22 novembre 2007

Mons. Sgreccia a Radio Vaticana: le nuove scoperte sulle cellule staminali sono un fatto storico


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Mons. Sgreccia definisce un fatto storico le nuove scoperte sulle cellule staminali: ora basta con la distruzione degli embrioni

Il mondo della ricerca è stato messo in subbuglio in questi giorni dalla scoperta da parte di due equipes di studiosi, una giapponese ed una statunitense, di una nuova tecnica per “trasformare” cellule della pelle in cellule staminali simili a quelle embrionali. Una tecnica che apre nuove frontiere per la cura delle malattie senza ricorrere alla distruzione di embrioni umani e alla cosiddetta clonazione terapeutica. Per l’Associazione Scienza e Vita si trattererebbe di un’autentica svolta, come conferma il professor Angelo Vescovi, docente all’Università di Milano Bicocca e direttore del Centro staminali di Terni, al microfono di Debora Donnini:

R. – Che si tratti di una svolta, è inquestionabile. Si tratta di una preparazione su cellule umane e quindi ha un’immediata apertura per prospettive terapeutiche prive di qualunque intervento di clonazione di embrione. Quando ho prospettato questa possibilità come la sicura alternativa alla clonazione, sono stato addirittura insultato, quattro anni fa e poi in occasione del referendum. A distanza di quattro anni, abbiamo le cellule umane clonate senza gli embrioni clonati. Tanto per dire che questo fu l’argomento, uno degli argomenti portati a supporto dell’ipotesi che esistono vie di ricerca e vie di studio delle terapie, anche per le malattie più gravi, che possono tranquillamente prescindere dall’utilizzo degli embrioni umani.

D. – La scoperta potrebbe garantire organi di ricambio senza alcun rischio di rigetto ...

R. – Diciamo che questa scoperta fa parte di quella serie di metodi alternativi all’utilizzo degli embrioni proprio per lo sviluppo di terapie per malattie che trovano una potenziale cura nelle terapie cellulari, cioè nel trapianto di nuove cellule.

D. – Però, questa tecnica è ancora lontana dal poter essere impiegata su pazienti?

R. – Esattamente come le embrionali staminali umane. Tutte le tecniche in questo momento impiegate devono poi passare per una fase successiva, cioè quella di preparare i cosiddetti “pezzi di ricambio per il trapianto”. Questo implica sicuramente altri studi e altri anni di lavoro.


Su questa nuova tecnica ascoltiamo il commento di mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, intervistato da Sergio Centofanti:

R. – Indubbiamente, se questa tecnica avrà le sue convalide, rappresenta una novità che possiamo definire storica. Ora, degli embrioni non c’è più bisogno e non c’è più bisogno della clonazione terapeutica – cosiddetta terapeutica – e una pagina di polemiche acute, di opposizioni aspre si chiude. La Chiesa l’aveva fatta per motivi etici, questa battaglia, incoraggiando i ricercatori ad andare avanti sulle cellule staminali adulte e dichiarando illecita l’immolazione dell’embrione. Ora, qui ci sono arrivati questi scienziati, non tanto per motivi di fede – bisogna dire – ma per il successo della ricerca. Il successo si è presentato qui, e questo ci consente anche di dire che tra l’etica e la scienza, quella vera, c’è una parentela. L’etica che rispetta l’uomo è utile anche per la ricerca, e conferma anche che non è vero che la Chiesa è contraria alla ricerca: è contraria alla cattiva ricerca, a quella che è dannosa per l’uomo, in questo caso l’uomo-embrione.

D. – D’altra parte, nella ricerca sulle cellule staminali embrionali negli ultimi anni sono state investite somme ingenti di denaro ...

R. – E questo è stato uno spreco, per cui il danno c’è stato. Tanti embrioni immolati, tanti miliardi dalle casse dello Stato e quindi dei cittadini, in definitiva, sono stati buttati mentre potevano servire alla “good science”, alla scienza buona, alla ricerca quella vera. E’ vero che diciamo: “Ma, la ricerca quando parte non sa mai cosa trova”: questo è vero, ma c’erano già degli indizi per cui sulle cellule staminali adulte si ottenevano dei risultati e sulle cellule staminali embrionali non si otteneva niente. E lo andavamo predicando in tutte le salse, in tutte le piazze. Ora, speriamo che questo almeno basti. Ma non so se coloro che hanno investito denari, fatto leggi apposta per favorire questo saranno in grado di riconoscere l’errore e di tornare indietro. Ma almeno gli scienziati che vogliono conseguire risultati, penso che andranno a cercarli laddove si trovano.

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