2 giugno 2007
Aggiornamento della rassegna stampa del 2 giugno 2007 (2)
Vedi anche:
INVITO A SCRIVERE AL SITO DI REPUBBLICA
Le pagelle di Massimo Introvigne
Video BBC: lo speciale di Avvenire
Rassegna stampa del 2 giugno 2007
Aggiornamento della rassegna stampa del 2 giugno 2007 (1)
Gli articoli che i vaticanisti non hanno scritto...
Guardate un po' che cosa ho trovato (Gli articoli che i vaticanisti non hanno scritto 2)
SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!
IL PERSONAGGIO VESCOVO E RETTORE DELLA UNIVERSITÀ LATERANENSE
Monsignor Fisichella, il sacerdote che ha tenuto testa a Santoro
Matteo Spicuglia
SE LA PUNTATA di Annozero divide, la partecipazione di un vescovo mette tutti d’accordo. Monsignor Rino Fisichella è uscito vincitore dalla polemica sul documentario della Bbc sui preti pedofili. Il vescovo ausiliare di Roma ha risposto punto su punto, facendo breccia anche in Michele Santoro che ieri ha parlato di «capacità di ascolto straordinaria» e «di prova di grande civiltà».
Dichiarazioni che fanno il paio con quelle degli esponenti del centrodestra, che ringraziano il monsignore per la sua risolutezza. Insomma, un successo personale per il braccio destro del cardinale Camillo Ruini, cappellano di Montecitorio (il parroco dei deputati), ma anche figura di primo piano nel mondo della cultura, come rettore della Pontificia Università Lateranense.
Monsignor Fisichella nasce nel 1951 a Codogno, vicino Lodi, da genitori catanesi. Studi a Roma, ordinazione sacerdotale nel 1976, formazione universitaria che fa di lui un teologo autorevole con decine di volumi pubblicati. Da professore di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana a vescovo ausiliare di Roma il salto nel 1998 è breve, a cui si aggiunge la guida della Lateranense dal 2002 e del Pontificio per gli studi sul matrimonio e la famiglia.
SAREBBE TUTTAVIA riduttivo fermarsi all’uomo di studi e all’intellettuale, perché monsignor Fisichella è molto altro: è il presule capace di confrontarsi con la politica sui temi dell’etica, di anticipare i tempi del Family Day ipotizzando già a febbraio una manifestazione di piazza dei cattolici, di attirarsi anche qualche critica quando nel 2005 definì il separato Casini un «chiaro esempio di come la fede possa ispirare comportamenti politici liberi e coerenti». Ma Fisichella è stato anche il vescovo vicino a Oriana Fallaci sul letto di morte e l’artefice del suo incontro con Benedetto XVI: una sorta di confidente e controparte dialettica per la scrittrice fiorentina che decise addirittura di affidare all’amico rettore il suo archivio. Capacità di dialogo, pur nella fermezza dei principi, su cui la Chiesa continuerà a scommettere: si è parlato, infatti, di monsignor Fisichella come possibile prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, anche se è più probabile una nomina a segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, al posto di Michael Miller, diventato coadiutore di Vancouver, in Canada.
Quotidiano nazionale, 2 giugno 2007
L’accusa del Vaticano: un video pieno di bugie
«L’impegno della Chiesa contro la pedofilia è altissimo»
— CITTÀ DEL VATICANO —
GRAZIE ALLA partecipazione di monsignor Fisichella e di don Di Noto, la Chiesa ha dimostrato di avere «la forte volontà di guardare in faccia i problemi», dice padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, commentando la messa in onda del documentario della Bbc sui casi di pedofilia nel corso della trasmissione Annozero condotta da Michele Santoro. E il gesuita si spiega meglio, parlando di obiettività e lealtà, ma anche di competenza e dedizione da parte di chi si impegna «sul fronte della lotta alla pedofilia, conoscendone assai meglio la natura e le dimensioni di quanto non risulti da prospettive condizionate dalle tesi antiecclesiali».
