13 settembre 2007

Il Papa in Austria, crocevia di tre grandi civiltà


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La visita di Benedetto XVI nel cuore dell’Europa cristiana per rilanciare l’opera di evangelizzazione

Pellegrino in Austria

di Paolo Merenda

“Mi faccio pellegrino in Austria”, così il Papa, al suo arrivo all'aeroporto di Vienna, ha salutato gli austriaci. Benedetto XVI, dopo aver ricevuto il benvenuto dal presidente Heinz Fischer e dalle autorità civili, ha parlato dell'Austria come “spazio culturale nel centro dell'Europa che supera frontiere e congiunge impulsi e forze di varie parti del Continente”. Non è stato, dunque, quello di Bendetto XVI, un viaggio politico, come molti hanno sostenuto nei giorni precedenti, ma un vero e proprio pellegrinaggio per celebrare gli 850 anni della fondazione del santuario mariano di Mariazzel, un santuario a cui Benedetto XVI è particolarmente legate, visto che, una copia della Vergine di Mariazzel si trova anche nella cappella del suo appartamento. Un viaggio squisitamente pastorale, in un paese che è sintesi di tre grandi civiltà: la germanica, la latina e la slava. Un paese, porta dell’Europa, le cui radici cristiane si diramano per tutto il continente. E di queste radici forti e indissolubili su cui l’Europa è fondata, ha parlato il Santo Padre nel suo incontro con il mondo della politica e della diplomazia austriaca. Un paese, l’Austria, che sebbene ricco di presenza cristiana, (basti pensare alle grandi abbazie e ai luoghi di culto e di preghiera, che popolano il paese), si è lasciato coinvolgere dal secolarismo, alla stessa maniera di altri paesi europei.
Ma Benedetto XVI non ha esitato a far sentire la propria voce anche su questioni importanti della vita umana e della sua dignità, come ad esempio l’aborto, l’uso indiscriminato della scienza, la riaffermazione della domenica come giorno del Signore, il volontariato, come esercizio della carità di Cristo, la necessità della preghiera, spazio di crescita interiore e di piena libertà.
Attraverso la trattazione di questi temi, il Santo Padre ha voluto ancora una volta riaffermare la centralità di Cristo nella storia dell’umanità e la peculiarità della dignità umana, che rende l’uomo simile al suo Creatore. “La nostra luce, la nostra verità, la nostra meta, il nostro appagamento, la nostra vita”- ha messo in risalto il Papa – “non è una dottrina religiosa, ma una persona: Gesù Cristo”. Come si evince da questa affermazione, tutto il Magistero Ratzingeriano si muove all’interno di una Cristologia viva e feconda, che diventa per l’uomo il principio fondante della propria realizzazione personale e della propria storia. Così, parlando al mondo del volontariato, il Papa non esita ad affermare che “è l’Amore di Dio, che ci fa riconoscere nell’altro il prossimo, il fratello o la sorella”.
E’ sempre l’Amore, che Dio manifesta gratuitamente all’uomo, che dà all’uomo stesso la capacità di vivere la propria vita in sintonia con quella dignità umana che Dio stesso ha voluto imprimere nei cuori. Non hanno ragion d’essere né l’aborto, che è sempre un negare la vita a chi la vita la porta gia in sé, né l’uso disordinato della scienza, che più che essere strumento di conoscenza più profonda e di crescita umana, diviene spesso, negazione della dignità della persona. L’uomo porta in sé l’immagine di Dio, nel suo cuore è iscritta una legge che quella per cui lo stesso Creatore ha fatto dono di Sé all’umanità: l’Amore. A questo Amore l’uomo è destinato, perché da questo Amore proviene, a questo Amore aspira e di Esso desidera vivere. Spesso, però, i suoi occhi chiusi come sono alla Trascendenza, non riescono a riconoscerLo, e, quindi, la sua vita continua a dibattersi tra ciò che avverte nel proprio animo più profondo e quanto invece non riesce a scorgere a causa della sua ostinata soggettività e del suo presunto sentimento di dominio.
Questo conflitto genera disarmonia nella vita umana, altre volte si smarrisce il senso del vivere e il non senso diventa la realtà con cui fare quotidianamente i conti. Il Papa avverte l’uomo di questo pericolo, e lo orienta a Cristo, unica fonte di salvezza e di gioia senza confini. Una visita, quella del Santo Padre, in Austria che darà sicuramente frutti di nuova evangelizzazione e di rinnovata scoperta di Dio da parte non solo del popolo austriaco, ma di tutti noi, popoli europei, che come diceva Benedetto Croce: “non possiamo non dirci cristiani”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara raffaella, cari amici del blog!

Torno a scrivere qualcosa su questo ben curato blog dopo aver preparato un importante esame universitario andato bene.

Ho seguito seppur molto sommariamente, purtroppo, il viaggio del papa in Austria, ma ho potuto leggere i bellissimi discorsi del Santo Padre. I miei impegni non mi hanno permesso di seguire i vari momenti televisivi...
Posso dire che non c'è persona nella mia vita che abbia saputo incuriosirmi così tanto. Ogni volta il papa, si mostra attento nel considerare il futuro della Chiesa e del mondo, ci invita a scoprire l'autenticità del cristianesimo, ci fa meditare sul grande tesore della tradizione, che non è passatismo, come alcuni ci fanno credere. Non si può definire il papa semplicemente tradizionalista, quasi fosse cieco al futuro, ma grazie alla grande tradizione del cristianesimo Benedetto XVI ci fa camminare speditamente avanti, ben radicati non nella nostra filosofia o il nostro personale modo di intendere le cose, ma nella tradizione apostolica.

Benedetto XVI ci insegna a stare come nani sulle spalle del grande gigante della tradizione apostolica. E non per rimanere fermi, ma per rispondere da qui ai grandi interrogativi dell'uomo del terzo millennio. Ringrazio Dio per il grande papa che ci ha donato e gli auguro lunga vita.

Riguardo ancora all'Austria, ho notato la grande pacatezza e il grande realismo del papa nei discorsi, soprattutto al corpo diplomatico. Anche a Loreto, con i giovani mi ha affascinato molto vedere come ascoltava i giovani, come voleva davvero far capire che la Chiesa non è lontana dal mondo, ma vuole essere la grande famiglia per tutti.

Domani entra in vigore il motu proprio, mi auguro che i nostri vescovi sappiano adottare diponibilità all'ascolto e al dialogo con tutti. e spero che la stampa non venga in soccorso alle solite polemiche. Vedremo cosa accadrà!

Buona notte a tutti! Grazie sempre a raffaella per il tuo grande lavoro! Vedo che ci sono tantissimi partecipanti! Ormai ti conoscono tutti! Che bello! Sono felice che diventi una piazza di scambio di opinioni (senza volgarità) sull'attività del Santo Padre e sulla Chiesa! sarà sicuramente occasione di grande crescita spirituale! Ciao!