14 settembre 2007

Messa tridentina: il commento del card.Bertone (Apcom) e del card. Castrillon (Petrus)


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di Angela Ambrogetti

CITTA’ DEL VATICANO

“Nessun vescovo può impedire ad un parroco e ad un gruppo di fedeli di celebrare la Messa con il Messale del ‘62, perché nessuno è al di sopra del Papa”. E’ la risposta del Cardinale Dario Castrillon Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” che si occupa dei rapporti con tradizionalisti lefebvriani, rilasciata a “Petrus” in merito alla decisione della Diocesi di Milano, guidata dal Cardinale Dionigi Tettamanzi, di scoraggiare, se non addirittura vietare, l’applicazione del motu proprio “Summorum Pontificum”.

La replica del porporato arriva proprio nelle ore in cui entra in vigore il motu proprio firmato lo scorso mese di luglio da Benedetto XVI. Lo stesso Cardinale Castrillon sarà oggi a Loreto per celebrare la Messa con rito tridentino. “Non è un scelta - dice il Presidente di Ecclesia Dei -, sono stato invitato e mi è sembrato bello andare”.

La posizione è chiara: l’antico rito non è assolutamente un tornare indietro, “anzi, significa comprendere e attuare a pieno il Concilio Vaticano II. Non si deve perdere la ricchezza di 1000 anni di tradizione e di fede, non si deve pensare che la Messa sia stata celebrata in modo sbagliato sino al Novus Ordo. Il gesto del Santo Padre è un gesto che aumenta la libertà, non la restringe”.

E a chi teme di dover seguire "per forza" la Messa tridentina di San Pio V, Castrillon risponde chiaramente: ”Non c’è obbligo per nessuno, la Messa verrà celebrata solo su richiesta dei fedeli, quindi nelle parrocchie resterà tutto come prima.

Si avrà solo una possibilità in più, sarà un modo in più per far conoscere meglio a molti giovani la tradizione della fede”. Sarà anche una cartina di tornasole per provare la fedeltà al Concilio? “Certo - dice Castrillon -, perché al Concilio si resta fedeli, anzi lo si segue con maggiore attenzione. La scelta sarà dei fedeli e dei parroci, i vescovi interverranno solo se ci saranno problemi”.

Anche sul tema della preghiera per gli ebrei il Cardinale usa toni tranquillizzanti. Le preghiere sono state adeguate dal Papa Giovanni XXIII. ”La Chiesa cattolica prega per la salvezza di tutti. È la sua missione. Niente di più”. Del resto, il problema era già stato esaminato da Giovanni Paolo II e ci sono molti che, pur essendo completamente legati alla Chiesa e al Concilio, avevano chiesto questa possibilità. Un po’ di confusione poi è stata creata dalla espressione “Messa in latino”. Anche il messale post conciliare, di Paolo VI, quello che viene usato regolarmente oggi, prevede l’utilizzo della lingua latina. I Pontefici lo usano, ad esempio, nelle celebrazioni in San Pietro. A rendere differente il messale del 1962, cioè il rito tridentino aggiornato da Giovanni XXIII, sono diverse parti della Messa.

“Il Papa ha dimostrato di essere molto liberale - conclude il porporato - e di ascoltare tutte le istanze dei fedeli”. Vedremo dunque già domenica prossima in quante parrocchie i sacerdoti celebreranno Messa “versus orientem”.

Petrus

Un ringraziamento sincero agli amici di Petrus ed in particolare ad Angela Ambrogetti. Mi pare che da questa intervista risulti lampante la corretta interpretazione del motu proprio.
Raffaella


CARD. BERTONE: RISPETTO PER CHI VUOLE MESSA IN LATINO
"Nonostante tutte le critiche che ci sono state"

Roma, 13 set. (Apcom) - "Nonostante tutte le critiche che ci sono state" nei confronti del motu proprio del Papa che liberalizza il messale pre-conciliare (la cosiddetta messa in latino) e che entra in vigore domani, "bisogna comprendere il valore di questa connessione tra passato e presente della Chiesa": lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, a conclusione di una messa che ha celebrato questa sera nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma.

Il 'primo ministro' del Papa si è intrattenuto con i cronisti che gli domandavano un commento sulle recenti resistenze al provvedimento papale che va incontro alle richieste dei cattolici tradizionalisti. "L'oggi non rinnega mai il patrimonio del passato", ha detto il porporato, che ha anche sottolineato come, durante la celebrazione eucaristica di questa sera (vigilia della festa dell'esaltazione della Croce), l'assemblea abbia cantato in latino "una bellissima Salve Regina: una meraviglia!".

"Non dimentichiamo questo passato - ha aggiunto il cardinal Bertone - e abbiamo rispetto per coloro che vogliono tenerlo vivo nel cuore e nei riti della Chiesa".

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