2 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 2 giugno 2007 (1)


Vedi anche:

Gli articoli che i vaticanisti non hanno scritto...

Guardate un po' che cosa ho trovato (Gli articoli che i vaticanisti non hanno scritto 2)

Come volevasi dimostrare...

Rassegna stampa del 2 giugno 2007

SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!


VIDEO SUI PRETI PEDOFILI: DURA PRESA DI POSIZIONE DEL CAPO UFFICIO STAMPA DELLA SANTA SEDE

“Da Santoro e Annozero critiche ingiuste al Papa”

Vaticano all’attacco, ma l’audience premia RaiDue

MARCO TOSATTI

Ancora polemiche sul filmato della BBC sulla pedofilia e i preti, mandato in onda da «Annozero», ma nel frattempo i responsabili della trasmissione sono felici di aver «incassato» quasi cinque milioni di telespettatori che giovedì sera hanno seguito Michele Santoro. Per l’esattezza si è trattato di 4 milioni e 781 mila persone, pari a uno share del 21%. «Ieri sera abbiamo avuto una prova di grande civiltà», ha commentato Santoro. Ma dal Vaticano arriva una bordata di critiche. Quella gerarchicamente più importante, vista la sua posizione, viene da padre Federico Lombardi, direttore della sala Stampa della Santa Sede. «Ci sia permessa una brevissima riflessione. Animato da una sensibilità ferita, il documentario tratta fatti drammatici in un quadro di prospettiva evidentemente parziale, e diventa gravemente ingiusto quando appunta le sue critiche sulle motivazioni di documenti ecclesiali di cui viene svisata la natura e la finalità, e quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI».
E in effetti, dal momento che il giornalista autore del filmato era stato vittima di abusi sessuali da piccolo, non gli si poteva chiedere il distacco professionale di cui si vanta in genere il giornalismo anglosassone. «Le denunce - ha detto ancora Lombardi - possono certamente spingere ad affrontare e risolvere problemi sottovalutati o nascosti. Allo stesso tempo non devono diventare non veritiere, così da essere strumentalizzate per distruggere invece che per costruire. La Chiesa cattolica ha dovuto imparare a sue spese le conseguenze dei gravi errori di alcuni suoi membri ed è diventata assai più capace di reagire e di prevenire».
Uno dei protagonisti della serata, monsignor Rino Fisichella, ringrazia per la possibilità che è stata offerta «di poter fare chiarezza e di rendere evidenti anche molte contraddizioni, strumentalizzazioni e vorrei dire anche calunnie che erano presenti nel video». Ma si chiede perché il filmato va in onda un anno dopo essere stato prodotto. «Bisogna anche evidenziare che certamente qualche tratto strumentale ci doveva essere», che il vescovo ausiliare di Roma e Rettore della Lateranense identifica nel desiderio di «rivangare situazioni che non hanno senso, a voler a tutti i costi mistificare le notizie e soprattutto dare una lettura distorta dei nostri documenti».
In campo politico la battaglia è ancora più vivace. Il consigliere di amministrazione Rai Sandro Curzi dichiara che «la libertà di espressione e di informazione paga sempre...Come si sperava e come personalmente avevo previsto è stata un’ottima ed equilibrata trasmissione, il documento della Bbc è stato supportato e integrato da un coraggioso e utile confronto di opinioni, e gli italiani l’hanno apprezzata e premiata». Curzi ha reso omaggio a monsignor Fisichella «per la sua capacità di dialogo, di confronto e di civile scontro». Di parere opposto il presidente della commissione di Vigilanza Rai, quel filmato non andava neanche acquistato dalla Rai, Mario Landolfi: «la performance di Santoro ha rafforzato il mio convincimento che quel filmato non andava acquistatoi, perché finalizzato ad attaccare la Chiesa in quanto Istituzione».