«LE DENUNCE — dice ancora padre Lombardi, pesando le parole — possono certamente spingere ad affrontare e risolvere problemi sottovalutati o nascosti. Allo stesso tempo non devono diventare non veritiere, così da essere strumentalizzate per distruggere invece che per costruire. La Chiesa cattolica ha dovuto imparare a sue spese le conseguenze dei gravi errori di alcuni suoi membri ed è diventata assai più capace di reagire e di prevenire. È giusto che anche la società nel suo insieme — aggiunge — si renda conto che nel campo della difesa dei minori e della lotta alla pedofilia ha un lungo cammino da compiere. La esperienza della comunità ecclesiale, che conta nella sua lunga storia di incalcolaboli meriti di impegno per la gioventù, dovrà essere un elemento importante per collaborare costruttivamente in questa direzione».
DA PARTE SUA, il conduttore Santoro — forte dell’ascolto record di quasi 5 milioni di spettatori (21,1% di share) — sostiene di avere «scritto una bella pagina» e che «monsignor Fisichella ha dato un segnale che se la politica italiana sapesse raccogliere ci porterebbe in una situazione decisamente più favorevole, perché si è confrontato in campo aperto. Ha detto la sua, ma ha dimostrato anche una capacità di ascolto straordinaria».
SANTORO ha poi sostenuto che se questo tipo di lavoro «non lo facessimo in pochi, ma tutti i giornalisti Rai, è chiaro che la situazione informativa del Paese sarebbe di gran lunga migliore».
DIVISO — come era prevedibile — il mondo politico. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, si dice addolorato perché «una istituzione e una comunità che ogni giorno testimonia l’amore per l’uomo e i più deboli è stata sottoposta a un processo unilaterale e presentata come una minaccia per i bambini». Il presidente della commissione di vigilanza della Rai, Mario Landolfi (An), sostiene che «la performance di Santoro ha rafforzato il convincimento che quel filmato non andava neanche acquistato dalla Rai». Mentre per D’Onofrio (Udc) l’attacco «da più parti e da più Paesi contro la Chiesa cattolica» è fallito.
Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, definisce «lecito e legittimo il dibattito anche aspro sulla trasmissione» e giudica il programma «condotto con garbo e professionalità».
IL CONSIGLIERE della Rai Sandro Curzi sostiene che «la libertà di espressione e di informazione paga sempre». Bonelli (Verdi) lancia l’appello a interrompere la «surreale e preoccupante» polemica, che riduce tutto «a una falsa contrapposizione tra chi è a favore e chi contro la Chiesa»; perché «la vera questione è che un crimine infame come la pedofilia va combattuto e contrastato».
MA LA polemica sulla legittimità o meno di mandare in onda il documentario inglese prosegue. L’Osservatorio sui diritti dei minori critica la decisione della Rai, che avrebbe «delegittimato il codice minori e tv» che il Comitato ministeriale di autoregolamentazione dovrebbe difendere e applicare. E il Codacons aggiunge che «una pioggia di lamentele e di proteste da parte dei telespettatori contro la faziosità di Santoro» è stata registrata dopo la puntata di Annozero sui preti pedofili.
g. acq.
Quotidiano nazionale, 2 giugno 2007
L’OPINIONE DEL LAICO
NON SI PUÒ INFAMARE UN’ISTITUZIONE
Marcello Veneziani
IN FONDO è andata meglio di come si temesse la puntata di Annozero dedicata al discusso filmato sui preti pedofili. Santoro è stato, nei limiti del santorismo e della tv di parte, meno irrispettoso e scorretto di altre occasioni.
Monsignor Rino Fisichella è stato bravo nel difficile ruolo di avvocato difensore dell’Imputata Chiesa. E gli anticlericali, a cominciare dallo scienziato ateo Piergiorgio Odifreddi, sono stati grigi e inefficaci.
Il lato umano, drammatico e a tratti raccapricciante, soprattutto grazie alle testimonianze in studio, ha alla fine prevalso sull’intento polemico e sulla campagna denigratoria contro la Chiesa e i sacerdoti. Sarebbe ingiusto negare le responsabilità di alcuni esponenti della Chiesa che hanno cercato di ridimensionare, a volte insabbiare e silenziare, alcuni episodi vergognosi e criminosi di pedofilia. E sarebbe auspicabile da un verso una seria autocritica e dall’altro una più rigorosa condanna.
