20 giugno 2008

Lettera aperta di Gianpietro Olivetto (Rai): "E se la Chiesa fosse diversa da come viene dipinta, specie in Italia, da taluni?


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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa lettera aperta di Gianpietro Olivetto (Rai, Gr Parlamento) a proposito delle illazioni, inesattezze ed insulti che quotidianamente la Chiesa Cattolica deve subire ad opera di "certa stampa" e certa "opinione (pubblicata, non pubblica) politicamente corretta".
R.

LETTERA APERTA

E SE LA CHIESA FOSSE DIVERSA DA COME VIENE DIPINTA, SPECIE IN ITALIA, DA TALUNI: UNA STRUTTURA DI POTERE “OSSESSIONATA” DALLA POLITICA E DAL DENARO?

Il vero oscurantismo è mettere in circolazione ciò che è falso” (J.W.Goethe)

Sono un giornalista ed avendo conosciuto, per motivi professionali, quanto siano grandi e capillari l’impegno e il servizio della Chiesa cattolica anche in campo sociale, mi sono stancato di ricevere, da un po’ di tempo, da Internet e da importanti organi di stampa (tra cui “Repubblica”), un’informazione sulla Chiesa, confusa, parziale, strumentale. Scrivo dunque per amore della verità e per reagire ad una marea montante di disinformazione, impregnata di pregiudizi, di laicismo e anticlericalismo, di ostilità e livore ideologico.
La Chiesa cattolica, italiana ed universale, non è assimilabile alla “casta” dei politici. La sua presenza, in Italia e nel mondo, non può esser valutata solo in termini di costi e la sua voce non può esser accusata, solo e sempre, d’interferire e di attentare alla libertà e alla laicità dello Stato. Innanzitutto perché la Chiesa è fatta dai vertici in abito talare e da un’immensa base, costituita, nel mondo, da 1 miliardo e 300 mila persone, tutti legittimati, in quanto cittadini, a dire la loro (e in uno Stato laico, spetta comunque alla politica, nella sua autonomia, tener conto o meno di tali contributi per decidere quindi nell’interesse più generale). Poi perché, la Chiesa, è una realtà complessa, diffusa in ogni angolo del pianeta, strutturata sì in maniera gerarchica, ma aperta alle più diverse esperienze ed organizzata in una miriade di comunità, movimenti ed associazioni, che operano, autonomamente, nei più vari ambiti della società civile.
Ovunque ed anche nel nostro paese, la Chiesa dà molto di più di quanto riceva dallo Stato. E’ sul territorio (in Italia con 25 mila parrocchie e 6 mila oratori o patronati e con circa 300 tra ospedali, case di cura e ambulatori, un lebbrosario, 1.800 case per anziani e disabili, 1.100 tra orfanotrofi e asili nido, oltre 500 consultori familiari e altre 2.700 strutture socio-sanitarie, con svariate migliaia di scuole, cooperative, centri sportivi, per l’impiego e la formazione professionale, mense per i poveri, comunità terapeutiche e di recupero, ostelli, strutture d’accoglienza e assistenza, associazioni di lavoratori). E’ vicina ai problemi della gente. Fa un lavoro di supplenza dello Stato nel sociale.
La Chiesa, insomma, è una risorsa e, in Italia, restituisce in servizi buona parte di quanto ottiene con l’8 per mille o grazie alle convenzioni in ambito scolastico e sanitario.
Ciò detto, alcune precisazioni e notizie.

L’IMPEGNO NELL’EVANGELIZZAZIONE E NEL SOCIALE

Nella Chiesa cattolica opera direttamente un “esercito” di 4 milioni e mezzo di persone tra vescovi (4900), preti e missionari (410 mila), diaconi, catechisti, religiosi e religiose (oltre 3 milioni e 800 mila), missionari laici (216 mila), impegnati nell’evangelizzazione, ma anche nella difesa dei diritti umani, nella carità e nell'aiuto al prossimo e nello sviluppo delle realtà locali.
Di fatto la Chiesa cattolica è, con quasi 116 mila strutture di assistenza, la più grande organizzazione impegnata in ambito sociale e sanitario e la sua presenza è fondamentale in particolare nel sud del mondo: Asia, Africa, America latina. A livello mondiale la Chiesa gestiva, al 31 dicembre 2006 (dati dell’Annuario Statistico, sconosciuti ai più ed ignorati dai media): 5.244 ospedali, 17.600 ambulatori, 528 lebbrosari, 15.375 case per invalidi, disabili, anziani e malati cronici, 9.308 orfanotrofi, 11.034 asili nido, 13.354 consultori familiari e 43.450 altri centri di aiuto e rieducazione sociale. Nel campo dell’istruzione, la Chiesa gestiva (dati 2006) 64.410 scuole materne, 90.152 elementari, 39.370 secondarie e diverse migliaia di istituti superiori ed università.