La Stampa, 2 giugno 2007

Da Lei, Tosatti, mi aspetto di piu'...questo suo articolo non aggiunge nulla alle agenzie di stampa di ieri.
Che cosa pensa, Lei, dell'epistola del cardinale Ratzinger sui preti pedofili
?
Raffaella


Fisichella, il volto della Chiesa che scalda il cuore dei laici

LUCIA ANNUNZIATA

Avrà trovato del coraggio anche lì, fra i cimeli che una agguerrita laica gli ha lasciato. Mentre affascinati guardavamo l'assoluto assorbimento con cui monsignor Rino Fisichella, senza permettersi nemmeno un battito di ciglia, seguiva il dibattito sulla pedofilia nella Chiesa, sotto gli occhi di quasi cinque milioni di italiani, pochi ricordavano che questa sua presenza in campo nemico, questa sua assoluta capacità di varcare le proprie frontiere, gli era già stata riconosciuta (e, chissà? sostenuta?) dall'amicizia di una vecchia militante laica, bestemmiatrice e furibonda per principio, morta da pochi mesi senza la benedizione di Dio, ma certo di quella di un vescovo. Monsignor Rino Fisichella è l'uomo cui Oriana Fallaci ha lasciato alla sua morte i suoi libri e lo zaino che aveva usato in Vietnam: scambi di doni senza conversione, ma con molta consolazione «reciproca», come ama ricordare il prelato, che negli ultimi due anni di vita della Fallaci è stato «l'interlocutore» – la parola è scelta accuratamente al posto di amico o confessore – preferito di Oriana.
Che senza avere fama di progressista né di aperturista, contando anzi su una stretta amicizia con il pontefice e una frigida reputazione di teologo, sia poi diventato proprio lui, questo Monsignore paziente e possente, lo strumento del confronto a viso aperto con i laici è forse solo un segno di una delle tante intuizioni di Oriana, o delle tante ironie dell'Italia, o delle incommensurabili sfaccettature della fede.
Da due giorni, grazie alla Rai e a Michele Santoro – un giornalista che con uno scarto di intelligenza ha immediatamente connesso la sua cifra a quella di questo «interlocutore» di razza – il volto dagli occhi prominenti e fissi di monsignor Fisichella è diventato per molti milioni di italiani il volto della Chiesa. Più di Bagnasco, di Bertone, e forse dello stesso pontefice. Non nel senso di uno scavalcamento di ruoli – ché poi i ruoli nella complessa piramide vaticana chi li capisce davvero? - ma nel senso di essere colui che ha dato una faccia, delle parole, e, soprattutto, delle emozioni, ad alcune delle più terribili accuse rivolte alla Chiesa.
Ha difeso questa sua Chiesa, ha ascoltato paziente, e, soprattutto, si è lasciato attraversare, con ombre lunghe materializzate sul volto, dalla vergogna e dalla pietà ascoltando una donna abusata, per quindici dei migliori anni della sua vita, da un uomo che si riparava dietro un mantello clericale. Che ad ascoltare quella donna fosse lì il consultore della Congregazione per la dottrina della fede; il membro della Congregazione delle cause dei santi, nonché rettore della Pontificia università lateranense, e cappellano di Montecitorio aveva certo del surreale. Come abbia fatto un tale rappresentante dell'establishment ecclesiastico a rimanere così impelagato nel confronto con i laici, è forse una sorta di imprevedibile risultato più che di un progetto. Forza della televisione, che ha fame di idee; obbligo della responsabilità che ha sempre bisogno di uomini incrollabili.
Certo è che monsignore ha lentamente scavato nella attenzione dei laici. È stato lui, la domenica delle Palme di quest'anno, al picco della tensione sui Dico, ad accettare un altro invito di una rete «laica», Raitre, per sostenere ragioni difficili da sostenere. In quella trasmissione, in cui pure invitò i cattolici a non votare leggi contro le loro idee, pure riconobbe i diritti «civili» per i gay. Proponendo un così inedito mix di rigidità e consapevolezza.
Come del resto fece anni fa, nel duemila, quando Giovanni Paolo II celebrò il Giubileo facendo mea culpa sulla Inquisizione, e al teologo Fisichella toccò spiegare il cambiamento: «Noi, uomini di Chiesa, vogliamo essere capaci di chiedere perdono non per la Chiesa, ma per quello che gli uomini di Chiesa hanno fatto quando non sono stati capaci di testimoniare il Vangelo fino in fondo», disse allora. Che è poi quello che ha detto di nuovo oggi, chiedendo di fatto scusa per i preti pedofili. Da questi incontri non esce indenne - a molte cose non riesce a rispondere per un laico. Ma ha ugualmente aperto una pagina nuova nel rapporto fra Chiesa e informazione (se non fra fede e laicità) accettando, lui, così alto in grado in quella santa piramide, di venire a sentire: un gesto di umiltà – l'ascolto - sempre più raro. Il Vaticano poteva mandare un prete di campagna, o un trinariciuto fedele: è arrivato un uomo frigido ma sincero, che con la sua semplice accettazione ha fatto omaggio alle ragioni del giornalismo. Anche di quelle che non si condividono e si considerano nemiche. Una lezione per i molti politici, di qualunque affiliazione, che questo stile hanno dimenticato o forse mai imparato.

