11 settembre 2008

Mons. Tiddia (arcivescovo emerito di Oristano): "Benedetto, un pastore che sa ascoltare" (Ghirra)


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VISITA PASTORALE DEL PAPA A CAGLIARI (7 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Benedetto, un pastore che sa ascoltare

Piergiuliano Tiddia, l'arcivescovo che ha incontrato tre pontefici

Gli incontri con Paolo VI, Giovanni Paolo e Benedetto dell'arcivescovo ex presidente della Conferenza episcopale sarda

di GIANCARLO GHIRRA

Monsignor Piergiuliano Tiddia ha goduto di un privilegio raro, anzi unico: ha accolto, con ruoli diversi, tutti e tre i Papi che in trentotto anni hanno reso omaggio alla Madonna di Bonaria incontrando i sardi.
A 79 anni di età l'ex presidente della Conferenza episcopale sarda (dal 2003 al 2006, da arcivescovo di Oristano) è un uomo prudente, che non vorrebbe commentare i risultati della visita di Benedetto XVI: «Occorre che tutti noi, la Chiesa sarda ma anche gli onesti pensatori rileggano i messaggi e riflettano sulla linea che il Papa ha tracciato.
Mi ha colpito l'attenzione con cui è stato ascoltato, dai giovani, dagli anziani, dai sacerdoti: è un buon inizio».

Nelle piazze ribollenti di caldo ha colto un'emozione particolare?

«Ho visto un'accoglienza affettuosa. Ma, soprattutto, ho visto un Papa che sa ascoltare. È questa una delle caratteristiche più interessanti di Benedetto XVI come lo era di Joseph Ratzinger cardinale: ascolta, non si mette mai a dottoreggiare».

Ha ascoltato con grande attenzione i due giovani cagliaritani che gli chiedevano aiuto a nome di una generazione condannata al precariato e alla disoccupazione..

«I giovani li dobbiamo aiutare, la società deve dare quanto loro spetta, ovviamente chiedendo anche a loro di impegnarsi. Ero sul palco in via Roma e ho notato che i ragazzi hanno colto i messaggi del Papa, sottolineando con gli applausi i passaggi cruciali».

Ha anche sferzato i politici attuali e auspicato una nuova generazione di cattolici competenti e generosi impegnati per uno sviluppo sostenibile. Un Papa ambientalista che si ingerisce nelle urne elettorali?

«Devo rileggere il testo con attenzione, ma non ho visto invasioni di campo. Ha chiesto ai politici di fare bene il loro mestiere. Davanti alle carenze evidenti della società, il Papa non si è rivolto direttamente ai politici. Si è rivolto ai cattolici, e ha chiesto loro di impegnarsi nel servizio della politica.
Tutto lineare, come nel messaggio ai sacerdoti, ai quali, fra le altre cose, ha raccomandato di essere coerenti con il passato da cui veniamo: un passato nel quale centrale è il messaggio del Concilio Vaticano».

Il 24 aprile del 1970 lei ricevette nel seminario del quale era rettore Paolo VI. Il 20 ottobre del 1985 incontrò da vescovo ausiliario di Cagliari Giovanni Paolo II. Quali emozioni ha vissuto con i diversi pontefici?

«La prima volta l'arrivo del Papa rappresentava una novità assoluta. Avevo 41 anni, mi trovai di fronte un uomo di una semplicità e di una cordialità incredibili. In seminairo incontrò i sacerdoti, parlò a cuore aperto del suo amore per Cagliari, città nella quale era già stato da sacerdote nel 1932 al congresso degli universitari cattolici della Fuci. Si ricordava uno per uno i sacerdoti e i laici che aveva conosciuto, a partire da monsignor Piovella. Era un altro periodo storico, il Papa girava senza blindature, con la macchina scoperta. Non si accorse affatto della contestazione a Sant'Elia, parlò in serata degli splendori di luce che aveva incontrato».

E di Papa Wojtyla che ricordi ha?

«Da vescovo ausiliario cenai e feci colazione con lui. Ricordo che si raccoglieva spessissimo in preghiera, sin dalle 6 del mattino. E soprattutto la sensibilità e la disponibilità con cui accettò di fare una deviazione, non prevista, per l'Ospedale oncologico. Superò la mia richiesta, perché entrò nell'atrio invece di limitarsi a un saluto da lontano. Aveva una grande energia, 65 anni e un fisico fortissimo».

Benedetto XVI di anni ne ha già 81.

«Ma non si è risparmiato, pronto e attento a tutto e a tutti. Sa ascoltare, ripeto. Un mese e mezzo fa ho pranzato con lui a Bressanone insieme ad altri quattro ospiti e quattro di casa: ci ha ascoltato tutti, con attenzione».

La Chiesa sarda esce in salute da questo incontro?

«Ha i suoi zoppicamenti, ma ha una sola strada: alzarsi e camminare».

© Copyright L'Unione Sarda, 9 settembre 2008

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