3 giugno 2008
Il Papa spiazza tutti: annuncia personalmente l'ostensione della Sindone e si "autoinvita" a Torino :-)
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Tra scienza e fede, un patrimonio unico da salvaguardare
Il «sacro telo» è da sempre oggetto di studio. Gli interventi più importanti degli ultimi anni, si sono però concentrati soprattutto sui criteri di conservazione
DI MARCO BONATTI
Ha commosso e colpito al cuore i settemila pellegrini torinesi presenti nell’Aula Paolo VI, ieri, l’annuncio di Benedetto XVI.
Spiazzando tutti il Papa non solo ha annunciato la concessione dell’Ostensione della Sindone per il 2010 ma si è anche invitato per l’occasione.
Una gioia che coinvolge in maniera particolare l’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto, che aveva fortemente desiderato questa opportunità.
Dunque l’ostensione si farà, indipendentemente dai restauri della Cappella del Guarini, che probabilmente nel 2010 non saranno ancora conclusi. Un evento che si svolgerà a dieci anni dal- l’ultima ostensione durante il Giubileo. Nel XX secolo le esposizioni pubbliche sono state celebrate nel 1931 (matrimonio di Umberto e Maria José di Savoia), 1933 (XIX centenario della Redenzione) e poi, dopo un lungo intervallo, nel 1978, per il quarto centenario del trasferimento della Sindone da Chambéry a Torino. Infine nel 1998, quando Giovanni Paolo II fu il primo Papa a venerare il Telo in un’ostensione pubblica.
A queste date occorre aggiungere quella dell’Ostensione televisiva del 1973, che segnò anche l’inizio di un grande interesse, in tutto il mondo, per le questioni scientifiche collegate alla Sindone, in particolare quella dell’«autenticità ». Un’importante serie di esami sul Telo – che ancor oggi costituisce un riferimento per gli studiosi – venne realizzata subito dopo l’ostensione del 1978 dallo Sturp (progetto di ricerca americano sulla Sindone). Nel 1988 si svolse invece l’esame col C14 per la datazione, che assegnò alla Sindone un’epoca medievale. Ma oggi quei risultati sono molto discussi nella comunità scientifica, sia per l’esito sia per le metodologie con cui vennero realizzati. Nel 2000, prima dell’Ostensione del Giubileo, venne celebrato a Torino un simposio che, per la prima volta, riunì scienziati di ogni Paese e di convinzioni diverse, con l’obiettivo di formulare proposte per un nuovo programma di studi sul Telo, alla luce delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Le proposte formulate dopo il simposio sono state affidate, per una valutazione e un coordinamento, alla Commissione scientifica nominata dal custode, l’arcivescovo di Torino, che le trasmetterà poi alla Santa Sede per una eventuale nuova serie di esami scientifici.
L’ultimo decennio è stato caratterizzato, più che da nuove «scoperte », da un importante lavoro orientato a rendere la Sindone più conosciuta e meglio «fruibile », utilizzando tecniche non invasive. In questa direzione si colloca la decisione di conservare il Telo disteso e non più arrotolato, con la conseguenza di ridurre le tensioni del tessuto e di arrestare la formazione delle pieghe, che nel tempo rendevano sempre più difficile la «lettura» dell’immagine. A questa scelta è collegata anche la nuova sistemazione della Sindone all’interno del Duomo di Torino, nella cappella sottostante la Tribuna Reale, in una teca (realizzata da Alenia Spazio) che garantisce le migliori condizioni di sicurezza e di conservazione oggi possibili.
Altro intervento fondamentale è il restauro eseguito nel 2002, quando il Lenzuolo venne «ripulito » dai segni delle bruciature dell’incendio di Chambéry del 1532 e dai materiali residui accumulatisi negli interstizi.
Sia la sistemazione della Sindone «distesa» sia la ripulitura del 2002 sono stati eseguiti sotto la supervisione diretta di Mechthild Flury-Lemberg, esperta mondiale di tessuti (fra i suoi altri lavori si ricordano gli interventi sull’abito di san Francesco d’Assisi). I restauri sul Telo hanno portato a disporre di un’immagine della Sindone completamente rinnovata, documentata dalla serie di nuove fotografie realizzate da Giandurante. Inoltre è stato possibile realizzare una «mappatura digitale» completa del Telo, che consente di osservare i minimi dettagli operando da monitor.
Il più recente intervento di tipo «visivo» sulla Sindone è la megafotografia realizzata dalla società Hal 9000 (che ha curato anche l’immagine del Cenacolo di Leonardo) nell’ambito del progetto «Passio» della diocesi di Novara. La nuova immagine elettronica è stata presentata nel Duomo di Torino il 6 maggio scorso, nell’ambito delle celebrazioni per la festa liturgica della Sindone (4 maggio). Grazie a un software apposito è possibile intervenire con grande rapidità sull’immagine evidenziandone particolari e dettagli: un sistema che potrà risultare utile soprattutto per un uso divulgativo.
© Copyright Avvenire, 3 giugno 2008
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