26 marzo 2008

Osservatore Romano: «Allam, nessuna intenzione ostile verso l'islam» (Eco di Bergamo)


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«Allam, nessuna intenzione ostile verso l'islam»

L'Osservatore Romano: non è stata enfatizzata la conversione del vice direttore del «Corriere»

CITTÀ DEL VATICANO

Il Vaticano propone ora la propria lettura autentica della conversione di Magdi Allam, che sabato sera in San Pietro è stato battezzato personalmente da Benedetto XVI. Il gesto del Papa ha «un importante significato» perché «afferma, in modo mite e chiaro, la libertà religiosa», senza peraltro «alcuna intenzione ostile» nei confronti dell'islam. Così L'Osservatore Romano commenta la decisione del Papa di impartire personalmente i sacramenti dell'iniziazione cristiana al vice direttore del Corriere della Sera , convertitosi al cattolicesimo.
Il quotidiano vaticano, in un editoriale siglato dal direttore Gian Maria Vian, spiega che la libertà religiosa «è anche libertà di cambiare religione, come nel 1948 fu sottolineato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (anche se in seguito, purtroppo, la dichiarazione è stata proprio su questo punto ridimensionata). Così – aggiunge – chiunque chieda senza costrizione il battesimo ha il diritto di riceverlo». L'Osservatore rileva poi che Allam «dopo una lunga ricerca personale e la preparazione necessaria a questo passo, ha chiesto liberamente di essere battezzato, con il nome di Cristiano», e che «l'avvenimento, che è tanto singolare quanto solenne e gioioso, non è stato enfatizzato, come dimostra la riservatezza che sino all'ultimo ha accompagnato la notizia e conferma il pertinente commento del direttore della Sala stampa della Santa sede, padre Federico Lombardi: il Papa non fa "differenza di persone", tutte importanti davanti a Dio e benvenute nella comunità della Chiesa».
E «come non vi è stata enfatizzazione», prosegue il giornale vaticano, «così non vi è alcuna intenzione ostile nei confronti di una grande religione come quella islamica». «Da molti decenni ormai – conclude l'editoriale – la Chiesa cattolica ha dimostrato una volontà di confronto e di dialogo con il mondo musulmano, nonostante mille difficoltà e ostacoli. Ma difficoltà e ostacoli non devono oscurare quanto vi è in comune e quanto può venire dal futuro».
La notizia e le immagini di Allam battezzato dal Papa hanno fatto il giro del mondo suscitando reazioni preoccupate, anche se non di rottura, da parte di diversi esponenti musulmani. Un severo atto d'accusa, nel sito on line di Hamas, viene ad esempio dall'analista palestinese Khaled Amayreh, secondo cui la Santa Sede «non può sperare in buone relazioni con i musulmani e al tempo stesso continuare ad incitare all'odio e al razzismo nei confronti di una religione che ha un miliardo e mezzo di seguaci, compresi milioni di europei e centinaia di migliaia di italiani».
Di fronte a simili reazioni la Santa Sede ha precisato di non volere che il gesto sia letto come atto ostile del Pontefice verso l'islam, danneggiando così il dialogo interreligioso faticosamente riannodato con l'islam moderato dopo gli equivoci di Ratisbona. In Vaticano si valutano come non aggressive le reazioni dei diversi esponenti islamici, finora affidate ai siti web, a qualche articolo su giornali arabi e a dichiarazioni sollecitate dai media. I toni più accesi li ha avuti Aref Ali Nayed, del Centro islamico di studi strategici di Amman e membro della delegazione che dialoga con il Vaticano dopo la lettera dei 138 capi islamici ai leader cristiani. Nayed ha definito «provocatoria» l'intera operazione Allam, che suscita interrogativi molto seri «sulle intenzioni e sui piani di alcuni consiglieri del Papa sull'islam».
Piena libertà ad Allam di convertirsi viene riconosciuta invece dal teologo musulmano Adnane Mokrani, docente alla Gregoriana, che si dice però preoccupato del fatto che Allam parli oggi di «un islam violento», e delle «strumentalizzazioni» che questo battesimo potrebbe causare. E il quotidiano egiziano Al Masri El Yom invita a non fare di Allam «un nuovo Salman Rushdie».
Nel dibattito più politico in Italia, non può non essere sottolineata la sensibilità preelettorale dei diversi schieramenti. Così il vice ministro degli Esteri Ugo Intini, paventando uno scontro di civiltà, chiede alla Chiesa di «prendere le distanze dalle parole» del neofita. Roberto Cota, della Lega Nord, afferma invece di essere «d'accordo con Allam, che l'islam moderato non esiste». Il socialista Enrico Boselli esprime «rispetto» per la conversione, ma timori che alimenti «lo scontro». Fiamma Nirenstein, candidata Pdl, difende Allam e la sua «scelta personale». Per Luca Volontè, dell'Udc, le «opinioni di Allam sono assolutamente pacate».
Rosy Bindi, sottolineato che «la libertà religiosa è il valore fondante delle democrazie», sostiene di trovare «francamente poco rispettoso un dibattito pubblico dal sapore politico su una vicenda personalissima che riguarda le scelte di fede». «È giusto – osserva l'esponente del Pd – che venga rivendicato il valore pubblico della religione, ma allo stesso modo commetteremmo lo stesso errore se volessimo violare la sacralità delle scelte personali come quelle delle conversioni da una religione rispetto a un altra. Sulla forma scelta penso che si debba rispettare la scelta di Allam di farsi battezzare dal Papa sia quella di sua Santità di averlo fatto».

© Copyright Eco di Bergamo, 26 marzo 2008

Senza "l'equivoco" di Ratisbona non ci sarebbe stata alcuna lettera ne' alcun forum cattolico-islamico.
Dopo quasi due anni dobbiamo ancora ripetere le stese cose?

R.

Vedi anche:

Il sito pro Hamas: «Il Vaticano incita all’odio» (Il Giornale)

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