La Stampa, 2 giugno 2007

Ottimo articolo, cara Annunziata, ma ha commesso un piccolo errore: Mons. Fisichella e' molto vicino al Papa, qualcuno direbbe (ed io applaudirei) che e' un "ratzingeriano puro", un uomo straordinario che, se mi posso permettere, continua il lavoro che era stato iniziato dal cardinale Ratzinger: il dialogo, fermo e onesto, con i laici.
Mons. Fisichella e' il volto della Chiesa esattamente come il Papa. Li vedo molto vicini e dotati di un'intelligenza e di una sensibilita' superiori alla norma
.
Raffaella


Le cornate di san Toro a Benedetto XVI

di Vittorio Feltri

Ha provveduto il nostro Alessandro Gnocchi a commentare come si doveva la puntata di Annozero in cui Santoro ha mandato in onda il famigerato video sui preti pedofili girato dalla Bbc. Una trasmissione meschina che, tanto per cambiare, ha mistificato la realtà spacciando la Chiesa quale organizzazione complice o favoreggiatrice di mascalzoni in clergyman. Mi preme soltanto aggiungere una considerazione. I preti non sono cittadini speciali davanti alla legge, basta guardarli: due occhi, una bocca, un naso, due gambe e due braccia. Tali quali noi. Quindi hanno le nostre pulsioni, desideri, difetti e persino perversioni. Già, sono uomini. E gli uomini commettono errori; talvolta reati. Stupirsene è da deficienti. Pretendere poi di far ricadere le colpe (...) di alcuni sacerdoti porcelloni sull'intera comunità cristiana è in contrasto con la logica. Sarebbe come accusare l'albo nazionale degli ingegneri per il crollo di quattro ponti mal costruiti. Tutti, tranne forse Santoro, sanno che la responsabilità penale è personale, e nessuno va perseguito a causa di delitti attribuiti ad altri. I genitori dei bimbi violentati dai monsignori è giusto sporgano denuncia, ci mancherebbe, ma in Procura e non in Vaticano. Tocca al Tribunale naturale giudicare chi ha violato il codice - abbia o no la tonaca - e non al Papa o ai cardinali. I quali al massimo hanno il potere di espellere dall'ordine dei sacerdoti quelli che hanno trasgredito, non di condannarli alla galera. La Chiesa è un "club" privato e al proprio interno stabilisce le regole che le garbano e nemmeno San Toro ha il diritto di metterci le corna. Il Pontefice non è nemmeno obbligato a rendere conto ai non "iscritti", cioè ai laici ai miscredenti e agli atei come me e il conduttore di Annozero - delle sue decisioni in merito a curati e parroci pedofili. Sono cose che riguardano il club dei cristiani, non le redazioni dei giornali e delle tivù, cui spetta di vigilare su cose diverse, per esempio, che la giustizia faccia il proprio dovere contro chiunque abbia sgarrato, preti compresi. Monsignor Fisichella è stato fin troppo gentile a intervenire al programma santoriano; abbiamo apprezzato la sua pazienza nel rispondere a vari ospiti impertinenti e maleducati, sfrontati, in testa Vauro. Ciò dimostra che la virtù della tolleranza non è monopolio dei laicisti, pronti a rimproverare la Chiesa di interferenze nelle vicende dello Stato italiano, e incapaci di trattenersi dall'interferire in quelle del Vaticano. Allo staff di Annozero, che ha raschiato il barile del cattivo gusto, non resta che, pur tardivamente, chiedere scusa a Ratzinger.

