21 luglio 2007

Chi c'e' dietro l'offensiva mediatica contro Magdi Allam?


Vedi anche:

La modernita' nel Pontificato di Papa Benedetto

Messa tridentina: sia un impulso al miglioramento per la liturgia

Il Papa: ringraziamo Dio perche' l'Europa e' in pace

Il Papa in Cadore: cronaca della dodicesima giornata

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Il Papa: le stelle alpine? Grazie! I funghi? Li ho mangiati. Ai giornalisti armati di taccuino: perche' scrivete? Non ci sono notizie!

Padre Bossi: il Papa telefona a Prodi

Sulle tracce dei nonni materni di Papa Benedetto...

All'Angelus di domenica potrebbero essere presenti il Patriarca di Venezia e l'arcivescovo di Hong Kong

Puo' ancora fare scalpore il fatto che il Papa vada a cena da una sua collaboratrice?

Benedetto XVI e l'apertura alle donne

I "censori" del Papa se la prendono anche con Magdi Allam e firmano un manifesto per "mettere all'indice" il libro "Viva Israele"

La conferenza stampa del cardinale Bertone raccontata da chi l'ha ascoltata

LA CONFERENZA STAMPA DEL CARDINALE BERTONE IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

Benedetto XVI, il Papa femminista

Il Papa e il gentil sesso: uno che capisce le donne

IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

BRANCA, MELLONI, BIANCHI E GLI ALTRI DELL’APPELLO DI RESET

La crema del cattolicesimo democratico si schiera contro Magdi Allam

Giulio Meotti

C’è dentro di tutto nell’appello di Reset contro Magdi Allam e firmato da oltre duecento intellettuali. Il mensile di Giancarlo Bosetti si è inventato un nuovo format, il “resettismo”, cioè se l’islam moderato non esiste, io me lo invento. La “messa all’indice” di Allam, come l’ha correttamente definita Pierluigi Battista sul Corriere della sera, l’attacco ad personam al giornalista arabo sotto scorta da quando su Repubblica svelò la guerra contro gli ebrei propagata dalla moschea di Roma, è sostenuta da numerosi intellettuali cristiani à la page e da rappresentanti del cattolicesimo democratico.
Si va da Agostino Giovagnoli, storico alla Cattolica di Milano, Alfredo Canavero che scrive per Avvenire, Guido Formigoni, studioso di cattolicesimo, fino al monaco Enzo Bianchi, checonfeziona cristianesimo pret-à-porter e parla di “un solo Dio, molti modi per dirlo”. Ci sono anche Massimo Jevolella, autore di “Le radici islamiche dell’Europa”, e Alberto Melloni, lo studioso giovanneo che pensa che la chiesa cattolica, oltre che con il mondo, possa conciliarsi anche con i Fratelli musulmani. E ancora l’ebraista Paolo De Benedetti, a cui la rivista bazoliana Humanitas ha dedicato una monografia, il medievologo Franco Cardini, la poetessa Patrizia Valduga, l’egiziano Nasr Abu Zayd, il biblista Piero Stefani, che insegna dialogo con l’ebraismo all’Istituto di studi ecumenici di Venezia, e il filosofo della
Cattolica di Milano, Franco Riva, autore di libri per le edizioni cattoliche Città Aperta.
Ci sono anche il gran censore Angelo D’Orsi e il mistico Gabriele Mandel, che fantastica su come nell’islam l’inchiostro del dotto valga di più del sangue del martire.
La fucilata mediatica contro Allam è però diretta da Paolo Branca, islamologo di riferimento dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi e di quel mondo milanese che denuncia la perdita del senso dell’“altro”, quando in realtà ha perso quello di sé.
Orientamento margheritico, arabista alla Cattolica di Milano, dove è sostenuto molto da Sant’Egidio, Branca è presenza fissa sul settimanale della diocesi (Incrocinews), Famiglia Cristiana e Vita. Teorico della contaminazione delle culture, Branca è fautore del modello “interculturale”, quello che ha partorito l’idea di un “catechismo islamico” e che si porta bene all’Infedele di Gad Lerner (“lavoriamo perché il nostro mondo diventi un grande laboratorio interculturale”). A domanda sugli attentatori del 7 luglio 2005, Branca ha risposto puntando il dito contro i “fenomeni di razzismo ed esclusivismo”. Esperto di abbassamento dei toni, dopo gli attentati di Sharm el Sheikh ha detto che “sta a noi andare nel centro islamico più vicino, varcare la soglia delle loro case per esprimere la nostra solidarietà”.
Ha proposto di insegnare lingua araba alle elementari e fu protagonista di un’equivoca “Giornata del dialogo CristianoIslamico” del novembre 2001, assieme allo sponsor dell’islamista Tariq Ramadan, il sociologo Stefano Allievi, e il leader dell’Ucoii Hamza Piccardo.
Contro la proposta di Allam a favore dei cristiani martoriati Branca disse: “Il successo gli ha fatto perdere il senso della misura”.
Su Repubblica ha paragonato il trattamento dei musulmani milanesi a quello degli ebrei tedeschi durante il nazismo. Branca è stato lo sponsor della scuola di via Quaranta, la madrassa dove si studiavano arabo e sure e si trasformavano gli studenti in pupilli
coranici. Ne fu il garante davanti alle istituzioni fino allo scoppio del caso, il 30 agosto 2005. Legato ad Abdel Hamid Shaari,
il presidente dell’istituto culturale islamico di viale Jenner, Branca faceva parte di un giro cattoprogressista assieme a Lidia Acerboni, attuale direttrice di via Ventura, Sandro Antoniazzi e Milena Santerini di Sant’Egidio, tutti ulivisti che tentarono di rendere “presentabile” la scuola.
Fallito il modello via Quaranta, Branca ha introdotto nella Cattolica un “Laboratorio interculturale”, un corso rivolto agli insegnanti che sarebbero dovuti andare nelle scuole a fare ore integrative di islam. Al termine è stato realizzato un dvd, “Conosciamo l’islam”, storie minimaliste di percorsi d’integrazione ben riusciti, dalla ragazza che porta il velo a scuola e fa l’educatrice in oratorio, al giovane immigrato che lavora duro e si compra casa. Nel dvd ci sono interventi di Branca, Allevi, Cardini, il saltimbanco Moni Ovadia e il biblista martiniano Gianfranco Ravasi. La ragazza che porta il velo e va in oratorio è quella Sara Orabi che a “Porta a Porta” giustificò la lapidazione delle adultere.
Commentando le invocazioni contro lo stato d’Israele dell’imam Moussa di Roma, Branca ha detto che “sulle questioni prettamente politiche, come Cecenia e Palestina, le parole dell’imam possono trovare consenso unanime”, non sembrano contenere inviti espliciti al terrorismo, sono “allarme culturale, più di natura religiosa che politica”.
Di fronte a tanta sensibilità interculturale, non è difficile capire da che parte bisogna stare. Con Magdi Allam. E la sua “tifosa” apologia dello stato d’Israele, pegno che l’islamismo
vuole far pagare all’occidente.

