10 settembre 2008

Vilipendio a Papa, Pm procede contro S. G.


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VISITA PASTORALE DEL PAPA A CAGLIARI (7 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A CAGLIARI

No Cav/ Vilipendio a Papa, Pm procede contro S. G.

Per offese a Napolitano chiesta archiviazione per Beppe Grillo

Roma, 10 set. (Apcom)

La Procura di Roma ha chiesto al ministro della giustizia l'autorizzazione ad avviare un procedimento a carico di S. G., per quanto dichiarato dall'attrice l'8 luglio scorso, in occasione della manifestazione "No Cav Day", svoltasi in piazza Navona.
La showgirl è indagata per il reato di vilipendio.
L'iniziativa dei pm Angelatonio Racanelli, Sergio Colaiocco e del procuratore capo Giovanni Ferrara, è presa in base all'articolo 290 del codice di procedura penale e del concordato tra Italia e stato del Vaticano che equipara, e quindi protegge, che la figura del pontefice a quello del Capo dello Stato.
Gli inquirenti hanno poi chiesto l'archiviazione del fascicolo riguardante le frasi pronunciate da Beppe Grillo, nella stessa occasione, e che riguardavano il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo l'interpretazione dei magistrati quelle del comico genovese erano delle battute in cui non erano contenute offese o frasi irriguardose, ma solo comiche.

Apcom

C'e' da augurarsi che nessuno osi parlare di "lesione del diritto di espressione e di satira" perche' una cosa e' la legittima critica, un'altra sono le offese.
R.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Sabina Guzzanti è stata disgustosa. Non so se abbia commesso un reato, ma è stata disgustosa.
Però perché quando al Bagaglino facevano il papa che parlava come un kapo nessuno ha detto niente?
Siamo alle solite: durezza e bastonate (giuste) a sinistra; ambiguità e tolleranza (ingiusta) a destra.

euge ha detto...

La satira volgare, la satira che diventa ad un certo punto vilipendio dovrebbe essere sia che parta da destra sia che parta da sinistra condannata!
La satira quella seria, non ha nulla a che vedere con il vilipendio e l'offesa!

Anonimo ha detto...

Potrò forse ricordare male, non avendo visto ogni puntata dello spettacolo, però sinceramente mi sembra di ricordare che l'imitazione di quelli del Bagaglino del Papa, fosse tutto sommato soft, non irriverente in sommo grado nei contenuti, compreso il modo di parlare dell'imitatore, in confronto all'imitazione di Crozza, decisamente pesante (quella sì, con parlata e atteggiamenti da KAPO).

Anonimo ha detto...

il tipo del bagaglino che imita il papa non fa ridere nemmeno i polli ma non c'è nessun vilipendio,solo pessima comicità.
nel caso di piazza navona il vilipendio è evidente anche se colombo si è scusato solo con napolitano.
alfio

Anonimo ha detto...

Certo, scusarsi con Napolitano è giusto con il Papa è sottomissione al potere della Chiesa.........

Ma per favore!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Cosa prevede il Codice

ROMA (10 settembre) - L'offesa al Papa è punibile allo stesso modo dell'offesa al Presidente della Repubblica, offesa che comporta la reclusione da uno a cinque anni. È quanto è previsto nel Trattato del Laterano, firmato nel febbraio del 1929 dal Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Gasparri, e dal Capo del Governo Italiano Benito Mussolini. Il documento, insieme con il Concordato, costituisce i Patti Lateranensi.

L' articolo 8 del Trattato stabilisce che «l'Italia, considerando sacra ed inviolabile la persona del Sommo Pontefice, dichiara punibile l'attentato contro di Essa e la provocazione a commetterlo con le stesse pene stabilite per l'attentato e la provocazione a commetterlo contro la persona del Presidente della Repubblica». Nel secondo comma, in particolare, si afferma che «le offese e le ingiurie pubbliche commesse nel territorio Italiano contro la persona del Sommo Pontefice con discorsi, con fatti e con scritti, sono punite come le offese e le ingiurie alla persona del Presidente della Repubblica».

L'offesa all'onore o al prestigio del Capo dello Stato è prevista dall'articolo 278 del Codice Penale. L'articolo 313 del Codice Penale stabilisce che nel caso previsto dall'articolo 278 (e per una serie di articoli relativi ad altri delitti) «non si può procedere senza l'autorizzazione del Ministro per la giustizia».

gemma ha detto...

l'offesa c'è stata ed è già tanto che chi di dovere se ne sia accorto riconoscendo la configurazione di reato. Io non procederei oltre, per non generare altre vittime sedicenti perseguitate e censurate dalla Chiesa. Non credo poi, opinione del tutto personale, che al Santo Padre possa interessare ricevere giustizia dai giudici di questa terra, riguardo ad offese alla sua persona. Fossi nella Segreteria di Stato, chiederei di non procedere e archiviare il tutto.

Anonimo ha detto...

Quello che dice la sig.ra (o sig.na) Gemma può anche essere lodevole, ma noi cristiani, proiettati verso la vita eterna, non dobbiamo mai dimenticare la vita di chi è ancora in questa "valle di lacrime", e la sua giustizia. Qui si sta parlando di un atto criminoso o per lo meno di un reato, e non della sua valenza spirituale.
Dare a Cesare quel che è di Cesare è anche applicare la giustizia terrena, che serva anche da monito ad altri incoscienti e disinibiti emuli (Dio non voglia) della "Sabna Guzz".
Da parte nostra, possiamo e dobbiamo pregare per lei, affinché non le capiti per davvero di finire tra due diavoloni a tormentarla per l'eternità...!