Libero, 2 giugno 2007

Beh, come dice il saggio, non e' sempre il toro quello che incorna...a volta puo' essere incornato, esattamente come i pifferi di montagna che andarono per suonare e rimasero suonati :-)
Non tutto il male viene per nuocere: da annozero la Chiesa esce rafforzata
.
Raffaella


Il Vaticano furioso con Michele «Un grave attacco a Benedetto XVI»

di SILVIA GUIDI

«Gravemente ingiusto il documentario della Bbc sui preti pedofili quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Benedetto XVI». La critica alla puntata di "Annozero" di Michele Santoro è arrivata ieri da padre Federico Lombardi, portavoce della Curia romana. «Il documentario - ha detto Lombardi alla Radio Vaticana tratta fatti drammatici in un quadro evidentemente parziale e diventa gravemente ingiusto quando appunta le sue critiche sulle motivazioni di documenti ecclesiali di cui viene svisata la natura e la finalità». Tradotto dal pacato diplomatichese curiale, si è trattato di un attacco strumentale al Papa, cucinato per bassi motivi di botteghino (pienamente raggiunti, vedi box in alto) ottenuto rimestando nel torbido, mescolando tragedie vere e accuse false, ritoccando date, facendo passare per documenti top secret file disponibili da anni su www.vatican.va, promuovendo sul campo Ratzinger a papavero della Santa Sede quando ancora studiava teologia in mezzo alle montagne della sua Baviera, pur di farlo passare come protettore degli orchi. Il giorno dopo il trionfo degli ascolti, Santoro si loda e si imbroda, definendo la sua trasmissione "una grande prova di civiltà", non rinunciando a fare il martire anche "post quem": «Ci stiamo abituando a un bassissimo tasso di libertà. E' sempre più frequente che i giornalisti vengano insultati, delegittimati, messi in liste dei buoni e dei cattivi - spiega il presentatore - credo che questa situazione sia indegna di un paese civile». Il tono da indignato speciale serve a coprire la banale realtà: anche se targato Bbc, si è trattato di un documentario sostanzialmente falso, comprato con i soldi dei contribuenti (cioè nostri). «Negli altri paesi, quando c'è un'aggressione preventiva nei confronti di un giornalista, senza che si parli del merito di quello che fa, ma solo delegittimando il suo lavoro, c'è una reazione sia della categoria che del corpo sociale».

Le reazioni ci sono state, eccome, «una pioggia di lamentele e di proteste da parte dei telespettatori contro la faziosità di Santoro» fa sapere il Codacons. Lamentele che arrivano anche da mangiapreti e anticlericali convinti: c'è chi sostiene che, con il suo mix di menzogne in prima serata, San Toro da Raidue ha fatto un favore alla Chiesa, l'ha resa un po' troppo simpatica.

«Incredibile la testardaggine di un conduttore che prima della trasmissione poteva ben consultare anzichè Travaglio e Ruotolo, un giurista anche di sinistra che lo aiutasse a leggere la "Crimen sollicitationis". Il codice canonico appare addirittura più garantista per le vittime e più severo per i criminali che abusano dei minori delle leggi "civili", visto che nel nostro sistema non esiste sanzione per chi non denuncia la violenza subita».

Libero, 2 giugno 2007


Il Codacons ha emesso un comunicato stampa di cui vi diro' nel prossimo post perche', al momento, non si apre il sito dell'associazione.
Raffaella

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