MA POI, bisogna pur dire tre cose. Innanzitutto il filmato prodotto dalla Bbc era mosso da un evidente intento acrimonioso, se non diffamatorio, nei confronti della Chiesa e del Papa; non è stato ripreso da altri grandi circuiti televisivi. In secondo luogo scopriva l’acqua calda, perché crimini e misfatti di questo tipo accompagnano la storia dell’umanità e della Chiesa da sempre e sono noti. Ricordo di avere letto documenti del ’600 del mio paese in cui si narrava di un processo per abusi sessuali di un abate sui suoi chierichetti. In terzo luogo, mandare in onda un servizio di nove mesi fa ha un chiaro nesso polemico e propagandistico contro la Chiesa che ha patrocinato il Family Day. E in particolare cercare in tutti i modi di gettare discredito sull’intera Chiesa, sui preti e sui vescovi e cercare in tutti i modi di tirare in ballo il Papa, soprattutto a sproposito, era un intento evidente e infame del programma.
IN FONDO il messaggio era chiaro: si abusa della fede e dell’autorità per asservire i fedeli, anche sessualmente. Ma arrivava anche un messaggio più pericoloso: se lo fanno anche i preti, vuol dire che la pedofilia in fondo... Riacquistiamo il senso delle proporzioni: non si possono oscurare mille episodi di santità, di aiuti, di solidarietà, di dedizione al prossimo per alcuni casi infami. I crimini commessi non riguardano l’istituzione Chiesa, ma l’umanità; i preti non sono di una razza speciale, anche tra di loro ci possono essere viziosi e carogne. Sono uomini e contemporanei. Gli infami saranno al più l’8 per mille...
Quotidiano nazionale, 2 giugno 2007
L’OPINIONE DEL VESCOVO
UN FALSO L’ISOLA DELL’ORRORE
di Mons. Luigi Negri*
LA PEDOFILIA è certamente un peccato innominabile, in gravissimo contrasto con la legge di Dio e di terribile violenza nei confronti delle vittime, chi lo compie si autoesclude dal novero dei presbiteri. Trattandosi di gravissime malattie e devianze sarebbe stato meglio non ordinarli neppure preti. La Chiesa, in casi come questi, agisce con estrema prudenza, cercando di garantire il massimo di rispetto per il corpo ecclesiale, per le vittime e, in qualche modo, anche per gli esecutori.
È IL SENSO dei due documenti, letti in modo superficiale e deformato nella pseudo-inchiesta messa in onda sulla televisione di Stato. La Chiesa non esercita nessun potere civile e penale, la Chiesa persegue un procedimento di carattere canonico, teso a salvare, in ogni caso, il bene supremo delle singole anime e dell’intero corpo ecclesiale. Se ci sono stati silenzi, omissioni, e quindi connivenza, sono certamente deprecabili. Ma chi ha visto la tv non ha potuto non notare che c’era un ben altro obiettivo ed era semplicemente la distruzione della Chiesa. Per la mentalità laicistica, ateistica e le forze massoniche la Chiesa è «il Male»: pertanto la sua presenza deve essere criminalizzata e ogni incoerenza morale brandita come ragione contraria alla verità dell’annuncio e della predicazione cristiana. Mi è venuta in mente la frase con cui Ernesto Nathan concluse il suo discorso per l’inaugurazione del monumento di Giordano Bruno: «Sputo su quel cadavere putrefatto che è la Chiesa cattolica».