OTTO PER MILLE

L’8 per mille è una porzione delle tasse che i cittadini versano allo Stato e che lo Stato mette a disposizione dei cittadini chiedendo loro a chi debba esser ridistribuito. In tale sistema (primo caso di democrazia diretta applicata al fisco) non c’è nessun automatismo; la Chiesa cattolica italiana non ha minimi garantiti ma dipende solo dalla volontà degli italiani, che sino ad oggi firmano a suo favore, peraltro in percentuale sempre maggiore: il 76,2% delle scelte espresse nel ‘90, l’89,8% nel 2004. Chi, sull’8 per mille, si astiene, si rimette alla volontà della maggioranza che sceglie, e la sua “non scelta” determina poi l’assegnazione, in maniera proporzionale, della percentuale mancante. Come in caso di elezioni politiche, quando in Parlamento tutti i seggi vengono assegnati a prescindere dagli astenuti.
L’8 per mille non va al Vaticano (uno Stato estero), ma alla Cei, la Conferenza episcopale, che rappresenta la Chiesa italiana. Nel 2007 il ricavato di 991 milioni di euro è stato così ridistribuito: 433 milioni per esigenze di culto; 205 milioni per interventi caritativi in Italia e nei paesi del sud del mondo; 354 milioni per il sostentamento del clero (38 mila sacerdoti e religiosi, cui va uno stipendio mensile, al netto di tasse statali e contributi, da 800 euro ad un massimo di 1.300, per un vescovo alla soglia della pensione). Il nuovo Concordato, siglato nell’84, sostituisce in pratica la congrua, che veniva sino ad allora assicurata per i servizi sociali resi dalle strutture della Chiesa ed anche a parziale risarcimento dei beni ecclesiastici “incamerati” dallo Stato nell’800, con l’unità d’Italia e la fine del potere temporale.

TASSE E ICI

Attività commerciali (librerie, ristoranti, hotel, negozi…) gestite da organismi religiosi pagano l’Ici. Sono esenti le strutture gestite dalla Chiesa che siano enti non commerciali e vengano destinate esclusivamente allo svolgimento di attività di rilevante valore sociale. Della stessa esenzione godono – giova ricordarlo - partiti politici, Ong, associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato e no profit, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali ed enti di qualsiasi altra confessione religiosa.
Parrocchie, istituti religiosi, seminari, diocesi che svolgono attività commerciali, rispettano gli adempimenti tributari e versano ogni tipo d’imposta dovuta (una piccola cappella posta all’interno di un albergo non consente l’esenzione).

FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PARITARIE PRIVATE

Due premesse; la libertà di scelta educativa è un valore costituzionale; dal punto di vista giuridico, le scuole parificate sono da considerarsi scuole pubbliche.
Nell'esercizio finanziario 2006, gli stanziamenti a favore delle scuole paritarie (non statali, in gran parte cattoliche) furono pari a 566 milioni 810 mila 844 euro. Se improvvisamente il milione e passa di studenti delle scuole parificate smettesse di frequentare tali istituti per scegliere la scuola pubblica, lo Stato dovrebbe spendere oltre 6 miliardi di euro. E questo, in considerazione del fatto che attualmente un singolo alunno "statale" costa, annualmente, alla Repubblica italiana dai 6.116 euro (scuola infanzia) agli 8.108 euro (secondaria II grado). Per lo Stato è dunque conveniente finanziare la scuola paritaria.

INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE

Gli insegnanti di religione sono laici nell'85% dei casi (il 57% donne), molti con moglie e figli, quindi destinatari di risorse (stipendi) che non vanno alla Chiesa italiana, ai vescovi o peggio – come qualcuno ha scritto - al Vaticano, ma alle famiglie stesse.
Insegnamento della religione cattolica: nell’anno scolastico 2006/07 gli studenti che si sono avvalsi dell’insegnamento dell’ora di religione sono stati il 91,2% (94,6% nelle primarie, 84,6% nelle secondarie).

CONFUSIONE

Vaticano e Santa Sede sono una cosa, Chiesa cattolica italiana e Cei un’altra. Il Vaticano è il più piccolo Stato del mondo, residenza del Papa, sede della curia romana, di biblioteche archivi, musei (visitati ogni anno da 4 milioni e mezzo di persone), giardini, palazzi apostolici e basilica, la plancia di comando dalla quale Papa e curia “governano” la Chiesa cattolica nel mondo. La Cei è la Conferenza episcopale italiana che guida la Chiesa nel nostro paese.

