14 settembre 2007

Il teologo Nicola Bux a Radio Vaticana: è ben triste che persone che passano per liberali e tolleranti si scandalizzino per la Messa tridentina


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Oggi entra in vigore il Motu Proprio del Papa sull'uso del Messale Romano del 1962. Il cardinale Castrillón Hoyos: sia un motivo di gioia per tutti. I chiarimenti di don Nicola Bux

Entra oggi in vigore il Motu Proprio di Benedetto XVI, Summorum Pontificum, sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970. Il documento liberalizza l’utilizzo del Messale Romano del 1962, che, ricordiamo, non è mai stato abrogato.
In particolare, il Motu Proprio stabilisce che spetta al parroco accogliere le richieste di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica. Intanto, in un editoriale, la rivista dei gesuiti, Civiltà Cattolica, sottolinea che sono infondati i timori di quanti ritengono il Motu Proprio un passo indietro rispetto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Sul vero significato di questo documento pontificio, Giovanni Peduto ha raccolto la riflessione del cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei e per molti anni prefetto della Congregazione per il Clero.


Animato da spirito di “riconciliazione”, come il Papa stesso ha sottolineato in una lettera ai vescovi di tutto il mondo, il Motu Proprio è stato accompagnato da timori e preoccupazioni. Anzi, come il Santo Padre stesso ha rilevato, “notizie e giudizi fatti senza sufficiente informazione hanno creato non poca confusione”. Alessandro Gisotti ha rivolto al teologo don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, alcuni quesiti proprio sui punti oggetto di maggiore confusione da parte dei mass media:

D. – Qualcuno sostiene che con il Motu Proprio Summorum Pontificum si torna indietro rispetto al Concilio Vaticano II. E’ vero?

R. – L’ultima cosa che il Papa potrebbe desiderare è di usare la sua autorità per bandire un rito, quello che dal Concilio Vaticano II ad oggi ha segnato la vita di due generazioni di cattolici. Quindi, è assolutamente differente dall’imposizione di una riforma fabbricata da esperti. Credo che poi gli orientali ortodossi lo capiscano bene e non a caso - mi sembra - che il miglior assist al Motu Proprio è arrivato dal Patriarca di Mosca, con la motivazione che “ogni recupero della tradizione liturgica va salutato positivamente ed avvicina fra loro i cristiani”. Per chi conosce Benedetto XVI, mai egli abuserebbe dell’autorità per raggiungere uno scopo apparentemente buono, tanta é profonda la conoscenza che egli ha dell’intimo rapporto tra Liturgia e vita dei fedeli.

D. – Ma, poi, questo Messale è stato mai abrogato?

R. – Questo Messale si è presunto che si sia stato abrogato dal Vaticano II, ma non è assolutamente così, perché – come diceva il cardinale Newman – nel corso della sua storia la Chiesa non ha mai abolito o proibito forme ortodosse di Liturgia, perché ciò sarebbe estraneo allo spirito stesso della Chiesa.

D. – Si dice da più parti: “No al ritorno al latino, una lingua morta, che i fedeli non comprendono”. Ma il latino non è ancora la lingua ufficiale della Chiesa?

R. – L’importanza della lingua latina nella Liturgia va vista proprio all’interno dell’inevitabile – direi – riferimento ad una lingua certamente classica, ma - nello stesso tempo - strumento di unità. Un po’ come avviene per gli ortodossi con la lingua greca o la lingua slava: essi continuano infatti ad usarla ordinariamente nella Liturgia per i testi e per i canti, accanto naturalmente alla lingua parlata. Penso che non ci debba essere alcun problema in merito.

D. – Per qualcuno, con questa liberalizzazione del Messale di Pio V c’è il rischio che si formino delle Chiese parallele. E’ davvero così?

R. – E’ noto che la questione della Liturgia sia al centro dei pensieri del Papa, già da quanto era teologo e cardinale e, quindi, per lui rappresenta un po’ il centro di qualsiasi rinnovamento della Chiesa, anche perché da sempre è fonte di conversione e di cambiamento di tanta gente, di ogni lingua e nazioni. L’esempio celebre di Agostino e la Liturgia di Ambrogio. Per questo il Motu Proprio, che permette un uso più ampio della Liturgia, ha avuto una lunga gestazione, come è noto.

