29 marzo 2008

La comunicazione vaticana ed il totale disinteresse del Papa per il giudizio dei media :-) (Rodari)


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CONVERSIONE DI MAGDI CRISTIANO ALLAM: ARTICOLI, INTERVISTE E COMMENTI

Il caso Magdi Allam e la politica papale

di Paolo Rodari

Le parole edulcoranti o comunque “ammorbidenti” messe in campo l’altro ieri sulla Radio Vaticana dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, a seguito della reazione di alcuni esponenti del mondo musulmano dopo il nobile e regale battesimo ricevuto nel sacro recinto della basilica di San Pietro da Magdi Allam testimoniano un leit motiv proprio di questo pontificato.
Dopo gli anni dei rapporti continuati e insistenti tra Giovanni Paolo II e il suo portavoce, Joaquin Navarro-Valls, si assiste oggi a una certa distanza (non tanto ideale, quanto spaziale) tra il capo della Chiesa e l’apparato comunicativo incaricato di tradurre, innanzitutto per il pasto che i media debbono quotidianamente consumare, parole e azioni papali.
Non è la prima volta che Padre Lombardi interviene su azioni e parole di Benedetto XVI in modo che queste non vadano a turbare più di tanto ora l’una ora l’altra anima della società. Spesso agisce dopo importanti e dirompenti gesti papali, la sua è un’azione che sembra evidenziare come, rispetto al pontificato precedente, tra appartamento papale e sala stampa vaticana non ci sia un effettivo e tempestivo confronto.
Si sa che Navarro-Valls incontrava almeno una volta alla settimana Wojtyla. A lui portava il quadro delle diverse situazioni internazionali. A lui suggeriva tematiche sulle quali era più opportuno che il Papa spendesse una parola, e altre su cui era meglio glissare. Non che Navarro-Valls sia mai arrivato a dettare tempi e modi degli interventi del Pontefice, ma un confronto diretto tra lui e Wojtyla era prassi voluta, cercata e apprezzata da entrambi.
Padre Lombardi, l’altro ieri, non ha sconfessato il battesimo impartito a Magdi Allam. A posteriori, però, ha voluto rassicurare gli esponenti islamici più risentiti separando l’azione battesimale dalla persona che ne è stata beneficiaria. E, in qualche modo, operando questa distinzione, ha evidenziato come la sua azione non possa che essere di contenimento e che, comunque, questa non avvenga sempre a seguito di un confronto puntuale con l’appartamento. Una situazione che, in qualche modo, si è riproposta nei giorni scorsi anche sull’organo comunicativo del Vaticano più importante: l’Osservatore Romano. Il giornale vaticano ha sì dato conto del battesimo di Magdi Allam, ma nel farlo si è ben guardato dal pubblicare la foto del vice direttore del Corriere ed è anzi andato a scegliere quella in cui era immortalata una delle cinque donne battezzate assieme al giornalista.
La cura dell’aspetto comunicativo non sembra dunque una priorità nel magistero di Ratzinger.

Il Papa è sì informato degli avvenimenti che accadono nel mondo, così come legge una rassegna stampa, ma le sue azioni non rispondono a logiche di stampa.

La prima volta in cui questo cambiamento di rotta si evidenziò fu a seguito delle parole di Benedetto XVI a Ratisbona. L’islam reagì violentemente e Lombardi, ai microfoni della Radio Vaticana, spiegò che il Papa non era stato capito. Poi venne il viaggio in Turchia. Qui Lombardi anticipò il Papa andando a spiegare come il Vaticano non fosse contrario all’adesione della Turchia nella Ue. Parole in controtendenza con quanto, da cardinale, Ratzinger aveva sempre affermato.
Non tutta la curia romana mostra di capire fino in fondo la strategia del Papa. Rispetto al battesimo di Magdi Allam, ad esempio, parecchi presuli che lavorano nei vari dicasteri si sono mostrati preoccupati delle possibili reazioni negative del mondo islamico: temevano una seconda Ratisbona.

Ma Ratzinger ha proceduto e procede sicuro per la sua strada. Lascia al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, il compito di parlare coi media quanto e come lo ritiene opportuno. In merito alle questioni della politica italiana si fida del proseguimento della lina Ruini e cerca di proporre ai fedeli le verità del cristianesimo senza compromessi.

Una politica che, soprattutto nei rapporti con l’islam, è messa in atto con costanza in vista di un dialogo che non nasconda problematiche e punti controversi. La nomina del cardinale Jean-Louis Tauran a capo del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso è a questi scopi che ha voluto rispondere.

E la curia è questo tipo di magistero che deve fare proprio.

© Copyright Il Riformista, 29 marzo 2008 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

Musica per le mie orecchie!!! E' la prova che il Papa non si lascia influenzare dai media. Direi che Benedetto XVI e' un vero enigma (per stampa e tv).
Complimenti a Rodari :-)

R.

2 commenti:

euge ha detto...

Ci mancherebbe altro!!!!!! Staremmo freschi se un Papa dovesse governare la chiesa secondo le simpatie della stampa ....... dovrebbe averemille facce, mille comportamenti a seconda delle tendenze politiche e mediatiche se fosse così, veramente avremmo un Papa non solo in balia del potere mediatico, ma cosa ancor più grave, avremmo un Papa che per non scontentare nessuno, non prenderebbe mai una decisione; certo questo è quello che vorrebbero i grandi ( si fa per dire ) direttori dei giornaloni ma, così non è perchè ringraziando DIO ! Benedetto XVI sa benissimo quello che occorre in quest'epoca fatta di inciuci, di immoralità dilagante di non rispetto per nessuno.
Benedetto XVI parla e continuerà a parlare chiaro; perchè è la chiarezza che ci vuole sempre e comunque alla faccia di quelli che lo vorrebbero succube dei loro articoli umorali.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
con il Santo Padre siamo in una botte di ferro! E' veramente bello sapere di poter contare sul successore di Pietro, anche umanamente ci si sente rinfrancati.
Non mi meraviglio, prendo solo atto che non c'è politico, politica, economo, scienziato ne altro che possa essere più degnamente messo al primo posto che la nostra Madre Chiesa, indefettibile.