Sin qui la realtà di cifre e fatti.
Poi, naturalmente, si può discutere se sia condivisibile - come io credo - il diritto delle gerarchie e delle associazioni ecclesiali di intervenire, in Italia e altrove, sui temi di natura sociale, etica o politica o sui singoli provvedimenti legislativi (“ingerenza” peraltro, che viene criticata o al contrario accettata e strumentalizzata, a seconda che essa riguardi temi cari o meno alla propria parte o alla propria visione del mondo). Si può disquisire se la Chiesa sia davvero un “centro di potere”, preoccupata solo “di far politica e…denaro” (i dati invece confermano che è innanzitutto struttura di servizio). E’ legittimo indagare sui reali o presunti legami di taluni esponenti delle gerarchie del Vaticano e della Cei con il mondo degli affari. Ci si può chiedere se la Chiesa cattolica possa fare, più di quanto già non faccia, direttamente o attraverso fondazioni e comitati vari, anche in termini finanziari, per la riduzione della miseria. Si può auspicare che la Chiesa di vertice sia meno dogmatica, che invochi meno il codice di diritto canonico e sia più aperta, ad esempio, in materia di morale sessuale. Si può e si deve parlare di colpe ed errori, ancor più gravi se commessi da dei religiosi. Si deve ascoltare un cardinale della levatura di Martini quando denuncia che nella Chiesa (nelle gerarchie) vi sono invidia, vanità, calunnie ed altri “vizi capitali”.
Senza però mai generalizzare, senza confusioni, evitando posizioni preconcette, cercando informazioni corrette, dando conto, ogni tanto, anche dei benefici e dei servizi resi e soprattutto distinguendo i diversi aspetti di una realtà, quella della Chiesa, che unisce dimensione pubblica e privata, che “resiste” – nonostante una storia fatta, com’è nella realtà delle vicende umane, di luci ed ombre – e che si sviluppa da duemila anni e che in ogni angolo della terra testimonia la bontà e l’attualità del Vangelo, predicando e praticando la giustizia, la solidarietà, la condivisione, l’attenzione ai più poveri e deboli, facendo proprio il messaggio d’amore insito nella “rivoluzione” cristiana.

Gianpietro Olivetto
(Rai, Gr Parlamento)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Un ringraziamento sentito a Gianpietro Olivetto per il coraggio innanzitutto e poi per la precisione e la chiarezza della sua esposizione, che non e' soltanto una "difesa" accorata della Chiesa ma soprattutto una relazione obiettiva. Obiettivita' che,anche leggendo il blog,qualche giornalista tende a dimenticare...
Francesca

euge ha detto...

Ogni tanto qualcuno che ha il coraggio di dire come stanno le cose si trova........è raro ma si trova!

mariateresa ha detto...

Questa testimonianza di Olivetto è senz'altro apprezzabile. Nello stesso tempo papa Eugenio Scalfari ricomincia il solfone anticattolico di curziomaltese memoria ull'Espresso, i privilegi della Chiesa, ecc. ecc..
Evidentemente molto, certi ambienti, hanno investito su questa operazione nonostante le fuffe più evidenti. Ma le fuffe non hanno importanza , quando l'ideale è considerato supremo nei confronti delle masse. Sembra proprio che dialogare con certuni sia come vomitare dall'aria della bocca. Bene, teniamolo presente.
Ci sono casi in cui parlare e testimoniare è inutile.
Speriamo che il caso di Olivetto sia diverso.

Anonimo ha detto...

Un ottimo articolo. I miei più vivi complimenti all'autore.

Anonimo ha detto...

La massima di Goethe posta all'intestazione della lettera di Olivetto :"Il vero oscurantismo e' mettere in circolazione cio' che e' falso",evidenzia una coincidenza incredibile con cio' di cui ha fatto cenno Francesca qualche giorno fa menzionando un articolo di Aldo Maria Valli che era il solo vaticanista ad avere informazioni da "dietro le quinte" della Santa Sede.
Ad ogni modo, c'e' da augurarsi che esistano piu' giornalisti come Olivetto, in grado di mettere i puntini sulle i , con tanto di cifre, fatti e fonti ben chiare.
Quando stai per perderci le speranze, leggere qualcosa come la lettera di Olivetto ti da' una spinta in piu'!!

euge ha detto...