Stiano, quindi, tranquilli: nessuno obbligherà chicchessia a celebrarla, ma è ben triste che persone che passano per liberali e tolleranti si scandalizzino di un atto che allarga gli spazi di libertà. E’ noto che il Papa con questo atto liberale ha lanciato un grande segnale di riconciliazione. Non ha abolito il nuovo rito per dire “si usi l’antico”, ma ha messo accanto anche questo rito.

D. – Il Motu Proprio rimette ai sacerdoti la decisione di accogliere le richieste dei fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica. Per questo qualcuno ha affermato che il vescovo viene ridotto a notaio. E’ così?

R. – Chiunque conosce le premesse dei Libri Liturgici sa che la Santa Sede – e, quindi, il vescovo di Roma - ha una prerogativa ultima nella regolamentazione della Liturgia. Come è noto il grande rischio negli ultimi decenni è che ciascuno si faccia la propria Liturgia, mentre invece ci deve essere una fondamentale unità della Liturgia Romana, pur nelle differenziazioni. Credo che questo lo possa garantire soltanto il vescovo di Roma, che è il principio visibile dell’unità della Chiesa, come dice la Lumen Gentium.

D. – Per qualcuno il Summorum Pontificum è la dimostrazione del tradizionalismo di Benedetto XVI. Ma non era stato già Giovanni Paolo II, nel 1988, a promulgare un Motu Proprio sull’uso del Messale del 1962?

R. – Bisogna fidarsi di Benedetto XVI. Egli porterà pian piano la saggezza dell’immaginazione cattolica nella vita liturgica della Chiesa odierna. E questo perché egli comprende bene quanto la creatività e la genialità non siano ostili alla tradizione, ma ne facciano parte come linfa dello Spirito Santo. Non è un tradizionalista reazionario il Papa, ma nemmeno un opportunista liberale. E’ un saggio amministratore, che sa estrarre cose nuove e cose antiche, come dice Gesù nel Vangelo.

© Copyright Radio Vaticana

Peccato che non tutti possano godere della stessa "linfa"!
R.

3 commenti:

paola ha detto...

Oggi, festa liturgica della santa croce, è un grande giorno per la Chiesa e tutti quelli che la amano.E' una svolta storica epocale che porterà frutti abbondanti,anche se nella mia città sarà difficile che avvenga sono felice per quelli che possono goderne e per quelli che la riscoprono perciò rendo grazie a Dio e a questo grande Papa ,per la sua dottrina,il suo coraggio e la serenità che emana,nonostante sia come disse nel discorso del suo insediamento come agnello in mezzo ai lupi,sosteniamolo sempre,Paola

euge ha detto...

Cara Paola hai detto delle cose sacrosante e bellissime!!!!!! Io ho sempre sostenuto perchè ne sono convinta, che Papa Benedetto XVI è il più bel regalo che potessimo ricevere da Gesù. Proprio in questo giorno vorrei che tutti coloro che lo amano, che lo rispettano , che lo seguono ed aprrezzano il suo valore ed ascoltano con l'attenzione del cuore e della mente le sue parole, si stringano intorno a lui con la preghiera perchè egli non sia mai solo in questo branco di lupi che tentano in tutti i modi di dilaniarlo!!!!!!! Come ho già detto più di una volta, questi signori che si sentono tolleranti a prescindere, non sono in grado poi di accettare e di ubbidire ad una decisione del Papa hanno la mente più chiusa dei peggiori conservatori. Solo una cosa resta da dire ............... Che Dio li perdoni per la loro ottusità. La cosa grave comunque è che questa ottusità sia manifestata anche da coloro che devono obbedienza al Santo Padre preti, parroci, Vescovi, Cardinali ed affini che si sentono talmente poco umili da pretendere di saperne più del Papa.
Ribadisco POVERA BARCA DI PIETRO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Per grazia di Dio c'è Benedetto alla sua guida sennò chissà a quest'ora dove eravamo........ non oso neanche immaginarlo.
Eugenia

paola ha detto...

Io sono una nedofita di internet ho cominciato tardi ed è stato proprio per seguire più da vicino il magistero di Benedetto xvi perchè i media sono assulutamente insufficienti a riportare il suo pensiero e la sua parola, e,così mi sono imbattuta quasi per caso in quersto blog ed ho sxcoperto ched c'è tanta gente che lo segue e che lo ama e credo che sia un mezzo importante per sostenerlo e farlo conoscere perciò grazie a voi tutti ed in particolare a Raffaella che tiene in vita questo blog, Paola