22 novembre 2007
Anche in Vaticano sarà introdotta la meritocrazia: chi lavora di più sarà retribuito di più
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Premi di produttività anche in Vaticano
di Carlo Marroni
La più efficiente burocrazia del pianeta vara una mini-rivoluzione. Dal prossimo primo gennaio infatti in Vaticano saranno introdotti criteri di meritocrazia per la retribuzione dei dipendenti più capaci e produttivi. Cambia quindi il contratto di lavoro d'Oltretevere, con l'arrivo delle nuove «classi di merito», che conteranno anche elementi come la «dedizione», il «rendimento» e la «professionalità».
La decisione è stata presa ieri mattina in una riunione nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico presieduta dal segretario di Stato, Tarcisio Bertone, tra i capi dicastero e i vertici degli organismi collegati con la Santa Sede o amministrativamente dipendenti dall'Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il ministero del Tesoro vaticano).
Bertone non è nuovo a decisioni forti e innovative, che in poco più di un anno hanno rivoluzionato la struttura della Santa Sede e il gruppo di comando. Quella di ieri era una riunione dedicata alle nuove disposizioni sugli stipendi del personale: la più innovativa - ha reso noto un comunicato della sala stampa - «riguarda i nuovi parametri per la retribuzione del personale inquadrato nei dieci livelli funzionali», con «un allargamento del ventaglio delle retribuzioni», e soprattutto «l'introduzione delle "classi di merito" all'interno dei singoli livelli».
Con questa novità - è stato spiegato - si introduce nel sistema retributivo vaticano un elemento di incentivo e di remunerazione che tiene conto, pur all'interno di uno stesso livello funzionale, di fattori come dedizione, professionalità, rendimento, correttezza...». Altre disposizioni presentate ieri riguardano poi le categorie dirigenziali e il Regolamento per il personale dirigente laico. Inoltre a gennaio entreranno in vigore anche disposizione per la retribuzione degli straordinari, che completano quelle già stabilite nei mesi scorsi.
Più professionalità e merito, quindi, e un richiamo a non sperperare risorse: «Le disposizioni - dice la nota della Santa Sede - comportano vantaggi per il personale e naturalmente un aggravio per le Amministrazioni, che vengono invitate a un saggio impegno amministrativo che permetta di far fronte a questo nuovo sforzo per un miglioramento del trattamento del personale».
Attualmente lo stipendio-base degli addetti in servizio in Vaticano va dai circa 1.300 euro del primo livello ai circa 2.300 euro del decimo livello (cui vanno aggiunti gli scatti di anzianità, le integrazioni e le indennità varie). In base ai nuovi criteri che premiano il rendimento e la professionalità, tra un livello e l'altro di inquadramento si aggiungeranno dei livelli intermedi.
© Copyright Il Sole 24ore, 22 novembre 2007
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