23 novembre 2007

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Le sfide dell’ecumenismo nell’agenda del Concistoro

DA ROMA

GIANNI CARDINALE

Oggi, alla vigilia del Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 23 nuovi cardinali che si celebrerà domani, si svolge in Vaticano un incontro di preghiera e di riflessione del Collegio Cardinalizio.
L’incontro ha luogo nell’Aula Nuova del Sinodo dei vescovi ed ha questo programma: dopo la recita dell’Ora terza, alle 9,30, Benedetto XVI rivolge un saluto ai cardinali presenti. Dopodiché il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, tiene una relazione sul tema: «Informazioni, riflessioni e valutazioni del momento attuale del dialogo ecumenico». Fino alle 12,30 sono previsti gli interventi dei porporati su questo argomento. La riunione riprende poi alle 17 con la celebrazione dei Vespri. Dopodiché è previsto che il Papa riprenda la parola per introdurre un libero scambio di idee tra i cardinali sulla vita della Chiesa in generale. La giornata di preghiera e di riflessione si conclude alle 19 con un discorso di Benedetto XVI. Alla riunione sono invitati in 201: tutto il Collegio cardinalizio, compresi i ventitré ecclesiastici che domani riceveranno formalmente la porpora.
Il Papa fin dai suoi primissimi discorsi ha inserito il dialogo ecumenico tra le priorità del proprio pontificato. Non sorprende quindi il fatto che l’argomento principale della riunione odierna sia proprio quello riguardante i rapporti tra la Chiesa cattolica e le altre chiese e comunità cristiane.
Lo svolgimento e i risultati della riunione, celebrata a Ravenna in ottobre, della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa è stata accolta molto positivamente nel Palazzo apostolico, nonostante i problemi sorti all’interno della delegazione ortodossa tra i rappresentanti del patriarcato di Mosca e quello di Costantinopoli. Come ha detto il cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone nell’intervista concessa a questo giornale, l’incontro di Ravenna e il documento finale ha destato in Vaticano «speranze molto maggiori rispetto alle preoccupazioni». Affermazione significativa anche alla luce del fatto che con l’incontro di Ravenna si è avviata una riflessione comune sul delicato tema del ruolo del vescovo di Roma e del suo primato. Questo non vuol dire però che nel dialogo ecumenico manchi di aspetti problematici. In alcuni settori del mondo ortodosso ancora non è stato digerito il fatto che il Papa abbia fatto cancellare dall’Annuario pontificio il titolo di patriarca d’Occidente, e di conseguenza abbia trasformato in «papali» le quattro basiliche dell’Urbe che erano definite «patriarcali». In ambito ortodosso e protestante poi sono stati accolti con toni particolarmente critici il documento emanato questa estate dalla Congregazione per la dottrina della fede sul subsistit in.
A Roma poi continua ad essere seguito con molta attenzione il dibattito interno alla Comunione anglicana riguardo alla possibilità di concedere il sacerdozio agli omosessuali e di benedire i cosiddetti matrimoni gay.
Due argomenti che potrebbero incrinare ulteriormente i rapporti tra Canterbury e Roma, che già subirono un colpo duro quando gli anglicani accettarono di ammettere al sacerdozio le donne.
Permangono poi significative differenze su importanti temi etici tra la posizione cattolica e quella ormai maggioritaria nelle comunità protestanti. Se ne è avuta una prova visibile alla terza assemblea ecumenica europea celebrata a Sibiu in settembre quando nel documento finale i rappresentanti della comunità nate dalla Riforma, appunto, si sono rifiutati di sottoscrivere un pronunciamento netto in difesa della vita fin dal suo concepimento. È proprio sui temi etici invece che i rapporti sembrano andare a gonfie vele col mondo ortodosso, e in particolare con il patriarcato di Mosca.
Significativo a questo proposito il fatto che L’Osservatore Romano dello scorso 1° novembre abbia pubblicato in prima pagina una intervista al metropolita Cirillo dal titolo: «È il tempo del disgelo».
Alla vigilia del rito con cui domani Benedetto XVI creerà 23 cardinali, oggi porporati vecchi e nuovi si confronteranno sul futuro del dialogo. In chiusura il discorso del Pontefice.

© Copyright Avvenire, 23 novembre 2007

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