7 giugno 2008

Italia-Vaticano, «costruttiva collaborazione» (Mazza)


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STATO E CHIESA

In un clima di grande cordialità l’incontro tra le due delegazioni. Poi, nella biblioteca privata di Benedetto XVI, circa quaranta minuti di faccia a faccia con il presidente del Consiglio

Italia-Vaticano, «costruttiva collaborazione»

Temi italiani e questioni internazionali nel dialogo tra il Papa e Berlusconi
Nel comunicato finale di Palazzo Chigi ribadita la «priorità attribuita dal Governo italiano alla sacralità della persona umana e della famiglia». Dopo il colloquio con il Pontefice, l’incontro con il cardinale Bertone

DA ROMA SALVATORE MAZZA

La situazione del Paese, con un accento particolare ai rapporti bilaterali di «costruttiva colla­borazione » tra Italia e Santa Sede. E poi gli scenari, con gli occhi puntati all’Europa e, soprattutto al Medio O­riente. Questi i temi principali dello scambio di vedute al centro dei «cor­diali colloqui» che, ieri mattina, han­no visto per una quarantina di minu­ti faccia a faccia Benedetto XVI e il pre­sidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, ricevuto in udienza pri­vata in Vaticano. Un incontro che, co­me ha poi sottolineato un comunica­to di palazzo Chigi, ha fatto riscontra­re «la speciale sintonia tra gli indiriz­zi dell’Italia e gli obiettivi morali e re­ligiosi della Chiesa cattolica nel mon­do » e «la priorità attribuita dal Gover­no italiano, nella sua azione sul piano interno ed internazionale, ai valori di libertà e tolleranza ed alla sacralità del­la persona umana e della famiglia».
Per la seconda volta di fronte al Papa nella veste di primo ministro, dopo l’udienza del 19 novembre 2005, Ber­lusconi ha varcato ieri l’Arco delle Campane con un leggero anticipo ri­spetto alle 10.50 previste. Giunto nel Cortile di San Damaso, dov’era schie­rato un picchetto d’onore della Guar­dia Svizzera, il presidente e il suo se­guito di sette persone, con in testa i sottosegre­tari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, e l’ambascia­tore italiano presso la Santa Sede Antonio Za­nardi Landi, sono stati accolti dal prefetto della Casa pontificia monsi­gnor James Michael Har­vey, e da alcuni gentiluo­mini di Sua santità, che hanno scortato gli ospi­ti fino alla seconda log­gia. Passata la Clementina, il gruppo, a causa del leggero anticipo, ha dovu­to sostare circa un quarto d’ora in at­tesa della campanella che per con­suetudine annuncia l’inizio dell’u­dienza, che ha suonato alle 11.04. A quel punto Harvey è uscito dalla bi­blioteca per chiamare il presidente del Consiglio, in attesa con Letta nella Sa­la del Trono.
L’incontro tra Papa Ratzinger e Berlu­sconi è avvenuto qualche istante più tardi, nella Sala del Tronetto, dove il Pontefice, uscito dalla biblioteca, s’è fatto incontro sorridente, a passi ve­loci, all’ospite, il quale avanzava len­tamente: «Signor presidente, buon­giorno », gli ha detto Benedetto XVI. Berlusconi, visibilmente emozionato, ha ringraziato inchinandosi a baciare l’anello, mentre Letta passava dietro di loro per stringere a sua volta la mano del pontefice, accennando un inchi­no: « Saluto un vecchio amico – ha scherzato il Papa – giovane ma vec­chio... ».
Dentro la biblioteca, prima che le por­te si richiudessero per dare inizio al colloquio privato, al quale come già nel 2005 ha preso parte anche Letta, Benedetto XVI s’è seduto a un angolo della sua scrivania, facendo accomo­dare Berlusconi accanto a lui e il sot­tosegretario subito di fronte. Mentre i fotografi scattavano le foto di rito, il Papa ha chiesto al presidente della madre, scomparsa di recente, incon­trata in privato al termine di un’u­dienza generale nel 2007 e alla quale aveva regalato un rosario: «Era molto devota – ha ricordato il presidente del Consiglio – recitava il rosario ogni giorno. Aveva una fede straordinaria e una attività molto intensa, ancora a 98 anni. Andava sempre a visitare le suorine e portava doni per i poveri, anche quando stava male».
Fatti uscire fotografi e giornalisti, le porte della biblioteca si sono chiuse per il colloquio privato, durato circa 40 minuti. Al termine, quando il seguito è stato ammesso, è stato lo stesso Ber­lusconi a presentarne i componenti al Pontefice, a cominciare da Bonaiu­ti: «Ecco, la vedo in realtà – ha detto il Papa – la vedo sempre in televisione». Il tutto in un clima veramente cor­diale, tanto che Berlusconi non ha sa­puto rinunciare a fare una battuta nel presentare al Papa il suo capo di ceri­moniale, Eugenio Ficorilli, «che non ha ancora imparato ad allacciarsi i bottoni della giacca – ha detto, ag­giungendo subito dopo, mentre li riabbottonava –. Guardi cosa deve fa­re il presidente del Consiglio!». È quin­di seguito lo scambio dei doni e il mo­mento delle fotografie ufficiali, subi­to prima del congedo, con Berlusco­ni che ha di nuovo baciato l’anello.
Come consuetudine, prima di lascia­re il Vaticano il presidente è sceso con il suo seguito alla seconda loggia del Palazzo apostolico, dove ha avuto un colloquio con il Segretario di Stato va­ticano Tarcisio Bertone e il 'ministro degli esteri' monsignor Dominique Mamberti.

© Copyright Avvenire, 7 giugno 2008

LO SCAMBIO DI DONI

AL PAPA UNA CROCE PETTORALE AL PREMIER UN’ANTICA STAMPA E UNA PENNA

«Questo è un pezzo unico, che abbiamo fatto fare per lei». Con queste parole il presidente del Consiglio italiano, al momento dello scambio dei doni, ha presentato a Benedetto XVI la croce pettorale in oro, topazi e diamanti portatagli in regalo dalla delegazione italiana. «Spero trovi il tempo per poter leggere questo», ha poi aggiunto il premier mostrandogli la pergamena che spiega i diversi simbolismi e il significato riassunti nella fattura della croce, del peso di 70 grammi, con il diamante sulla parte alta a rappresentare San Pietro e gli undici topazi centrali – pietra che indica 'l’amore costante per il gregge affidato da Dio' e virtù come 'la temperanza e la concordia' – gli altri apostoli. Il Pontefice ha ricambiato con un’antica stampa raffigurante piazza San Pietro e una penna stilografica dei Musei Vaticani commemorativa dei cinquecento anni della Basilica Vaticana, con il calamo a foggia delle colonne del Bernini che reggono il baldacchino dell’altare della Confessione.

© Copyright Avvenire, 7 giugno 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma quella croce pettorale così preziosa era proprio necessaria? é un regalo del popolo italiano al Papa? Quanto hanno speso per farla visto che siamo in periodi difficili dal punto di vista economico... Marco