14 luglio 2008

L'arrivo del Papa a Sydney tra il calore della gente e l'attenzione dei media (Osservatore Romano)


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GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Pontefice è giunto nella capitale australiana nel pomeriggio di domenica dopo 13.300 chilometri percorsi in volo

L'arrivo a Sydney tra il calore della gente e l'attenzione dei media

dal nostro inviato Gianluca Biccini

Benedetto XVI ha invitato i giovani di tutto il mondo a raggiungerlo in Australia, la grande "terra meridionale dello Spirito Santo", per celebrare con lui a Sydney la xxiii Giornata mondiale della gioventù. Lo ha fatto in un videomessaggio diffuso domenica pomeriggio, 13 luglio, al momento del suo arrivo, nella capitale del Nuovo Galles del Sud.
Benedetto XVI ha ricordato i tanti ragazzi lontani da Dio che oggi non hanno speranza e restano perplessi dinanzi alla domanda di senso che si presenta loro "con sempre maggiore urgenza in un mondo che confonde".
Il Papa sa che ci sono molti ragazzi che non hanno ancora ascoltato la Buona Novella di Gesù Cristo. E ce ne sono molti altri che, per diverse ragioni, non hanno riconosciuto in essa la verità salvatrice. Alle nuove generazioni che vedono la povertà e l'ingiustizia e desiderano trovare soluzioni, che vedono i grandi danni recati all'ambiente naturale dall'avidità degli uomini e si battono per vivere in maggiore armonia con la natura Benedetto XVI vuole parlare dello Spirito Santo, come evidenziato dal tema della Gmg.

I giornali e le televisioni del grande Paese hanno dato rilievo al messaggio del Pontefice, dedicando ampio spazio all'avvenimento. "Il Papa per riaccendere il fuoco della fede" titola il quotidiano The australian, che sottolinea l'impegno di Benedetto XVI per combattere "l'indifferenza religiosa e il disincanto". Giornali come il Sydney morning herald evidenziano soprattutto il suo appello in difesa della natura. "Aiutate a salvare il mondo" è il titolo del quotidiano della capitale, che ricorda come il Pontefice esorti a trovare "una maniera di vivere, uno stile di vita che possa alleviare i problemi causati all'ambiente".
Un messaggio caloroso, quello del Papa, così come la giornata del suo arrivo in Australia, nonostante qui sia pieno inverno. Il sole ha fatto da sfondo alla breve accoglienza informale ai piedi della scaletta dell'aereo. Benedetto XVI è stato salutato dai cardinali Pell e Rylko, dal primo ministro Kevin Rudd, del vice premier del Nuovo Galles del Sud e ministro della Gmg John Watkins, dagli arcivescovi Wilson e Lazzaretto, dai vescovi Clemens e Fisher e dal vescovo ordinario militare per l'Australia, monsignor Max L. Davis.
L'aereo papale è atterrato alle ore 15 locali, proveniente dalla Raaf military air base di Darwin, dove era giunto alle 9.40 del mattino dopo il lunghissimo volo da Roma: 13.300 i chilometri percorsi prima di toccare il suolo australiano nel Northern Territory. Durante la sosta tecnica (poco più di un'ora per il rifornimento di carburante), il Papa era sceso dal velivolo ed era stato accolto dal vescovo di Darwin, monsignor David Hurley - il quale gli aveva donato la Aboriginal Madonna, icona venerata dalle popolazioni autoctone dei territori del nord - e dal comandante della base. La temperatura a terra di 23 gradi ha permesso al Pontefice una piacevole passeggiata.

