7 giugno 2008
Il Papa: "Favorire un dialogo fecondo tra fede e ragione per rispondere alle sfide della modernità" (Radio Vaticana)
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Il Papa: "La modernità non è un semplice fenomeno culturale, storicamente datato; essa in realtà implica una più esatta comprensione della natura dell’uomo" (Discorso ai Partecipanti al VI Simposio Europeo dei Docenti Universitari)
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Favorire un dialogo fecondo tra fede e ragione per rispondere alle sfide della modernità: l’invito del Papa ai partecipanti al Simposio europeo sul tema “Allargare gli orizzonti della razionalità”
Rilanciare lo studio della filosofia nelle università e nelle scuole: è l’appello lanciato stamani da Benedetto XVI. L’occasione è stata offerta al Papa dall’udienza ai partecipanti al VI Simposio europeo dei docenti universitari sul tema “Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la Filosofia”, in corso a Roma. L’evento promosso dai docenti degli atenei romani ed organizzato dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma. Il Pontefice ha sottolineato l’urgenza di un dialogo fecondo tra fede e ragione per affrontare in modo adeguato le sfide della modernità. Gli indirizzi d’omaggio al Papa sono stati rivolti dal cardinale vicario Camillo Ruini e dal prof. Cesare Mirabelli. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nella relazione tra fede e ragione, va riscoperta la “fecondità storica del Vangelo e le sue straordinarie potenzialità” per la cultura contemporanea: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, che nel suo discorso si è soffermato sul ruolo della filosofia di fronte alla crisi della modernità:
“La modernità non è un semplice fenomeno culturale, storicamente datato; essa in realtà implica una nuova progettualità, una più esatta comprensione della natura dell’uomo”.
Per questo, ha detto, la modernità, se ben compresa, “rivela una questione antropologica” molto complessa e articolata. In tale contesto, il Papa riconosce che “l’apertura di credito che taluni autori propongono nei confronti delle religioni e, in particolare del cristianesimo, è un segno evidente del sincero desiderio di far uscire dall’autosufficienza la riflessione filosofica”. Benedetto XVI ha, così, ricordato quanto gli stia a cuore la proposta, al centro del Simposio, ovvero “allargare gli orizzonti della razionalità”:
“Fin dall’inizio del mio pontificato ho ascoltato con attenzione le richieste che mi giungono dagli uomini e dalle donne del nostro tempo e, alla luce di tali attese, ho voluto offrire una proposta di indagine che mi sembra possa suscitare interesse per il rilancio della filosofia e del suo ruolo insostituibile all’interno del mondo accademico e culturale”.
“La fede cristiana – ha detto riecheggiando la sua opera giovanile “Introduzione al Cristianesimo – ha fatto la sua scelta netta: contro gli dei della religione per il Dio dei filosofi, vale a dire contro il mito della sola consuetudine per la verità dell’essere”. Solo partendo da tale premessa, ha aggiunto, “è possibile venire incontro alle nuove attese della riflessione filosofica”. E’ infatti “molto concreto” anche oggi, ha costatato, il rischio che la religione cristiana “sia strumentalizzata come fenomeno surrettizio”:
“Ma il cristianesimo, come ho ricordato nell’Enciclica Spe salvi, non è soltanto un messaggio informativo, ma performativo (cfr n. 2). Ciò significa che da sempre la fede cristiana non può essere rinchiusa nel mondo astratto delle teorie, ma deve essere calata in un’esperienza storica concreta che raggiunga l’uomo nella verità più profonda della sua esistenza”.
In tale contesto, è stato il suo richiamo, “è urgente avviare un dialogo fecondo con la filosofia”. D’altro canto, la proposta di “allargare gli orizzonti della razionalità” va intesa come la richiesta di “una nuova apertura” verso la realtà a cui la persona è chiamata nel superamento di pregiudizi e riduzionismi. “La fede cristiana – ha ribadito il Papa – è chiamata” a rispondere al desiderio di pienezza di umanità. Un desiderio che “non può essere disatteso” e che “attende risposte adeguate”:
“Il nuovo dialogo tra fede e ragione, oggi richiesto, non può avvenire nei termini e nei modi in cui si è svolto in passato. Esso, se non vuole ridursi a sterile esercizio intellettuale, deve partire dall’attuale situazione concreta dell’uomo, e su di essa sviluppare una riflessione che ne raccolga la verità ontologico-metafisica”.
Il Papa non ha mancato di invitare i docenti universitari a promuovere “centri accademici di alto profilo, in cui la filosofia possa dialogare con le altre discipline, in particolare con la teologia”. E li ha incoraggiati a “proseguire con fiducia nella ricerca filosofica investendo energie intellettuali e coinvolgendo le nuove generazioni in tale impegno”.
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