23 novembre 2007

Accattoli (Corriere della sera): l'enciclica "Spe Salvi" non solo sarà firmata ma anche pubblicata il 30 novembre


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Speranza, la nuova enciclica del Papa

Luigi Accattoli

CITTA' DEL VATICANO — Il 30 novembre il Papa firma e pubblica la sua seconda enciclica: sarà intitolata «Spe salvi» (salvi nella speranza), tratta della seconda delle tre virtù «teologali » (fede, speranza, carità), sostiene che il cristiano «non teme per l'avvenire» e che davanti ai «drammi umani » di cui non è priva l'attuale situazione del mondo occorre «rafforzare la speranza che si fonda sulla fede».
Si tratta della seconda enciclica del pontificato: la prima, intitolata «Deus caritas est» (Dio è amore), fu pubblicata nel gennaio del 2006. Che sarà firmata dal Papa il 30 novembre l'ha detto ieri il cardinale Tarcisio Bertone durante un incontro pubblico.
Che quel giorno sarà anche pubblicata è un'indiscrezione confidata al Corriere della Sera da un collaboratore del Papa che ha letto il documento.
Dalla stessa fonte sappiamo che l'enciclica è di 81 pagine e che per ogni capitolo propone una figura esemplare di «speranza cristiana», da Sant'Agostino a Santa Giuseppina Bakhita (Sudan 1869 — Schio 1947), la ex schiava sudanese che visse in Veneto la seconda parte della sua vita.
Il titolo dell'enciclica — che viene dalle prime due parole del testo latino — è motivato da questa citazione della «Lettera di Paolo ai Romani», capitolo 8: «Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza».
Si ritiene che il Papa abbia lavorato alla scrittura dell'enciclica durante le vacanze estive, sia a Lorenzago di Cadore sia a Castel Gandolfo.
Quello della speranza è un tema tipico della sua predicazione, che si era fatto più frequente negli ultimi tempi. A Napoli il 21 ottobre aveva usato la parola «speranza» 11 volte nell'omelia della messa, incentrata su questa affermazione: «Di fronte a realtà sociali difficili e complesse, come sicuramente è anche la vostra, occorre rafforzare la speranza, che si fonda sulla fede e si esprime in una preghiera instancabile».
È un'argomentazione che Papa Benedetto ha usato più volte, applicandola anche alla vita della Chiesa, come in questa esortazione rivolta ai vescovi messicani nel settembre del 2005: «Dinanzi a un panorama mutevole e complesso come quello attuale la virtù della speranza è sottoposta a dura prova nella comunità dei credenti. Proprio per questo dobbiamo essere apostoli pieni di speranza, che confidano con gioia nelle promesse di Dio».

L'enciclica sulla speranza arriva imprevista, mentre se ne aspettava una sulla dottrina sociale. Ora si ritiene che quella sociale sarà pubblicata il prossimo febbraio e si immagina che dopo aver trattato della carità e della speranza, il Papa teologo abbia il progetto di trattare — in una futura enciclica — anche della fede: completerebbe così la sua predicazione sulle «virtù teologali».

Ottantuno pagine
Ogni capitolo propone una figura esemplare: da Sant'Agostino all'ex schiava Bakhita


© Copyright Corriere della sera, 23 novembre 2007

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