4 giugno 2008

Card. Poletto: "Benedetto XVI sarà uno stimolo per la città" (Griseri)


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"Benedetto sarà uno stimolo per la città"

Il cardinale Poletto: la sua venuta servirà da terapia d´urto

PAOLO GRISERI

DAL NOSTRO INVIATO

ROMA - Quando l´ultima guardia svizzera lascia il palco in marmo dell´aula Nervi, l´arcivescovo Severino Poletto può finalmente scendere la scalinata e tirare un sospiro di sollievo. Il pellegrinaggio romano della diocesi torinese ha ottenuto tutti i risultati che erano stati preventivati: ha riempito San Pietro con un numero di fedeli che dimostra la forza della diocesi e il carisma di colui che la guida; ha ottenuto dal papa quell´Ostensione che rappresenta, in fondo, il coronamento dell´attività pastorale di questi anni.

Cardinale Poletto, quale sarà per la chiesa torinese il significato dell´Ostensione del 2010?

«L´Ostensione sarà il compimento del cammino di fede compiuto in questo decennio, dello sforzo e della riflessione delle unità pastorali».

Come preparerete l´Ostensione del 2010 dal punto di vista spirituale?

«Credo che sarà giusto arrivare all´appuntamento con una riflessione sulla sofferenza umana. Penso che il motto di questa Ostensione possa essere "Passio Christi, Passio hominis", la Passione di Cristo è la sofferenza dell´uomo. Questo è, in fondo, il significato profondo della devozione alla Sindone: spingerci a riflettere sulla sofferenza dell´umanità come se la riflessione su quella sofferenza potesse fare da tramite per aiutare il nostro prossimo in difficoltà».

Le Ostensioni del ´98 e del 2000 furono caratterizzate dal percorso di pre-lettura che preparava i pellegrini all´ingresso in Duomo. Quale sarà la caratteristica dell´Ostensione che arriverà tra due anni?

«Manterremo certamente il percorso di pre-lettura. Stiamo cercando di capire se sarà possibile utilizzare in quel luogo la fotografia ad alta definizione presentata recentemente a Novara. Dal punto di vista logistico avremo qualche problema da superare perché, a differenza di otto anni fa, oggi i Giardini reali sono occupati dai cantieri e il percorso di avvicinamento al Duomo dovrà essere realizzato utilizzando altri spazi».

Qual è stata la maggiore sorpresa venuta dal suo incontro con il papa?

«Sapevamo che avrebbe annunciato l´Ostensione. Non mi aspettavo che promettesse di venire a Torino in quella occasione. In genere Benedetto XVI è prudente e non prende mai impegni a così lungo termine. Il suo annuncio mi ha fatto molto piacere: la visita del papa sarà uno stimolo importante per la città, una terapia d´urto».

Avete già stabilito una data?

«Non ancora. Pensiamo comunque che si possa aprire l´Ostensione dopo Pasqua del 2010, intorno al 10 aprile, e chiuderla 40 giorni dopo, a metà maggio».

Non più un´Ostensione di oltre due mesi come nel 2000?

«Nel 2000 abbiamo voluto che l´Ostensione accompagnasse i principali appuntamenti dell´Anno Santo. Inoltre ci fu un prolungamento dovuto all´alluvione. Questa volta pensiamo invece che non si debba andare oltre i 40 giorni. La decisione di papa Benedetto di concederci l´Ostensione mi dà grande gioia ma non vorrei che tutto ora si concentrasse su quel pur importante avvenimento».

Qual è, a suo parere, il punto su cui concentrarsi?

«Il significato di questo pellegrinaggio della diocesi a Roma. Perché è il frutto di un lungo lavoro comune, di una riflessione durata anni. Onestamente non immaginavo una risposta tanto numerosa da parte dei fedeli delle parrocchie torinesi. All´inizio credevo che sarebbe stato un successo portare a Roma tremila persone. Ne sono arrivate più del doppio. Un fatto che conforta un arcivescovo dopo otto anni di visite nelle parrocchie».

Lei conclude domenica questo lungo pellegrinaggio nella sua diocesi. Quali sono i chiari e gli scuri della fotografia che ne ha tratto?

«Certamente tra gli aspetti positivi e inattesi c´è la vitalità che ho trovato anche nelle parrocchie più piccole e sperdute. Una vitalità che è promettente per il futuro della chiesa: laici e diaconi saranno infatti chiamati nei prossimi anni a supplire alla carenza di sacerdoti. Questa vitalità delle comunità fa ben sperare».

E i punti oscuri, i problemi?

«Ho riscontrato che spesso i problemi nascono dalla difficoltà delle famiglie a rimanere unite. Questo ha riflessi sull´educazione dei figli e sui valori che caratterizzano le nuove generazioni. Il numero crescente delle separazioni familiari è una delle piaghe della nostra società».

© Copyright Repubblica (Torino), 3 giugno 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Poletto: un gran bel Pastore, un gran bel Cardinale elegibbilissimo al soglio di Pietro. Ha raggiunto i limti di età e dovrà essere sostituito:difficle pensare che il Papa lo lasci alla guida della diocesi sino al 2010:altri raccogleranno il frutto del suo lavor di questi anni. Sarebbe forse opportuno sostituirlo subito in modo ch eil nuovo Pastore non si ritrovi in mano qualcosa che gli appartiene poco.