SEMBRA che più nessuno creda che la Chiesa è composta di Santi e peccatori, che la sua forza non è la coerenza morale, ma la verità della sua testimonianza. Ci sono certo preti che hanno sbagliato e sbagliano, ma c’è quell’immensa schiera di preti che hanno vissuto e vivono la loro presenza pastorale con la loro gente, annunciando e comunicando loro il mistero di Cristo, accompagnando la loro vita nelle varie stagioni di essa, condividendo le gioie e i dolori, molte volte la povertà, creando per questa gente opere di aiuto spirituale e materiale. Nella mia diocesi negli ultimi cinquant’anni non è stato segnalato neppure un caso di pedofilia. Quando è finita la trasmissione mi sono chiesto: ma io vivo in un’isola beata? E mi sono risposto subito: no, la mia diocesi non è un’isola beata: sostanzialmente è tutta la Chiesa che è come la mia diocesi. La Chiesa non è quella «isola degli orrori» che è descritta in questa pseudo-inchiesta. Di questa si può parlare, si può descriverla, si può sollecitare sentimenti e istinti contro di essa, ma semplicemente non esiste.
* Vescovo di San Marino-Montefeltro
Quotidiano nazionale, 2 giugno 2007
L'intervista
Andrea Tornielli vaticanista «Filmato infarcito di stravolgimenti, il giro di vite è arrivato con Ratzinger»
Umberto Montin
«Un documentario di basso, bassissimo livello, infarcito di errori e confusioni». Andrea Tornielli, vaticanista de «Il Giornale» e profondo conoscitore di cose vaticane, ha visto in anticipo «Sex Crimes and Vatican», il discusso documentario della Bbc sulla pedofilia e il ruolo della Chiesa andato in onda ieri sera ad «Annozero». Quali sono, a suo avviso, i punti deboli di questa ricerca? Più che punti deboli vi sono errori veri e propri, alcuni gravissimi, autentici stravolgimenti. Il primo, ad esempio è quello che confonde continuamente i piani dando l'idea che riportando il giudizio nell'ambito del diritto canonico di fatto si elimini qualsiasi possibilità d'intervento della magistratura ordinaria. Questo dimostra l'assoluta ignoranza degli autori sul diritto canonico che non pregiudica il giudizio da parte degli organi statali. C'è poi la questione del segreto pontificio... Anche qui un altro, grave, stravolgimento. La segretezza, viene dimenticato, è a tutela delle vittime e per arrivare all'accertamento della verità.
Così gli autori dimenticano di evidenziare che il «crimen sollicitationis» è stato deciso da Giovanni XXIII, riprende un analogo testo del '29 e torna nel documento del 2001. Non vieta di andare dal magistrato, mentre nel filmato E non viene evidenziato che si prevede la scomunica per chi copre o tace sui reati. Il documentario non si ferma neppure dal puntare il dito contro il Pontefice... A parte il macroscopico errore di attribuire il documento del '62 a Ratzinger, che all'epoca era solo uno studioso di teologia, si «dimentica» che il giro di vite contro i reati di pedofilia commessi da sacerdoti arriva proprio dall'attuale Papa. Ad esempio, secondo il codice canonico, la prescrizione prima scattava dopo 10 anni d quando il reato era stato commesso. Con il documento del 2001 la prescrizione decennale comincia da quando la vittima ha compiuto la maggiore età, quindi diventa più consapevole e ha più tempo per avviare la denuncia. C'è anche la questione che Roma avoca a sè i procedimenti? È un segnale di forza e volontà di fare luce sui presunti reati, non è una debolezza. Anzi togliendo i casi dalle competenze dei vescovi, si sono limitate le possibilità di condizionamenti e pressioni locali. Comunque va detto che questi appunti non cancellano per nulla l'abominio di questi reati e il fatto che talvolta vi sia stata una certa mancanza di attenzione verso le vittime. Ma altrettanto va anche ricordata che la prudenza è più che necessaria: basti il caso dell'arcivescovo di Chicago poi riconosciuto innocente. Se tali e tanti sono questi «errori» perché questo documentario in tv? C'è un disegno per colpire il Papa? Forse si è deciso di acquistarlo per dare una spinta a un programma in difficoltà come quello di Santoro. Tuttavia è stato anche giusto trasmetterlo per mostrare l'infondatezza delle accuse e la faziosità. Certo non si può non notare che negli Usa vi sono gruppi di avvocati particolarmente attivi contro la chiesa cattolica e che recenti ricerche mostrano che reati di pedofilia hanno tassi elevati in altre confessioni religiose.
