23 novembre 2007
Il Papa firmerà l'enciclica "Spe Salvi" il 30 novembre, giorno di Sant'Andrea: un chiaro omaggio al mondo ortodosso (Pinna per "Gazzetta del sud")
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Il documento, in latino, sarà dedicato alla speranza
Papa Ratzinger firmerà il prossimo 30 novembre la sua seconda enciclica
Ci vorranno alcune settimane prima che il nuovo testo pontificio arrivi al grande pubblico
Elisa Pinna
CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa firmerà il prossimo 30 novembre, festa di Sant'Andrea, la sua seconda enciclica, che sarà dedicata alla speranza. Lo ha annunciato ieri sera il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, confermando voci ricorrenti sull'imminente pubblicazione del nuovo testo pontificio (il Segretario di Stato vaticano era intervenuto a Roma al Congresso Mondiale degli organismi operanti per la giustizia e per la pace).
Dopo la firma ci vorranno ancora alcune settimane prima che il documento, in latino nella sua versione originale, arrivi al grande pubblico: dovrà essere tradotto in italiano e, almeno inizialmente, in inglese, francese, spagnolo, tedesco.
Il Vaticano sembra intenzionato a stringere i tempi per diffondere la nuova enciclica nel periodo di Natale, il simbolo dei simboli della speranza.
Significativa anche la data in cui il Papa apporrà il proprio autografo al testo: Sant'Andrea, che si festeggia appunto il 30 novembre, fu il fratello maggiore di Pietro, divenne – secondo la tradizione – il primo vescovo di Bisanzio (chiamata poi Costantinopoli) ed è patrono della Russia, dell'Ucraina e della Romania. Un omaggio esplicito all'antico cristianesimo orientale e all'attuale mondo ortodosso.
Bertone non ha dato ulteriori dettagli sui contenuti del nuovo pronunciamento di Benedetto XVI. Da indiscrezioni,il titolo dovrebbe essere «Spe Salvi», ovvero «Salvi grazie alla speranza» e sarà una meditazione che prenderà spunto dagli scritti di San Paolo che, nella lettera ai corinzi, definì la speranza, insieme alla fede e alla carità, una delle tre virtù teologali del cristianesimo.
Quello della speranza è tema che ricorre spesso nelle riflessioni di Papa Ratzinger.
«Dinanzi a un panorama mutevole e complesso come quello attuale – ha detto di recente Benedetto XVI – la virtù della speranza è sottoposta a dura prova nella comunità dei credenti.
E tuttavia, proprio l'attesa fiduciosa in Dio è la virtù – ritiene Ratzinger – che consente ai cristiani di non farsi travolgere dal pessimismo, dal nichilismo, dai fallimenti umani».
In opposizione a Nietzsche, che la definì una «virtù dei deboli», Papa Ratzinger indica la speranza come una delle pietre angolari della vita cristiana.
All'enciclica il pontefice ha lavorato soprattutto durante le sue vacanze estive a Lorenzago di Cadore e a Castel Gandolfo , facendo poi gli ultimi ritocchi una volta rientrato nel Palazzo apostolico.
La stesura di questo testo ha avuto il sopravvento su un'altra enciclica che il Papa aveva in programma: un documento dedicato ai temi sociali, che forse apparirà nella prossima primavera.
La prima enciclica del Papa, pubblicata il 25 gennaio 2006 (firmata il 25 dicembre 2005) era dedicata all'amore di Dio. In quel testo, dal titolo «Deus caritas est», Ratzinger ragionava sull'amore, «una delle parole più usate e anche abusate», e cercava di dare un volto alla carità, a cui richiamava tutta la Chiesa.
© Copyright Gazzetta del sud, 23 novembre 2007
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