28 marzo 2008

Insufficienti gli articoli sulla nota di Padre Lombardi

Cari amici, ho letto alcuni articoli sulla nota di Padre Lombardi in risposta ai "saggi musulmani" che avevano attaccato la conversione di Magdi Cristiano Allam, il Papa, la lectio di Ratisbona (ancora!) e la liturgia della Santa Notte di Pasqua.
Purtroppo i commenti che ho letto fino a questo momento sono insufficienti. Qualcuno, ovviamente (e come sbagliarsi?) parla di "passo indietro del Vaticano", di "presa di distanza da Allam", di "correzione".
Alcuni riportano anche le dichiarazioni di Magdi sulla bonta' della dichiarazione del Vaticano, ma tutti gli articoli che finora ho consultato dimenticano o, meglio, omettono di citare quella parte della precisazione di Padre Lombardi su Ratisbona, sulla liturgia cattolica e sull'accusa di proselitismo nei confronti delle scuole cattoliche.
Enno'! Se si vuole parlare di una nota, occorre citarla ed analizzarla per intero altrimenti facciamo un "giochetto" poco chiaro.
Per queste ragioni non verranno citati nel blog gli articoli che si limitano a parlare di "passo indietro" e di "retromarcia".
Una sana "obiezione di coscienza" nei confronti di certi commenti non puo' farci che del bene :-)
Sono, comunque, felicissima di una cosa: la conversione di Allam ha fatto venire alla luce cio' che certi giornalisti pensano veramente del Papa nonostante i sorrisi di facciata.
Personalmente leggero' i loro articoli (o vedro' i loro servizi televisivi) sotto una luce completamente diversa.
La "faccenda" e' stata illuminante :-)
Spero che il Papa non venga accusato di "sposare queste mie idee" visto che anche io, come Allam, sono battezzata e cattolica
.
R.

7 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, non ho ancora letto niente, ma quello che segnali sulla stampa di oggi è assolutamente plausibile.
Quello che interessa di questa vicenda (e non solo di questa) è stato fin dall'inizio la ricaduta politica e non la questione religiosa. I nostri giornali, quelli grossi, sono monomaniaci.
Quindi si guarda la realtà solo con quella monomania.

Anonimo ha detto...

In ogni caso Raffaella, l'obiettivo del pubblico battesimo di Magdi è stato raggiunto: portare clamorosamente alla luce il dramma dei convertiti e ribadire la libertà di credo quale diritto umano. E nessuno potrà più impunemente ignorarlo. Tutto il resto son solo chiacchiere da sepolcri imbiancati.
Felice giornata.
Alessia

Anonimo ha detto...

Ti segnalo la colonna "Sacri Palazzi" a pag 2 del Foglio. Disgraziatamente non compare sul sito.
Alessia

Anonimo ha detto...

Ciao ragazze :-))
Alessia, puoi fare un sunto dell'articolo del Foglio?
Grazie
R.

Anonimo ha detto...

Sacri Palazzi
Le precisazioni di Padre Lombardi sul caso Allam, lo stile (e il polso) di governo del Papa teologo

Il dialogo e l'acqua santa. Il direttore della Sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, con una dichiarazione alla Radio Vaticana (formula meno impegnativa rispetto al comunicato ufficiale) è intervenuto sul caso del battesimo di Magdi Allam, rispondendo al direttore del Royal Islamic Strategic Studies Center, Aref Ali Nayed, uno dei più importanti firmatari della lettera dei 138 saggi musulmani in base alla quale la Santa Sede ha avviato iniziative di dialogo che dovrebbero sfociare in un incontro tra i 138 e Benedetto XVI. Precisato che "accogliere nella chiesa un nuovo credente non significa evidentemente sposarne tutte le idee e le posizioni, in particolare su temi politici o sociali", un'evidente pres adi distanza da alcune dichiarazioni di Magdi Allam, Padre Lombardi ha voluto soprattutto "manifestare dispiacere per quanto il prof. Nayed dice circa l'educazione nelle scuole cristiane nei paesi a maggioranza musulmana, obiettando sul rischio di proselitismo. Ci sembra che la grandissima tradizione di impegno educatico della chiesa cattolica anche nei paesi a maggioranza non cristiana (...), dove da moltissimo tempo la grande maggioranza degli studenti delle scuole e università cattoliche sono non cristiani e lo sono tranquillamente rimasti pur con vera stima per l'educazione ricevuta, meriti ben altro apprezzamento. Non pensiamo che l'accusa di mancsnza di rispetto per la dignità e la libertà della persona umana sia meritata oggi da parte della chiesa. Ben altre sono le violazioni di essa a cui dare attenzione prioritaria. E forse anche per questo il Papa si è assunto il rischio di questo battesimo: affermare la libertà di scelta religiosa conseguente alla dignità della persona umana".