Cara mariateresa, che dobbiamo fare? evidentemente, per Eugenio Scalfari e per i lettori di Repubblica, questi argomenti diventano il sostentamento quotidiano senza il quale non potrebbero vivere! Pazienza! C'è chi si accontenta di vivere sulle castronerie ognuno è libero di vivere la vita che vuole. del resto, ed io ne so qualcosa, con certa gente intrisa di ideologia ed anticlericalismo fino alla cima dei capelli è inutile dialogare. Questa gente non vede e non vuol vedere più in la del proprio naso.
Benissimo si tengano per loro e per i loro affezionati lettori, tutte queste fuffe come le definisci tu mariateresa..... io per mio conto, preferisco dedicare il mio tempo a leggere e riflettere sui scritti, omeli e catechesi del nostro Benedetto XVI che a differenza di quelle di papa Scalfari, insegnano ed aiutano a come affrontare la propria vita di credente.

Anonimo ha detto...

E se la chiesa fosse diversa da come crediamo?
L'impegno nell'evengelizzazione e nel sociale.
Il fatto che la Chiesa Cattolica sia l’ente più diffusamente presente nel terzo mondo ha una sua ragione storica nella penetrazione (devastante) delle potenze colonizzatrici europee cattoliche e nord americane compiuta in quelle stesse zone a cominciare da circa cinque secoli fa, non bisognerebbe dimenticarlo. Ed è bene ricordare che oggi, tra i missionari che consacrano la loro vita nel Sud del mondo, molti, come gesuiti e comboniani, fanno parte di quel popolo della Chiesa che spesso fatica a riconoscersi nelle politiche delle alte gerarchie, subendo così gli attacchi di quanti invece sempre le difendono (come si è purtroppo letto anche in questo blog). Delle 116 mila strutture assistenziali, inoltre, la maggioranza è considerabile Opera della Chiesa solo nominalmente, essendo strutture ormai affidate per la maggior parte ad operatori laici, data la grave crisi vocazionale e il mancato rinnovamento generazionale.
Otto per mille
Si afferma che: “dipende solo dalla volontà dagli italiani”. Il meccanismo prevede che la quota non direttamente assegnata, cioè per cui non sono state espresse preferenze, venga redistribuita secondo le proporzioni delle quote assegnate: ne deriva che, ad esempio, benché nel 2003 solo il 36 % ca. degli italiani abbia espresso la volontà di dedicare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica, la Cei abbia incamerato il 90% delle risorse, senza contare la parte consistene di quelle destinate allo Stato, gestite della Chiesa in quanto dedicate a finanziare opere di restauro di beni ed edifici a carattere religioso di valore storico ed artistico. Inoltre, dalla ridistribuzione della quota non assegnata sono escluse Chiese Avventiste e Chiesa Valdese, che espressamente dichiara di far uso dei soldi solo per attività di carattere caritativo, escludendo il sostentamento del clero e le esigenze di culto.
Finanziamenti alle Scuole Private
La questione è troppo complessa per essere ridotta a poche righe, solo mi permetto di fare due piccole osservazioni. La “libertà di scelta educativa” è un valore importante, ma a mio avviso secondario, o dipendente, da uno ben più grande: il diritto ad un’educazione “completa” e laica; lo Stato deve garantire al bambino l’accesso ad una cultura non condizionata dalle idee del genitore: ad esempio, il figlio di un fondamentalista islamico dovrebbe vedersi garantito da uno Stato civile il diritto ad un’istruzione che lo metta in condizione di valutare secondo coscienza le credenze del padre. Si parla di valore costituzionale, mi sembra giusto allora riportare la citazione: articolo 33 comma 3 “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Insegnamento della Religione
Le polemiche riguardo all’argomento vertono sostanzialmente su due punti che qui sono stati, forse solo per disattenzione, dimenticati. Il primo che l'idoneità all’insegnamento della religione cattolica è data dal Vescovo, ed essendo l’insegnante dipendente statale a tutti gli effetti, qualora il Vescovo revocasse l’abilitazione lo Stato sarebbe comunque obbligato a ricollocarlo nella Scuola. Il secondo riguarda gli stipendi: gli insegnanti di religione precari (soltanto loro) godono di uno scatto (aumento) stipendiale del 2,50% ogni due anni di insegnamento (sono escluse le così dette “supplenze brevi”).Quando passano in ruolo conservano l’incremento stipendiale maturato e quindi non percepiscono la retribuzione iniziale (stipendio base: 1.745 euro), come tutti gli insegnanti delle altre materie, ma una retribuzione maggiorata in ragione degli scatti stipendiali maturati
Ulteriori Finanziamenti
Tra i dati presentati sono omessi quelli dei finanziamenti eccezionali alle emittenti radiofoniche cattoliche o agli oratori; non vengono raccontati i casi clamorosi dell’approvigionamento idrico del Vaticano, o dei fondi speciali della regione Veneto per il disinquinamento delle acque di Venezia, stornati nelle case della curia.
Salva preti
Aggiungo una delle ultime conquiste ottenute dalla Chiesa sul nostro Stato: nel nuovo disegno di legge sulle intercettazioni è previsto che qualora nel corso delle intercettazioni emerga un reato a carico di un sacerdote debba subito essere avvertito il vescovo. Qualora invece emerga un reato a carico di un vescovo (cittadino italiano), dev'essere avvertito il Vaticano (cioè la sede di un altro Stato Indipendente). Ne deriva una sostanziale differenza di trattamento tra sacerdote e cittadino comune intercettato, ma soprattutto una grave discriminazione nei confronti di tutte le altre confessioni presenti in Italia, per cui non si prevede trattamento analogo.
Ste