© Copyright Il Foglio, 21 luglio 2007

Sono profondamente delusa dal comportamento del prof. Franco Cardini!
R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Raffalella, il comportamento del prof. Cardini, segue questa linea da almeno 10 anni (basta fare una ricerca in rete per rendersene conto), se in passato poteva apparire meno evidente, è perche, fino al 2004, le sue esuberanze erano, in qualche modo, mitigate, da un amico comune che, l'11 febbraio di quell'anno, il Signore ha voluto fosse chiamato a partecipare, in eterno, alla Sua gloria.
Auguriamoci, e preghiamo anche, perchè, da lassù, possa preservarlo in futuro da sbandate che potrebbero essere molto peggiori di questa.

Anonimo ha detto...

Grazie Charette per essere una delle memorie viventi del blog :-)

Anonimo ha detto...

Scusa Raffaella ma non sono d'accordo sul fatto che quella di Cardini sia una caduta!
E'vero, il gruppo di "intellettuali" che si accanisce in questo modo contro Allam ha assunto un comportamento assai scorretto...

Tuttavìa Cardini da eccellente studioso del Medioevo sà per certo che una intesa del Cristianesimo con l'Islam, sul piano dottrinale, in linea di principio, è possibile.
E'possibile ed in passato c'è già stata.
Mi pare comprensbile che si schieri contro chi avversa fieramente questa intesa.

E'vero, anche nel medioevo i governanti si facevano la guerra, mobilitavano le popolazioni le une contro le altre, tuttavìa oltre questo c'era un "di più" di cui Cardini ha cognizione.
Al contrario, intellettuali come Allam questo "di più" non lo vedono, e vogliono un'Islam "denaturato" col quale per certo non sarà possibile alcuna intesa.

Ricordiamo che il fondamentalismo Islamico è frutto di tentativi di modernizzazione dell'Islam!
Fra le due guerre mondiali e nel dopoguerra si dovette creare un Islam ideologgizzato che potesse essere un soggetto politico sullo scacchiere internazionale...

Anche quello di Khomeini, d'altro canto, fu un tentativo di modernizzazione dell'Islam, e si vede che frutti abbia portato.

Credo che noi cristiani facciamo meglio a sceglierci alleati non così equivoci come Allam... che è poi anche un bel seminatore di zizzania!!!
Qualcuno l'ha letto il libro???
Già dal titolo si capisce come avesse tutte le intenzioni di suscitare il polverone che in effetti ha suscitato... con tutto l'odio e l'astio reciproco dei vari faziosi!!!

Anonimo ha detto...

Ciao Federico, non ho letto il libro di Allam, pero' qui si tratta di una questione di principio: perche' duecento intellettuali sentono il bisogno di attaccare una singola persona? Si possono contestare le sue idee, pero' mi sembra assurdo formare una sorta di associazione per denigrare un singolo scrittore.
Ciao

Anonimo ha detto...

In questo sono d'accordo con te e con tutti quelli che hanno commentato i post precedenti sull'argomento!
A mio avviso comunque Magdi Allam è un gran provocatore, sta facendo di tutto per offrire una immagine bieca e riduttiva dell'islam...
Si sta facendo dare torto da questo gruppo di intellettuali, che vogliono democratizzare l'islam, il che rientra lato sensu nei suoi intenti!
Dalle rovine snaturate di una religione, anche se è una eresìa come l'islam, non può sorgere nulla di buono!!!
Il terrorismo e i kamikaze /ut vocant/ ne sono un esempio...
Lui strizza l'occhio a noi cattolici ma non so quanto bene ne venga alla Chiesa dalle sue prese di posizione...
Grazie Raffaella che ospiti anche i commenti un pò polemici.
Sei veramente imparziale, complimenti:-)))