10 settembre 2008

Prima della messa il toccante incontro del Papa con i centenari e i malati: per tutti una parola...


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Prima della messa il toccante incontro nella basilica con i centenari e i malati: per tutti una parola

«Santità, le auguro di giungere alla mia età»

FRANCESCO PINTORE

Potendo avrebbero sgomitato, ma non hanno l'età. I parenti dei centenari arrivati da tutta la Sardegna per incontrare il Papa, però, non hanno rinunciato a qualche comprensibile spintarella pur di strappare un saluto o una foto ricordo dei loro cari vicino al Pontefice.
A mettere le cose a posto ci ha pensato Benedetto XVI, che per ben due volte si è avvicinato ai nonnini sardi e agli ammalati per la benedizione.
All'interno della basilica di Bonaria c'è un'altra festa rispetto a piazza dei Centomila.
Meno cori, più silenzio. Più fede. E anche più sofferenza. Ci sono anziani in carrozzina, giovani paraplegici, bambini che combattono la leucemia. E con loro i genitori. Come una madre che si avvicina al Papa con suo piccolo. Benedetto XVI lo accarezza e impartisce la benedizione. Accade tutto in pochi intensi minuti.
Il Pontefice entra nel Santuario poco dopo le dieci. Incontra subito la folta schiera dei centenari (una trentina) che lo aspettano sulla destra del sagrato.
In prima fila c'è il cavalier Quirino Demurtas. «Una grande emozione», commenta. È partito da Ilbono alle 5 del mattino. «In pullman con gli altri pellegrini - dice la sua assistente Lucia Noto - una piccola sosta per un caffè e siamo arrivati a Bonaria».
Giovanni Mereu, 104 anni, di Urzulei ha giocato d'anticipo. «Siamo arrivati sabato sera - dice la figlia Giuseppina - l'hanno ospitato i nipoti Paola, Daniele e Cristian». Maria Efisia Argiolas, 101 di Laconi, ha chiesto ai figli di essere accompagnata a Cagliari. È in forma smagliante. «Sono contentissima di essere qui, volevo esserci a tutti i costi». Salvatore Serra, centenario di Gesturi, pastore fino a qualche anno fa, quando intravede Benedetto XVI si alza dalla sedia e allunga la mano per salutare il Pontefice. Cortesia ricambiata tra i sorrisi della figlia Dolores.
Festeggia anche Pietro Pitzalis di Sanluri, 104 anni fra due mesi. Segue la messa in compagnia della figlia Maria Laura. La signora Maria Bonaria Carta, un secolo tondo tondo, cugina del monsignor Paolo Carta (ci tiene a precisarlo) ha una salute di ferro. «Mai avuto un raffreddore», dice con orgoglio la nipote Giovanna.
La cagliaritana Antonietta Girau, sta per raggiungere il traguardo dei 106 anni. Non è voluta mancare all'incontro. «Santità, le auguro di raggiungere la mia età», è stato il suo augurio al Pontefice che ha ringraziato.
Maria Bertolino, simpatica centenaria assistita dalla figlia Cecilia è infastidita dall'afa. Maria Assunta Schirru è arrivata da Quartu e guarda la messa nel grande schermo sull'altare. «Cento e uno a luglio», dice Gabriella Loi, figlia di Giuseppina Nieddu. A poca distanza Antonietta Manca, 100 anni. «Siamo venuti da Nuraminis per questa bella festa con il Papa».
Anche Peppina Todde, 101 anni, di Gonnosfanadiga ha intimato ai suoi parenti di essere accompagnata a Bonaria. «Ci teneva molto a questo incontro con il Santo Padre», dice la figlia Letizia Diana. Non è andata a Bonaria, ma ha aspettato il Santo Padre davanti alla sua casa di Sant'Avendrace la nonnina cagliaritana Maria Teresa Vargiu. Parenti e amici, con l'aiuto del consigliere comunale Edoardo Tocco, hanno organizzato una festa di quartiere. Tutti in strada per assistere al passaggio del Papa. La nonnina seduta in carrozzella, con lei due ragazzi in costume e alcuni miliziani di Sant'Efisio. Nel balcone uno striscione con grande scritta di benvenuto, sull'asfalto petali di rosa per una ramadura fuori stagione in attesa del Pontefice. Che si è accorto della presenza della signora e l'ha salutata. Lei l'ha intravisto dietro i vetri oscurati della berlina, ha ricambiato alzando la mano ed è tornata in casa felice come una Pasqua.

© Copyright L'Unione Sarda, 8 settembre 2008

L’incontro in basilica con gli ultracentenari

«Auguri, a cent’anni, Santità»


CAGLIARI.

Paolo VI nel 1970, Giovanni Paolo II quindici anni dopo, Benedetto XVI nel 2008: Quirino Demurtas di Ilbono è il centenario dei Papi in Sardegna. Li ha visti tutti. «Sono orgoglioso del mio record. Ehi, ho centosei anni, auguro a qualcuno di fare meglio». Sorride e dice sul sagrato della basilica prima dell’incontro con l’ultimo successore di Pietro. S’è svegliato all’alba per essere puntuale all’appuntamento voluto dalla Curia tra Sua Santità e i centenari dell’isola. Trentasei, alle 10.30 in punto, nella navata centrale: sono loro ad applaudire dal vivo e per primi Papa Benedetto, un’ora dopo il suo arrivo. Seppure tremante, Quirino Demurtas è scattato in piedi al passaggio del Papa tra i banchi e il Papa s’è fermato: una carezza su quel viso solcato dalla lunga vita e qualche parola all’orecchio: «Lei è una quercia», gli ha sussurrato il pontefice e lui, felice come un bambino, s’è commosso. Maria Antonia Girau, cagliaritana, centocinque anni, è andata oltre nell’attimo in cui il suo sguardo s’è incrociato con quello di Ratzinger. Ha preso l’iniziativa e con voce ferma ha detto: «Santità, io ho un solo augurio da farle: a cent’anni e più. Io ce l’ho fatta e sappia che ogni notte una delle mie preghiere è per lei». Il sorriso del Papa per quell’augurio è stato fotograto e rifotografato dagli accreditati alla cerimonia e subito, sul sagrato, è stato tra gli scatti più visti prima dell’uscita del corteo papale dalla basilica per raggiungere l’altare affacciato sul Golfo e dominato da uno stupendo Gesù in croce.

© Copyright La Nuova Sardegna, 8 settembre 2008

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