26 settembre 2008

Per la Cei il Papa sceglie Monsignor Crociata, l'uomo del dialogo (Fontana)


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Per la Cei il Papa sceglie Monsignor Crociata, l'uomo del dialogo

di Stefano Fontana

In alcune caratteristiche di Mons. Mariano Crociata, vescovo di Noto, nominato oggi dal Papa segretario generale della Conferenza episcopale italiana, si individuano le cause della nomina e la sua stretta funzionalità ai movimenti della Chiesa italiana nel prossimo futuro.
La nomina è stata fatta dal Papa, come recita l’articolo 30 dello Statuto della CEI, ma tra una rosa di tre candidati proposti dal presidente Bagnasco, il quale ha prima incontrato il papa in udienza strettamente privata. La nomina è del papa, ma la designazione è del cardinale Bagnasco.
Due prime caratteristiche di Mons. Crociata sono fortemente indicative. Egli è docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università teologica della Sicilia ed è esperto di teologia delle religioni. La teologia fondamentale si interroga sulla plausibilità razionale della fede.

Le questioni dei rapporti tra fede e ragione appartengono alla teologia fondamentale e, di conseguenza, tutto il versante delle questioni della laicità, della non credenza e del rapporto con l’ateismo nelle sue molteplici forme. In altre parole, si tratta delle questioni maggiormente a cuore oggi al papa e alla Chiesa italiana, tutta impegnata a consolidare un dialogo fondato sulla ricerca della verità tra religione e mondo laico.

Proprio nella sua prolusione al Consiglio permanente della CEI del 22 settembre, il cardinale Bagnasco ha auspicato un ampio consenso tra laici e cattolici su una futura legge riguardante le questioni della fine della vita, che difenda ogni Eluana Englaro dall’arbitrio dei tribunali, impedisca l’eutanasia, garantendo alimentazione ed idratazione come atti dovuti. Su questo versante la Chiesa italiana sa di affrontare continuamente nuove sfide. Le tattiche possono cambiare, ieri il no alla modifica della legge 40 in occasione del referendum abrogativo, oggi la cauta apertura a precise condizioni per una legge sul fine vita, in ogni caso il dialogo fede-ragione con il mondo laico è una via strategica. Il nuovo segretario della CEI di queste cose ne capisce e può guidare la barca con una certa sicurezza.

La seconda specializzazione teologica di mons. Crociata è la teologia delle religioni. Egli ha scritto vari saggi e ha curato diversi libri, mantenendosi su una linea di ricerca, ma molto ortodossa. Il libro collettaneo da lui curato nel 2000 per le edizioni Paoline si intitolava: “Cristo e l’unicità della mediazione”, titolo che riprendeva la linea espressa dalla Dominus Jesus, la famosa dichiarazione di Ratzinger quando era a capo della Congregazione per la dottrina della fede, nella quale si ribadiva che solo in Cristo c’è salvezza. In un altro volume da lui curato – “Teologia delle religioni. Bilanci e prospettive”, sempre nelle edizioni Paoline – mons. Crociata sosteneva che la teologia delle religioni non può accontentarsi di riflettere sull’esperienza religiosa, ma deve avere anche un chiaro impianto teologico. Questo è di grande importanza per la questione del dialogo, che ha bisogno di avvenire nella verità e nell’economia della salvezza cristiana. Mons. Crociata viene da una terra di confine, la Sicilia, che al centro del Mediterraneo è il simbolo stesso del dialogo interreligioso. Ma ai vertici della CEI sanno bene che questo non è problema solo siciliano, è il problema di domani per tutta la Chiesa italiana, accanto all’altro del dialogo con la laicità di cui si è detto sopra.
Nella biografia di Crociata di sono tanti altri piccoli elementi che senz’altro hanno giocato a suo favore per l’importante nomina: aver frequentato a Roma il Collegio Capranica, tanto caro al Cardinale Ruini, che pure ne era stato allievo; aver collaborato con mons. Cataldo Naro, apprezzata figura di pastore morto prematuramente nel bel mezzo di una promettente carriera nella CEI ed anche, da ultimo ma non ultimo, essere una vescovo del Mezzogiorno. Mai nessun segretario della CEI è stato meridionale, la maggioranza è stata piemontese, lombarda o umbra, come Antonelli e Betori, gli ultimi due. Questa situazione non poteva durare ulteriormente, anche perché c’è oggi la necessità di puntare pastoralmente sull’Italia intera, valorizzando la capacità di movimento dentro la secolarizzazione delle chiese del nord ed insieme il radicamento alla tradizione di quelle del sud.
L’unico punto debole del nuovo Segretario è la carenza di esperienze pastorali dirette. E’ stato parroco solo per pochi anni. E’ stato però Vicario episcopale a Mazara del Vallo e quindi conosce, anche se non proprio direttamente, i problemi che incontra la Chiesa tra la gente.
Mons. Crociata assumerà l’incarico il prossimo 20 ottobre, quando mons. Betori entrerà a Santa Maria del Fiore a Firenze come arcivescovo della città toscana.

© Copyright L'Occidentale, 25 settembre 2008

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