Il 25 agosto dello scorso anno il sociologo cattolico Giuseppe De Rita al Corriere della Sera dichiarò che Benedetto XVI "scrive libri e dà l'idea di aver deciso di non comandare". Battuta non estemporanea , che rifletteva, e per certi versi ancora riflette, una precomprensione abbastanza diffusa nel piccolo-grande mondo vaticano. Ma si tratta di una precomprensione, appunto, che non sembra resistere a una lettura più attenta dei quasi tre anni di pontificato ratzingeriano. Prendiamo ad esempio le nomine "pesanti" nella Curia, quelle dei prefetti delle Congregazioni, i "ministeri" più importanti del governo pontificio. In quasi tutti i casi Papa Benedetto XVI ha scelto prelati che conosceva molto bene da vicino, essendo membri della Congregazione per la dottrina della fede da lui presieduta.. E' il caso dei cardinali: Tarcisio Bertone (segretario di stato), William Levada (predetto dell'ex Sant'Uffizio), Ivan Dia (Propaganda Fide), Claudio Hummes (clero). Oltre ai nuovi arrivati un Curia l'attuale Pontefica si è fatto notare per le subitanee partenze. In tre anni ha "promosso" altrove: gli arcivescovi Michael Fitzgerald (presidente del pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso, ma un po' troppo amico del gesuita "relativista" Jacques Depuis messo sotto inchiesta a suo tempo dal cardinale Ratzinger) e Domenico Sorrentino (segretario della Congregazione per il culto divino con una dimensione liturgica lontana dalla sensibilità ratzingeriana), prontamente sostituito da monsignor Malcolm Ranjith richiamato subito nell'Urbe (era già stato segretario di Propaganda Fide). Meno attenzione il Papa l'ha messa nelle nomine dei nunzi (dove un ruolo decisivo mantiene il capo del personale della Santa Sede, l'arcivescovo Carlo Maria Viganò) se si esclude quello del nuovo rappresentante pontificio a Berlino, dove, al posto di Erwin Josef Ender (legato al cardinale Karl Lehmann) Benedetto XVI ha richiamato dalla periferica Romania Jean-Claude Perisset, che in passato era stato per alcuni mesi segretario del pontificio Consigliio per la promozione dell'unità dei cristiani, dal quale però era stato allontanato perchè ritenuto troppo poco ecumenista e piuttosto attento alle indicazioni che venivano dall'ex Sant'Uffizio ratzingeriano. E se il Pontefice sembra non occuparsi molto delle scelte dei nuovi vescovi italiani, , è invece attento a quelle della terra natia (dedasi Gregor M. Hanke a Eichstatt e soprattuto Reinhard Marx a Monaco). Il polso del Papa non si vede, però, solo dalle nomine, ma anche dai gesti pubblici e dagli atti di governo. Eseguiti ed emanati anche a costo di contrastare col politically correct mondano ed ecclesiastico. In campo liturgico, scontentando spezzoni importanti e influenti dell'episcopato mondiale, ha voluto fermissimamente "liberalizzare" la messa preconciliare. Poi, pur dichiarando di voler continuare il cammino ecumenico, non ha mancato di mettere i puntini sulle "i" a difesa della dottrina cattolica e del primato petrino. ha tolto dall'Annuario pontificio il titolo"riduttivo" di patriarca d'occidente, che tanto piaceva agli ortodossi. Ha poi fatto pubblicare la nota con cui si ribadisce che la chiesa cattolica , in fondo, è la chiesa di cristo, e che solo quelle ortodosse possono essere definite chiese mentre quelle evangeliche , e l'anglicana, sono solo delle comunito cristiane. senza contare poi che in questi ultimi anni la Santa Sede ha moltiplicato la concessione delle indulgenze, facendo storcere il naso non poco al mondo protestante. Anche nei confronti del mondo ebraico, il Papa ha mostrato il sio volto aperto nei rapporti, ma intransigente sui contenuti: ha acconsentito di cambiare la preghiera "pro judaeis" del rito peconciliare (e per questo ha subito le critiche dei lefebvriani) ma l'ha fatto , personalmente, nel solco della Dominus Iesus, con un nuovo testo che non censura la richiesta di conversione, ovviamente senza coercizioni di sorta. Col mondo islamico, infine, Ratzinger è stato ancor meno politically correct. All'insegna del dialogo che non censuri la rivendicazione della libertà religiosa per i cristiani e per chi vuole liberamente diventarlo. E così ha accettato di incontrare Oriana Fallaci, ha pronunciato il celebre discorso di Ratisbona, ha accettato di battezzare Magdi Allam, nonostante le riserve di non pochi suoi collaboratori.
da Il Foglio, 28/03/2008

Voilà Raffaella. Spero non ci siamo errori di "stompa".
Alessia

Anonimo ha detto...

Alessia...che dire?
Grazie di cuore, sei stata gentilissimissimisissima :-))

Anonimo ha detto...

Per l'amatissimo Benedetto e per i suoi sostenitori questo e altro.
Grazie a te
Alessia