18 giugno 2008

Pio XII, il Papa che aprì la via al Vaticano II (Mazza)


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Pio XII, il Papa che aprì la via al Vaticano II

Un convegno e una mostra in Vaticano a 50 anni dalla morte di un «grande» del ’900

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Pio XII, un «grande Papa». Un «protagonista del Novecento» che, a cinquant’anni dalla morte, ancora aspetta di essere stu­diato e conosciuto «fino in fondo», soprattutto in quello che è stato il suo «fondamentale» contributo ma­gisteriale, che tanto avrebbe influi­to sul Concilio Vaticano II.
È appunto con questo intento che, il 6 e il 7 novembre prossimi, a ri­dosso dell’anniversario di Papa Pa­celli – scomparso il 9 ottobre 1958 – si terrà in Vaticano un Convegno di due giorni su L’eredità del magiste­ro di Pio XII, promosso congiunta­mente dalle Università pontificie La­teranense e Gregoriana, dove il Pa­pa studiò. A presentare ieri l’ap­puntamento sono stati proprio i due rettori degli atenei, monsignor Rino Fisichella e padre Gianfranco Ghir­landa, nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche monsignor Walter Brandmül­­ler, presidente del Pontificio Comi­tato delle Scienze Storiche, il diret­tore de L’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, e il professor Giovanni Morello, presidente della Fondazio­ne per i Beni e le attività artistiche della Chiesa, curatore della seconda iniziativa che la Santa Sede ha volu­to dedicare a Pacelli: una mostra fo­tografica dal titolo Pio XII: l’uomo e il pontificato, che si terrà presso il Braccio di Carlo Magno (colonnato sinistro di Piazza San Pietro) dal 21 ottobre al 6 gennaio 2009.
«Visto che la storiografia descrive ed interpreta i papi e i pontificati spes­so in chiave piuttosto politica, è no­stra intenzione – ha detto Brandmüller – ministero petrino, che per sua natura non può essere altra che quella del Sommo Ponte­fice, cioè l’annuncio della verità del Vangelo di Cristo e la guida spirituale della Chiesa». La scelta organizzati­va, come hanno spiegato Fisichella e Ghirlanda, è stata alla fine quasi obbligata perché se «molti aspetti» dei ventennale pontificato di Pio XII «sono già stati studiati e la letteratura è sotto gli occhi di tutti – ha spiega­to il rettore della Lateranense – ciò che resta per molti versi ancora sco­nosciuto è l’influsso che Pio XII ha svolto sul Concilio Vaticano II». Il suo insegnamento «profondo e lungi­mirante – ha aggiunto Fisichella – è verificabile nella sequenza delle 43 encicliche che segnarono il suo pon­tificato e i numerosissimi discorsi con i quali affrontò i temi più con­troversi all’epoca», un magistero riassumibile in «alcuni tratti pecu­liari »: la promozione della dottrina, la difesa della dottrina e la rilevan­za degli errori, il suo puntuale inter­venire «in maniera chiara ed espli­cita » in «diverse circostanze, quan­do le esigenze lo richiedevano e quando vi era una esatta informa­zione sui fatti e si vedeva la loro con­seguenza ». Insomma, un convegno «con un in­tento celebrativo davvero alto – ha osservato Vian – che punta alla ri­costruzione intera della figura e del­l’opera di Pacelli, finora troppo ap­piattita sugli anni tedeschi e sugli anni della guerra».

E, a questo ri­guardo, in risposta una domanda sul presunto 'silenzio' di Pio XII ri­spetto al nazismo, Brandmüller ha sottolineato come «il Vaticano ha pubblicato la gran parte del mate­riale a sua disposizione, mentre al­tri archivi ancora aspettano di esse­re aperti», come «15 archivi israelia­ni », e «lo stesso Jews World Congress finora non ha aperto il proprio ar­chivio ».

Quanto è disponibile, ha chiosato Fisichella, mostra abbon­dantemente l’infondatezza di quel­le accuse «ma certe fissazioni – ha detto il presule – resistono a lungo».

© Copyright Avvenire, 18 giugno 2008

Dal «privato» familiare al soglio di Pietro: la vita di Pacelli raccontata in una mostra

Dal 21 ottobre apre in piazza San Pietro l’esposizione di foto, cimeli e documenti di Pio XII. Presenti le opere della raccolta d’arte contemporanea dei Musei Vaticani voluta da Pacelli

DA ROMA

Foto, documenti, molti dei quali anche inediti, cimeli, opere d’arte. Testimonianze dirette e indirette per aiutare a ripercorrere una vicenda umana e spirituale ricchissima e, per molti versi, ancora tutta da scoprire. È con questi intenti che dal 21 ottobre di quest’anno, e fino al prossimo 6 gennaio, si aprirà la mostra Pio XII: l’uomo e il pontificato, ospitata nel Braccio di Carlo Magno, l’area espositiva del Vaticano al vertice dell’emiciclo destro del colonnato del Bernini.
Un’esposizione che « attraverso foto d’epoca, in gran parte fornite dal servizio fotografico di L’Osservatore Romano, documenti e cimeli personali, concessi sia dalla Famiglia dei Principi Pacelli che dalla ' Famiglia Spirituale Opera' – ha spiegato Giovanni Morello, presidente della Fondazione per i beni e le attività artistiche della Chiesa e curatore della mostra – presenterà, in maniera cronologica, i passi salienti della vita di Eugenio Pacelli, seguendone gli studi giovanili, la sua attività di giovane minutante presso la Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari, la sua consacrazione episcopale, l’elevazione alla porpora cardinalizia e quindi al Soglio di Pietro ».
Sarà dunque un percorso minuzioso che attraverserà tutti gli 82 anni di vita di Pio XII, con ovviamente un’attenzione speciale agli anni del pontificato e « con particolare riferimento alle vicende degli anni bellici e dell’azione umanitaria svolta dalla Santa Sede a favore di singole persone e intere popolazioni, come quella romana » . Ma non sarà tutto qui: infatti, ha aggiunto Morello, « l’esposizione oltre al suo carattere storico e documentario, di indubbio interesse, presenta anche un sorprendente aspetto artistico. Non tutti, infatti, sono a conoscenza che il primo nucleo della Raccolta di Arte contemporanea presso i Musei Vaticani, ampliata poi durante il pontificato di Paolo VI, risale appunto all’iniziativa di Pio XII » . Così, con la collaborazione dei Musei Vaticani, saranno esposte « dieci opere di questo nucleo originario, comprendente dipinti di Carrà, De Chirico, De Pisis, Morandi, Rouault, Sironi, Utrillo ed altri, insieme ad alcuni dei bozzetti presentati al concorso per la Porta Santa di San Pietro, in occasione dell’Anno Santo 1950 » .
(S. M.)

© Copyright Avvenire, 18 giugno 2008

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