Raffaella ha detto...

Abbiamo parlato fino alla nausea della necessita' che ciascuno, indipendentemente dai propri mezzi, possa accedere all'istruzione che piu' desidera.
E' chiaro che a decidere sono i genitori. Mi risulta infatti che la capacita' di agire si acquisti al compimento della maggiore eta' e non prima.
L'otto per mille e' devoluto liberamente a questa o a quella confessione religiosa.
La norma che fissa le redistribuzione della quota di chi non ha firmato e' del tutto ovvia e si basa sul principio di proporzionalita'.
Allo stesso modo vengono assegnati i seggi in Parlamento e qualsiasi altro atto che pressupponga una scelta o un voto.
Si rilegga il testo del disegno di legge sulle cosiddette intercettazioni.
Si scoprira' che la norma che riguarda vescovi e sacerdoti non ha nulla a che vedere con le intercettazioni, ma riguarda il processo penale.
Gia' il codice di rito prevede che «quando l`azione penale è esercitata nei confronti di un ecclesiastico o di un religioso del culto cattolico, l`informazione è inviata all`ordinario della diocesi a cui appartiene l`imputato».
Il disegno di legge risponde solo ad una esigenza di coordinamento.
Nei rapporti fra due Stati ci sono sempre procedure che vanno rispettate. Non c'e' nulla di strano.
Non serve tirare troppo la corda: se domani chiudessero caritas e enti cattolici, lo Stato farebbe un passo nel burrone visto che gia' sta sul precipizio.
R.

Anonimo ha detto...

forse ci si dovrebbe anche ricordare che per secoli, ovunque, la Chiesa ha gestito scuole, orfanotrofi e ospedali quando parole come solidarietà e assistenza ai bisognosi, ai soli e ai malati non erano nemmeno vagamente concepibili nel vocabolario delle amministrazioni statali. Se oggi tante strutture che fanno capo alla Chiesa sono portate avanti con l'impegno dei laici, ben vengano, io non mi limiterei a sottolineare l'aspetto delle crisi vocazionali, semmai il fatto che se tanti laici continuano a profondere il loro impegno all'interno della Chiesa evidentemente è perché in essa si riconoscono ed è all'interno di essa, della quale del resto fanno parte esattamente come le persone ordinate, che intendono lavorare e portare il proprio contributo, magari anche se non concordano proprio con ogni regola, piuttosto che limitarsi a puntare il dito e ad ergersi a giudici della storia.
E non meravigliamoci tanto se la gente continua a dare l'8 per mille alla Chiesa Cattolica, nonostante le brillanti inchieste di chi crede di doverci sempre svegliare dal torpore dell'ignoranza: di certo non sono loro madri e padri che quando chiudono le scuole si accorgono "sul campo" che i Comuni, alla faccia di tutte le tasse, sovrattasse e addizionali varie che gli paghiamo, non allestiscono un benemerito tubo per aiutarci ad accudire i figli durante l'estate, e allora toh... l'unica cosa che funziona, per 15 euro la settimana + 4 euro a pasto, è l'oratorio della tanto denigrata parrocchia, retta da uno di quei parroci così privilegiati che se emerge a suo carico una notizia di reato il suo Vescovo suo diretto superiore ne deve essere informato prima possibile per i provvedimenti disciplinari del caso. La discriminazione si può sempre rimuovere, ad esempio stabilendo che quando viene indagato un comune cittadino debba esserne avvertito il datore di lavoro, perché uolter non lo proprone? Più intercettazioni per tutti, se po' fà!

euge ha detto...

Per azzeccagarbugli......! :-)))))

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P.s se non sbaglio proprio uolter aveva ventilato un suo viaggio in Africa magari a scopi umanitari...... A quando la partenza?
Se pò fà