25 marzo 2008
Conversione Allam, Di Giacomo: Quanti rischi per gli “apostati”. 4 domande a Maurizio Lupi...(La Stampa)
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Più severe le leggi dei Paesi d’origine
Quanti rischi per gli “apostati”
FILIPPO DI GIACOMO
ROMA
Nel mondo delle coscienze, diceva Madre Teresa di Calcutta, non si fanno statistiche. Sui cuori poi che cambiano direzione, cioè si "convertono", per passare dall’Islam al Cristianesimo, è prudente, anzi necessario non dare i numeri.
La notte del 22 marzo, durante la Veglia del Sabato Santo, Magdi Allam, non è stato l’unico musulmano a ricevere il battesimo dalle mani di Benedetto XVI. Come ogni anno, però, i cerimonieri pontifici hanno omesso di indicare la religione d’origine dei neofiti.
Il proselitismo militante non è più, da almeno quattro decenni, una categoria dello spirito cattolico. E su quelli che provengono dall’Islam non incombono solo le pene previste per gli "Apostati" dalle quattro scuole giurisprudenziali della Sharia, ma anche le legislazioni dei loro Paesi di origine che, dal Marocco all’Egitto passando per Tunisia, Algeria e Turchia, hanno ultimamente inasprito le leggi civili e penali contro chi annuncia e, soprattutto contro chi accetta, il Cristianesimo. Per coloro che lasciano l’Islam il Cattolicesimo non è l’unico approdo. Il movimento di conversione riguarda tutte le confessioni cristiane ed è numericamente più evidente nelle Chiese di matrice evangelica e pentecostale. Anche i Testimoni di Geova accolgono ogni anno convertiti di origine islamica.
Per restare in ambito cattolico, la Francia e la Germania hanno sperimentato per prime il catecumenato post-islamico. Oltralpe il movimento di conversione riguarda i giovani immigrati di seconda e terza generazione. In Germania, sono i turchi di seconda generazione e gli espatriati serbo-bosniaci e albanesi a scegliere il battesimo.
Nelle cattedrali francesi è diventata routine vedere per il Sabato Santo il battesimo di adulti raggiungere cifre che vanno dai 500 ai 2000. In Italia i numeri sembrano essere più bassi. Le diocesi maggiormente interessate infatti, come Roma e Milano, tendono a smentire le cifre che in modo attendibile accreditano le conversioni italiane allo stesso livello di quelle francesi.
Gli islamici entrano in chiesa per due strade diverse. Quello dei "musulmani bianchi" dell’Europa dell’Est è più una scelta che una conversione, educati in sistemi fortemente contrari ad ogni forma di religione, hanno potuto conoscere solo in Italia differenti forme di cultura sacra. Benché di origine musulmana, il Cristianesimo è in fondo la loro prima opzione religiosa.
La seconda strada è quella degli immigrati di origine araba, non di rado giunti nel nostro Paese in cerca di emancipazione politica e sociale. Spesso hanno avuto una prima conoscenza diretta del Cristianesimo nelle scuole cattoliche che hanno frequentato nelle loro nazioni di origine. Questi nuovi cattolici stanno tentando di far superare alle leggi del nostro Paese alcune ristrettezze ideologiche fortemente restrittive e discriminatorie nei loro confronti. La parte dell’ordinamento giuridico italiano che riguarda alcuni importanti diritti soggettivi, quella definita di "diritto privato internazionale", è stata scritta negli Anni 30, quando i codici civili dei Paesi del Mediterraneo venivano garantiti, nella parte che riguarda la "reciprocità", dagli ordinamenti delle potenze coloniali e protettrici. Gli stessi codici, in Paesi che ormai usano il Corano come fonte primaria del diritto, sono stati ultimamente modificati in chiave anti-cristiana ponendo i neoconvertiti a rischio di inabilitazione al matrimonio, di sottrazione della patria potestà, di divorzi imposti dal giudice.
Come dimostra il fastidio che sta creando il battesimo di Magdi Cristiano Allam, nel campo della libertà religiosa in Italia si può fare di tutto, tranne che diventare cattolici.
© Copyright La Stampa, 25 marzo 2008
4 domande a Maurizio Lupi
«Si commosse per le parole di Oriana Fallaci su Dio»
Maurizio Lupi, deputato ciellino di Forza Italia, quando Magdi Allam le ha chiesto di fargli da padrino di battesimo?
«Venti giorni fa al Vicariato, in una delle catechesi che per oltre un anno Magdi ha svolto con monsignor Rino Fisichella. Il suo personale percorso di conversione dall’Islam al cattolicesimo è stato tenuto molto riservato. Pochissimi ne erano a conoscenza nella Chiesa e nel movimento di Cielle. La notte di Pasqua, davanti al sorriso del Papa, eravamo bloccati dall’emozione, poi il cerimoniere ci ha detto cosa fare».
I musulmani del Coreis obiettano: perché il battesimo a San Pietro a Pasqua in mondovisione e non in privato nella sua parrocchia a Viterbo?
«Era naturale che fosse il vescovo di Roma ad amministrare il sacramento perché la preparazione Magdi l’ha fatta a Roma e qui è tradizione che i catecumeni adulti vengano battezzati a Pasqua e i neonati a Natale. Dovremmo interrogarci tutti sul valore della sua testimonianza invece di strumentalizzare il gesto di un grande uomo che mette a rischio la vita per riconoscere la verità cristiana».
Lei è amico di Magdi Allam da molto tempo. Si aspettava la sua conversione?
«Ho visto Magdi commuoversi fino alle lacrime ascoltando il racconto della conversione di Oriana Fallaci, che in punto di morte disse a Fisichella “Voglio conoscere Dio” e si sentì rispondere “Lo stai già incontrando”. Abbiamo condiviso le battaglie contro la persecuzione dei cristiani, le manifestazioni per libertà religiosa, gli incontri anti-fondamentalismo al Meeting di Rimini. Come Giovanni Testori e Aldo Brandirali, Magdi è rimasto colpito dalla libertà e dal rispetto della Chiesa e di Cielle per la sua storia personale. Lui il volto di Cristo lo ha riconosciuto anche nei missionari in Egitto, nei salesiani e soprattutto nell’unione di fede e ragione in Benedetto XVI».
Secondo l'Unione delle comunità islamiche il caso ha avuto una risonanza maggiore di quella che avrebbe meritato...
«Quello che è avvenuto la notte di Pasqua è qualcosa di molto significativo. Nella Basilica di San Pietro, accanto a Magdi, ho guardato negli occhi gli altri catecumeni stranieri mentre ascoltavamo Benedetto XVI celebrare il legame che, attraverso il battesimo, unisce tutti i fedeli. Ora Magdi Cristiano Allam è nella Chiesa e non lo lasceremo mai solo perché, come ci ha ricordato il Papa, le persone battezzate e credenti non sono mai veramente estranee l’una per l’altra, anche quando sono separate da continenti, culture, strutture sociali o distanze storiche».
© Copyright La Stampa, 25 marzo 2008
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