare in men che non si dica, tutto quello che purtroppo, continua ad esserci di sbagliato e di sporco nella chiesa.
Ricordiamoci che la chiesa è fatta di uomini.

Anonimo ha detto...

vorrei dire a maramao che pure io amo tantissimo BENEDETTO XVI al punto di avere terrore al pensiero del giorno in cui Egli cesserà la sua permanenza su questa terra;tuttavia ho fiducia nel Capo invisibile di NOSTRA SANTA MADRE CHIESA e con la illuminaziome dello Spirito Santo sono sicuro che il prossimo Papa,spero tra più di dieci anni, sarà degno del suo predecessore.Il cardinalBagasco potrebbe esserlo sicuramente

Anonimo ha detto...

condivido in pieno il commento di euge