Alle 11.20 nuovo decollo e altre tre ore e mezzo di volo prima dell'arrivo all'aeroporto di Richmond (Sydney), tra gli applausi della gente del posto accorsa numerosa a dargli il benvenuto. Dall'aeroscalo Benedetto XVI si è poi trasferito nella residenza privata di Kenthurst, dove rimarrà fino al tardo pomeriggio di mercoledì 16, prima di iniziare l'attività ufficiale.
A Sydney in questi giorni fa buio presto, ma le luci della città e i colori dei tantissimi giovani in giro per le strade riflettono già un'atmosfera di festa. Lunghi striscioni gialli, arancioni, rossi e azzurri sventolano appesi ai lampioni e nei principali luoghi di ritrovo ci si imbatte in comitive di ragazzi di ogni parte del mondo in compagnia dei coetanei australiani. Canti, balli, slogan: i giovani della Gmg sono rumorosi e contagiosi e non sembrano perdere di vista lo scopo ultimo di questa esperienza: l'incontro con Cristo. Lo si percepisce dai contenuti delle canzoni intonate, lo si nota dai rosari e dai simboli religiosi che tanti portano con sè.
A migliaia, accompagnati da religiose e sacerdoti, sono già arrivati dai cinque continenti e molte famiglie di Sydney hanno aperto le loro case ai pellegrini. Qui la Chiesa ha radici profonde. Nell'arcidiocesi in particolare vi sono seicentomila cattolici, ovvero il 32 per cento della popolazione totale. Una media ben più alta rispetto al 26 per cento del resto del Paese. D'altro canto Sydney è la culla del cattolicesimo in Australia e la Cattedrale di Saint Mary, una delle più grandi del mondo, è la Chiesa madre di tutto il Paese.
Il viaggio del Papa a Sydney rappresenta per il cardinale George Pell "una grande opportunità e una risposta alle domande dei giovani. Spero - spiega il porporato - che la fede dei nostri giovani, e dei giovani di tutto il mondo, ne esca rafforzata e che possano riconoscere Cristo come centro della loro vita".
Tra i punti di forza della Chiesa in Australia vi è il sistema educativo cattolico, tanto che il venti per cento dei giovani australiani frequenta scuole cattoliche. Significativa è anche l'attività fra gli aborigeni, discriminati e lasciati a lungo ai margini dello sviluppo. Il 26 per cento sono cattolici. La Chiesa li ha sempre difesi. "Oggi - ha detto il cardinale Pell - la situazione è ancora difficile ma noi cerchiamo ugualmente di lavorare per loro. Il problema non è tanto la povertà ma una mancata integrazione nella cultura australiana".
Il porporato in questi giorni ha tenuto diversi incontri e conferenze per aiutare a comprendere sino in fondo il senso dell'avvenimento che la Chiesa in Australia si stava accingendo a vivere. Proprio a poche ore dall'arrivo del Papa l'arcivescovo di Sidney, in un incontro con i giornalisti, ha detto tra l'altro che "una vita senza Dio e con modelli sbagliati di famiglia e di sessualità e matrimonio sono pericoli dai quali è necessario mettere in guardia i giovani di oggi". "Nella società occidentale - ha aggiunto - la denatalità aumenta, così come aumentano i divorzi e il numero di persone che decidono di vivere da single, condizioni che i media presentano come positive. Smontare queste bugie è uno dei compiti più importanti che abbiamo come Chiesa e la Gmg è un'occasione molto importante da cogliere per farlo". Sarà anche "importante - ha aggiunto il porporato - non disperdere la ricchezza di questi giorni. Dio riserva sempre grandi sorprese e noi ne aspettiamo parecchie da queste giornate. Continueremo ad accogliere e ad ascoltare i giovani nella consapevolezza dell'azione dello Spirito Santo". Frutto concreto di questa Gmg "sarà l'istituzione in diocesi di un centro pastorale di formazione per leader giovanili. Siamo infatti convinti che la formazione, infatti, rappresenta un'urgenza per i giovani". Stessi concetti aveva espresso anche monsignor Philip Wilson, arcivescovo di Adelaide e presidente della Conferenza Episcopale australiana, per il quale "la Gmg rappresenta un'opportunità per la Chiesa di Australia di trarre energie nuove per rilanciare un'efficace strategia di pastorale giovanile. La risposta cristiana alla crisi dei giovani, è incoraggiarli. Essi hanno bisogno di fede e non di droga o promiscuità". Una risposta dunque anche all'alta incidenza dei suicidi giovanili che in Australia rappresenta una vera e propria emergenza. "Se li aiutiamo a credere di più in se stessi - ha concluso l'arcivescovo - si renderanno conto che ci sono altri modi di vivere possibili e più autentici che li possono fare felici. In questo senso ci aspettiamo molto dal loro incontro con Benedetto XVI".

(©L'Osservatore Romano - 14-15 luglio 2008)

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