La Provincia di Como, 1° giugno 2007
Ottimo, caro Tornielli, pero' avrei preferito che scrivesse queste verita' su "Il Giornale". E' vero che il quotidiano diretto da Belpietro e' stato l'unico a pubblicare tempestivamente le tesi di Massimo Introvigne, pero' avrei voluto leggere anche un suo articolo. Le confesso che sono un po' delusa.
Raffaella
Il Vaticano: ingiusto il video della Bbc
Padre Lombardi dopo la trasmissione di Santoro sui preti pedofili: assurdo chiamare in causa Ratzinger Monsignor Fisichella: un obbligo morale dare una parola chiara. Il filmato in onda un anno dopo la realizzazione
CITTÀ DEL VATICANO Un filmato «gravemente ingiusto», in particolare «quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI». Non si è fatta attendere, per bocca del portavoce padre Federico Lombardi, la reazione della Santa Sede alla «tanto discussa» messa in onda, nell'ambito della trasmissione «Annozero» di Michele Santoro, del documentario della Bbc sui preti e la pedofilia. Alla Radio Vaticana, di cui è direttore generale, Lombardi ha descritto il video come «animato da una sensibilità ferita», affermando che «tratta fatti drammatici in un quadro di prospettiva evidentemente parziale». Esso tuttavia - ha aggiunto - «diventa gravemente ingiusto quando appunta le sue critiche sulle motivazioni di documenti ecclesiali di cui viene travisata la natura e la finalità, e quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI».
Per il direttore della sala stampa vaticana, «la partecipazione di monsignor Rino Fisichella e di don Fortunato Di Noto al dibattito ha dimostrato che - contrariamente alle tesi del documentario - nella Chiesa c'è la forte volontà di guardare in faccia i problemi con obiettività e di affrontarli con lealtà, e c'è chi si impegna con competenza e dedizione sul fronte della lotta alla pedofilia conoscendone assai meglio la natura e le dimensioni di quanto non risulti da prospettive condizionate dalle tesi antiecclesiali».
Le denunce, secondo padre Lombardi, «possono certamente spingere ad affrontare e risolvere problemi sottovalutati o nascosti», ma «non devono diventare non veritiere, così da essere strumentalizzate per distruggere invece che per costruire». «La Chiesa cattolica - ha sottolineato - ha dovuto imparare a sue spese le conseguenze dei gravi errori di alcuni suoi membri ed è diventata assai più capace di reagire e di prevenire. È giusto che anche la società nel suo insieme si renda conto che nel campo della difesa dei minori e della lotta alla pedofilia ha un lungo cammino da compiere».
Uno dei partecipanti alla trasmissione, l'arcivescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma e rettore dell'Università Lateranense, ritiene che «ci sia stata la possibilità di fare chiarezza e di rendere evidenti molte contraddizioni, strumentalizzazioni e vorrei dire anche calunnie che erano presenti nel video». «Un tema così scabroso - ha detto anch'egli alla Radio Vaticana - non poteva essere lasciato e non poteva esserci nessuna ombra, che potesse minimamente pesare su quello che è il lavoro di circa 400 mila preti che ogni giorno sono vicini alla nostra gente». Era quindi, «un obbligo morale quello di dover dare una parola chiara, ferma, ma anche di grande speranza per tanta gente».
Il presule vede «qualche tratto strumentale» nel fatto che «un filmato come questo vada in onda ad un anno di distanza da quando era stato prodotto», così come «un prurito di voler andare a rivangare situazioni che non hanno senso, a voler a tutti i costi mistificare le notizie e soprattutto dare una lettura distorta dei nostri documenti».
Sul controverso documentario è intervenuto anche Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, il Centro studi sulle nuove religioni, secondo cui «se gli accusati sono 4 mila in 52 anni, i condannati sono 105, dire che siamo di fronte a decine di migliaia di colpevoli negli Stati Uniti, mi sembra semplicemente cattivo giornalismo».
L'eco di Bergamo, 2 giugno 2007
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