22 giugno 2008

Cardinale Ruini, il grazie del Papa e gli applausi (Bobbio)


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Ruini, il grazie del Papa e gli applausi

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nostro servizio

Città del Vaticano

Benedetto XVI lo ringrazia nel giorno della festa dei 25 anni di episcopato e della Messa (terminata con un lungo applauso dei fedeli) da cui prende commiato dalla diocesi di Roma. Il cardinale Camillo Ruini, ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano, ha ringraziato Roma e annunciato che il suo servizio di Vicario del Papa è finito.
In una chiesa gremita, in prima fila il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il sindaco Gianni Alemanno, Ruini ha letto una sorta di testamento non solo spirituale, ma anche ecclesiale e politico. Eppure ha ribadito che non farà il pensionato: «Vorrei continuare a lavorare, in forme diverse, perché i romani e gli italiani di oggi sappiano guardare al mondo e alla vita con l'occhio della fede e così non si affliggano come gli altri che non hanno speranza».
È sulla tentazione della sfiducia che insiste e invita a combattere la grande sfida del «regno del peccato», che minaccia la fede cristiana nel «comportamento e nel pensiero»: «Il piccolo testamento è dunque questo: guardiamo alla grande sfida che oggi dobbiamo affrontare, rendiamocene conto, non nascondiamoci davanti a lei, cerchiamo di coglierla nella sua forza, spessore, pervasività, capacità di penetrazione, quella capacità e quell'attrattiva che essa esercita specialmente verso le nuove generazioni». Ma «guardiamola – ha aggiunto – con occhio disincantato e a sua volta penetrante, con l'occhio della fede, che è necessariamente diverso e anche più penetrante rispetto a uno sguardo soltanto umano».
Ruini è poi tornato a ribadire la necessità della «fortezza nell'annuncio e nella testimonianza pubblica della fede», secondo l'esempio – ha detto – che lui ha ricevuto «da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI»: «In molte occasioni ho percepito quasi fisicamente che sarebbe stato ingiusto lasciarli soli».
E la stessa sensazione ha spiegato di averla avuta, quando era sacerdote a Reggio Emilia, verso Paolo VI. I vescovi, ha sottolineato, devono essere «al fianco del Papa nell'annuncio e testimonianza della fede, specialmente quando questi sono scomodi e richiedono coraggio.

E mi permetto di dire che se tutto il Corpo episcopale fosse stato forte ed esplicito sotto questo profilo, varie difficoltà nella Chiesa sarebbero state meno gravi e anche per il futuro questa può essere una via efficace per ridimensionarle e superarle». Ruini ha rilevato che un vescovo deve «sottrarsi» alle pressioni esercitate dall'opinione pubblica, che «non di rado è costruita dai mezzi di comunicazione», e ha ripreso una sua frase diventata famosa, e cioè che le «pallottole di carta non fanno molta paura».

Benedetto XVI, nella lettera inviata a Ruini, lo definisce «sacerdote noto e ben stimato», poi vescovo «fedele e saggio, intelligente e lungimirante», che ha trasmesso «con coraggio e tenacia» gli insegnamenti dei Papi. Ratzinger ha ricordato la «grande capacità di lavoro» di Ruini, la fede «semplice e schietta», l'«intelligente creatività pastorale». Sotto la guida del suo vicario la diocesi del Papa, in questi anni, ha promosso un Sinodo e ha avviato con «I dialoghi in cattedrale», il confronto con la società e gli intellettuali non solo cattolici.
Ruini ha ordinato in 17 anni 484 preti, ha costruito 57 nuove chiese parrocchiali e ha destinato molti luoghi di culto alle numerose comunità cattoliche straniere presenti nella capitale. Tra l'altro Ruini è stato il primo vicario a rompere una secolare tradizione, affidando a una donna, la professoressa Angel Ales Bello, il ruolo di decano alla facoltà di Filosofia della Pontificia università lateranense.

Benedetto XVI lo ha anche ringraziato per aver convocato «più volte in piazza San Pietro tanti fedeli per ascoltare, sostenere e incoraggiare» il Papa.

Al. Bo.

© Copyright Eco di Bergamo, 22 giugno 2008

Bellissimo l'ultimo riferimento del Papa...
R.

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