13 settembre 2007

Come ci si comporta al cospetto del Papa (di Alessandra Borghese)


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Quelle mani sulla spalla del Papa

Dall’inchino di una volta alle troppe cadute di stile. L’esempio dei monaci

INIZIO QUESTA nuova rubrica con un sommesso entusiasmo. Non voglio alzare troppo le mie aspettative. Sarete poi voi lettori a giudicare il mio lavoro. Vi ringrazio però fin d’ora per l’attenzione e la simpatia che vorrete riservarmi.
ATTRAVERSO il mio sguardo cercherò di trattare di volta in volta argomenti di attualità, avvenimenti di cronaca nazionale e internazionale. Chi mi conosce o ha letto alcuni dei miei libri penserà che la maggior parte dei miei interventi avranno uno sfondo religioso e spirituale. Non nego di essere credente e praticante e a dire il vero non reputo ciò un limite, anzi direi un completamento della mia vita. Cercherò quindi in tutta libertà, di analizzare, riflettere e interrogarmi ad alta voce sul perché di alcuni fatti che hanno attirato la mia attenzione.

ECCO la mia prima proposta.

Sono appena tornata dall’Austria dove ho seguito Benedetto XVI. Non entrerò nel contesto pastorale del pellegrinaggio papale ma piuttosto su un fatto che mi continua a lasciare perplessa. Purtroppo, salvo rare eccezioni, è da tempo che non sappiamo più come comportarci davanti ad un papa e neanche come salutarlo. Sarà forse a causa della tanto acclamata globalizzazione o volgarizzazione che è riuscita a livellare anche i rapporti interpersonali?

Così quando qualcuno si trova davanti al papa (ciò vale anche per il clero), lo saluta con una semplice stretta di mano come se fosse un amico o un conoscente, qualcuno alla pari. C’è chi addirittura agguantata la mano del pontefice trattenendola più del dovuto e chi azzarda anche un colpetto sulla spalla. I fortunati volgono poi subito lo sguardo all’obbiettivo del fotografo per procurarsi la bramata fotografia da esporre in cornice nel salotto di casa.

UN TEMPO ci si inginocchiava e si baciava l’anello del papa. Non era di certo un gesto di galanteria ma un segno di deferenza e di sottomissione al ruolo che il papa ricopre come vicario di Cristo sulla terra. A pochi chilometri da Vienna i monaci dell’antichissima Abbazia di Heilegenkreuz, il più antico monastero cistercense al mondo aperto senza interruzioni dalla fondazione nel 1135, hanno invece dato prova di non aver perso la devozione a Roma e al papa.

NETTISSIMO il contrasto di questi giovani monaci con altri giovani e meno, nello stile e nel comportamento, anche se ormai i pochi che hanno stile sono mosche bianche in una società che spinge a livellare tutto e tutti verso il basso. Tra il gruppo di monaci schierati per accogliere papa Benedetto spiccava la presenza di una guardia svizzera. Fatto del tutto anomalo perché come è noto il compito di questo corpo speciale è la sorveglianza del papa tra le mura vaticane. Ma il giovane Pius Ruegg dopo aver servito come guardia nel palazzo apostolico per 5 anni, ha deciso di iscriversi a Teologia ed entrare in convento.

QUESTA decisone gli ha lasciato il privilegio di poter indossare l’antica uniforme soltanto in presenza del Santo padre. Il programma papale austriaco prevedeva, guarda caso, una visita proprio a quel convento così ricco di tradizione, considerato molto conservativo, ma anche pieno di nuove giovani vocazioni.

© Copyright Il Resto del Carlino, 13 settembre 2007

In effetti ho notato anche io queste stranezze. Nulla di strano se i ragazzi non sanno come comportarsi: forse qualcuno avrebbe dovuto insegnare loro che un cattolico dovrebbe, almeno, inchinarsi e baciare l'anello del pescatore. Sinceramente non me la sento di riproverare i ragazzi, anzi, il fatto che abbiano abbracciato il Papa mi ha fatto molto piacere. Certo! Avrebbero anche potuto baciargli l'anello ma qualcuno l'ha spiegato?
Mi ha sfavorevolmente sorpreso l'atteggiamento di alcuni vescovi austriaci (non sto parlando del cardinale Schönborn) che hanno semplicemente dato la mano al Santo Padre. Bah! Non dovrebbero essere i prelati i primi a dare l'esempio?
Cio' che piu' mi ha colpito della visita all'Abbazia di Heilegenkreuz e' la giovane eta' dei monaci...una bella atmosfera
!
Raffaella

1 commento:

Luisa ha detto...

Come Alessandra Borghese e Raffaella sono stata colpita nel vedere i vescovi e anche cardinali austriaci (non il card.Schönborn) stringere la mano di Benedetto XVI senza inginocchiarsi o almeno baciare l`anello,come se incontrassero una persona qualunque e non il Vescovo di Roma.
Se i pastori non danno l`esempio come si può pretendere che chi li segue faccia altrimenti?
Quello che mi interpella in questo atteggiamento è ciò che si puo dedurne, e cioè la perdita del senso che quel gesto rappresenta e cioè la deferenza e la sottomissione al Vescovo di Roma , con tutte le sue conseguenze logiche che vediamo anche attualizzate nelle reazioni di certi vescovi di fronte al Motu Proprio.