14 luglio 2008

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Il riposo di Benedetto XVI nel verde australiano di Kenthurst, tra passeggiate, letture e momenti musicali. I nativi donano al Papa l'icona della "Madonna degli Aborigeni". Intervista con padre Federico Lombardi

“Una pietra miliare nella storia della Chiesa in Australia”.

L’entusiasmo per la presenza di Benedetto XVI è tutto in queste parole del cardinale arcivescovo di Sydney, George Pell. Mentre Sydney oggi ha vissuto una giornata di grande fermento con l’arrivo via mare della Croce delle Giornata mondiale della gioventù, per il Papa sta per concludersi la prima giornata di soggiorno interamente trascorsa nel verde di Kenthurst - a una quarantina di Km. da Sydney - vissuta tra passeggiate ristoratrici e eventi musicali organizzati in suo onore. Intanto, mentre la metropoli australiana vede ingrossare le fila dei giovani e lo svolgersi dei programmi di catechesi, si moltiplicano anche i briefing informativi per i giornalisti. In giornata, oltre al cardinale Pell e al primo responsabile organizzativo della 23.ma GMG, mons. Antony Fisher, ha preso la parola anche il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi. Per la cronaca e il punto di questa giornata, la parola al nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini:

La GMG di Sydney è entrata nel vivo. Un tripudio di canti allo Spirito Santo, sventolio di bandiere di ogni colore e manifestazioni di gioia, hanno salutato oggi l’arrivo su un battello giallo nella baia di Sydney, della Croce della GMG, dopo un pellegrinaggio per tutta l’Australia. “Un pellegrinaggio che ha avuto un grande impatto tra i giovani destando tra loro entusiasmo e sorpresa. Siamo felici perché qui occorre ravvivare la fede”, ha detto mons. Porteous, vescovo ausiliare di Sydney, presente alla cerimonia d’accoglienza. Il passaggio della Croce e dell’icona mariana, portati sulle spalle dei ragazzi australiani, è stato accompagnato da suoni di chitarra e tamburelli fino all’arrivo in cattedrale. Dall’aeroporto fino alla baia, dall’Harbour bridge all’Opera House, strade, palazzi, parchi e chiese sono addobbate con grandi striscioni con i quattro colori del logo della Giornata: rosso, arancione e giallo, i colori della Trinità e della terra australiana, ed il blu il colore della Vergine ma anche dell’oceano che circonda il Paese. Si moltiplicano intanto le iniziative e gli incontri nelle varie parti della città. Questa sera nella cattedrale di St. Mary duemila universitari canadesi ed italiani, si sono riuniti attorno alle spoglie mortali del beato Piergiorgio Frassati, uno dei 10 patroni della GMG, giunte da Torino per una veglia di preghiera animata da padre Thomas Rosìca, già responsabile della GMG di Toronto. Processioni di giovani partono ogni notte da due quartieri alla periferia di Sydney, per raggiungere la cappella dove è sepolta la beata australiana Mary McKillop, altra patrona dell’evento. Oggi sono arrivati a Sydney 36 giovani dalla martoriata Birmania. Commovente l’incontro con noi giornalisti: hanno parlato del dramma del ciclone che ha causato migliaia di morti e della generosità della comunità internazionale ma nessun accenno al regime militare. Grandi titoli oggi sui quotidiani locali per l’arrivo del Papa ed anche il tono degli articoli sta cambiando: alla vigilia concentrati sui temi degli abusi sessuali del clero e sulla morale della chiesa, oggi sorpresi per l’atmosfera che sta trasformando Sydney con l’arrivo dei 125 mila pellegrini gioiosi e sorridenti giunti da ogni parte del mondo. “Sono amichevoli, entusiasti e totalmente distanti da quel cinismo che spesso trascina in basso la nostra società” osservava ieri The Sunday Telegraph. E la città è felice della loro presenza come ci conferma l’arcivescovo di Sydney, il cardinale Pell:

"Mi sembra che in grandissima parte i cittadini siano contentissimi".

E sarà proprio il cardinale Pell a celebrare domani la messa di apertura della GMG nel grande molo di Barangaroo, nel cuore della città, che si affaccia sulla baia di Sydney; luogo che giovedì vedrà la cerimonia di accoglienza al Papa da parte di tutti i giovani presenti. Papa che intanto continua a riposarsi al centro di spiritualà di Kenthurst, per superare i disagi del fuso orario, tra i boschi delle Montagne blu, ad una cinquantina di chilometri da Sydney.

Ma su questa seconda giornata in terra australiana il racconto del nostro direttore al seguito papale, padre Federico Lombardi:

R. - È stata una giornata molto tranquilla che si è svolta con una grande normalità, vorrei dire, trasferendo un poco il suo ritmo di vita romano in Australia. Il Papa ha cominciato con la Messa, naturalmente celebrata con il personale del centro che lo ospita e i suoi segretari , poi ha fatto una passeggiatina dopo la colazione e ha fatto la mattina il lavoro di lettura di preghiera, di preparazione dei testi dei discorsi, come fa sempre in Vaticano, direi. Poco prima del pranzo ha ricevuto la visita del cardinale Pell e di mons. Fisher, i responsabili principali dell’andamento della GMG, che lo hanno informato sui giovani che stanno arrivando, sui preparativi. E poi nel pomeriggio, di nuovo, preghiera e una breve passeggiata nel parco che è molto bello, molto distensivo e anche un concerto. C’è stato un gruppo musicale importante di Sydney che gli ha offerto un breve concerto di musica classica. Sono gli autori che a lui sono familiari: Schumann, Mozart. Quindi questo è stato un altro momento di distensione, poi la cena, come sempre.

D. – Invece, il cardinale Bertone si è recato a Paramatta per una Messa…

R. – Sì: il seguito, diciamo, segue un programma indipendente dal Santo Padre che, invece, si trova lì nel Kenthurst Centre con un seguito ridottissimo. E allora il programma di stamattina per il resto del seguito era proprio la visita non solo di Sydney e dei dintorni, ma anche della Cattedrale della diocesi vicina, una diocesi antica per quanto riguarda la storia australiana, che è quella di Paramatta. È una cattedrale modernissima, molto bella, ricostruita dopo l’incendio di quella precedente, quindi anche molto interessante dal punto di vista dell’architettura sacra.

D. – Alcune agenzie di stampa parlano di un regalo, la “Madonna degli Aborigeni”; donato al Papa quando ha fatto scalo a Darwin. Ci può confermare questa notizia?

R. – Sì e mi pare una bella notizia. È anche abbastanza abituale che il Papa venga ricevuto con doni simbolici che rappresentano anche la cultura. E lì sappiamo che, proprio nei territori del nord, gli aborigeni hanno una delle zone in cui erano più diffusi.
Il Papa a Sydney “per riaccendere il fuoco della fede”: titola, così, oggi il quotidiano “The Australian”. La visita di Benedetto XVI, che entrerà nel vivo giovedì, viene dunque seguita con grande attenzione da tutti i media nazionali. Ampia eco hanno avuto le parole del Papa sul volo che lo ha portato in Australia. Torniamo dunque ad alcuni passaggi della conferenza stampa di sabato mattina, nel servizio di Alessandro Gisotti (Audio)

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