Anonimo ha detto...

Indipendentemente da ogni possibile valutazione dell'intervento di Sabina Guzzanti, io ritengo che ella si sia riferita al Papa nella sua veste di capo religioso e non di capo di stato.
Ritengo perciò che non si possa configurare il reato di villipendio in quanto non è stato criticato l'operato di un capo di stato.

Raffaella ha detto...

Come Gemma, penso che non solo il Papa ma anche la Santa Sede siano al di sopra di queste volgarita' che hanno messo in luce la signora per un giorno, salvo poi esporla alle critiche di tutto l'arco costituzionale (il che non e' poco...).
Decidera' il Ministro Alfano se concedere l'autorizzazione a procedere ma speriamo che non diventi un'altra occasione di scontro politico in un senso o nell'altro.

Ad Anonimo vorrei ricordare che il vilipendio e' un'offesa, non una critica e che il codice ed il Concordato parlano di "Sommo Pontefice" non distinguendo fra Capo Religioso e Capo di Stato.
Per le pene il codice rimanda alla figura del Presidente della Repubblica proprio per rimarcare la particolare gravita' del vilipendio al Papa.
R.

Anonimo ha detto...

io sarei d'accordo con Gemma, ma a non far niente si rischia di incoraggiare possibili emuli della presunta comica.
Punire è giusto ma non in modo da creare sedicenti martiri della libertà di prola e satira.
Comunque non ci speravo più nell' incriminazione! Finalmente

Anonimo ha detto...

D'istinto ho pensato, ppresa la notizia: sì, è giusto, però le giuste considerazioni di Gemma sull'opportunità di impedire che vengano costruiti sedicenti "martiri" della "Chiesa oscurantista" e dello "stato clericale", anche se si tratta di professionisti dell'insulto becero che non conoscono il significato del concetto di "satira". In questo caso, occorre un'attenta ponderazione dei pro e contro derivanti dal proseguire ora o meno, il procedimento, con il rilascio della prevista autorizzazione del Ministro.
A mio avviso, se ciò può servire per il futuro, come una sorta di "battaglia culturale", volta al tentativo di delineare - attraverso la giurisprudenza - nella società e nella mentalità corrente, i confini tra satira e ingiuria, allora sarebbe auspicabile che il procedimento penale intanto andasse avanti.

Anonimo ha detto...

A proposito di questo fatto increscioso, vorrei segnalare che su Libero già si parla di " libertà di satira" con tanto di sondaggio!
C'era da aspettarselo comunque, per evitare ulteriori polemiche e per evitare che questa sig.ra si senta vittima immolata per l'oscurantismo clericale, vorrei ancora una volta fare una consifderazione:
Qui, non è la satira che viene condannata. La vera satira è una cosa fatta con buon gusto; qui, si sono messe una accanto all'altra, parole ed opinioni offensive solo per il gusto ormai lo sappiamo benissimo, di attaccare una persona e quella in particolare.

Lapis ha detto...

Il Papa, che piaccia o no, è la guida spirituale di tutti i cattolici: non credo di essere stata l’unica a sentirmi offesa e umiliata dal pubblico dileggio riservatogli durante il No Cav Day e per questo spero in una riparazione almeno esemplare. Se proprio sembra troppo procedere per il reato che equipara il Papa al Capo dello Stato ritenendo lesi il suo onore e il suo prestigio, si tenga almeno conto del sentimento religioso dei fedeli e quindi del vilipendio. Tempo fa, per riparare all’offesa arrecata alla sensibilità islamica con la famosa “maglietta”, il ministro Calderoli si è dovuto dimettere e tutti hanno concordato sull’opportunità della decisione, nessuno stracciandosi le vesti per la lesione del diritto di satira, né gridando alla censura, né tanto meno considerandolo un martire. Ognuno si assuma la responsabilità delle proprie azioni e delle proprie parole, altrimenti a che serve tuonare contro le immunità parlamentari e contro chi fa le leggi ad personam se poi analoga immunità si pretende per ogni possibile insulto che l’estro del guitto di turno può partorire e il diritto di satira provvidenzialmente scriminare?

euge ha detto...

E' chiaro che tutti ci siamo sentiti offesi da questo diritto di satira che satira vera non è come dice Trilussa! Quindi nel procedere per vilipendio al Papa, non è stata lesa a mio avviso nessuna libertà. Almenochè per libertà di satira come riporta Libero con tanto di sondaggio, non si intenda la volgare offesa verso colui che ha il compito ed il dovere, di difendere i valori non negoziabili e di conseguenza, gli insegnamenti della religione cristiana.
Concordo con Lapis riguardo alla situazione che si creò quando Calderoli tirò fuori le magliette con le vignette su Maometto! Dimenticavo un particolare ........
Maometto e la sua religione fanno paura ma, sul Papa si può dire e fare ciò che si vuole tanto al massimo porge l'altra guancia.

Anonimo ha detto...

Rispondo a Raffaella,

Daccordo il villipendio è un'offesa e non una critica (ma le cose non sono sempre così distinte: la critica a volte può risultare offensiva)

Comunque rimane il fatto che si è criticato, o se si vuole offeso, il capo religioso e non il capo di stato estero.

La distinzione dei ruoli dovrebbe essere chiara a tutti.
Chiunque troverebbe assurdo riconoscere ad un capo di stato estero l'autorità per dare raccomandazioni di carattere religioso o morale a cittadini di un altro paese.

Ora io, pur non essendo credente, sono daccordo nel riconoscere al Papa entrambi i ruoli, ma quando esercita il ruolo di capo religioso non può aspettarsi di essere trattato da capo di stato, e viceversa.