28 giugno 2008

Domenica in tutte le chiese la raccolta delle offerte per l'Obolo di San Pietro: una giornata per la carità del Papa (Osservatore)


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Domenica in tutte le chiese la raccolta delle offerte per l'Obolo di San Pietro

Una giornata per la carità del Papa

La solidarietà non conosce crisi. Anche quest'anno infatti le previsioni per la raccolta di offerte da destinare alle opere di carità del Papa, lasciano intuire che la gente, da ogni parte del mondo, continua - nonostante il clima pesante indotto dalla difficile situazione economica - a rispondere generosamente agli appelli in favore delle popolazioni più disagiate.
Ne dovrà essere conferma la consueta raccolta dell'Obolo di San Pietro nella "Giornata della carità del Papa" che si celebra, come è noto, in prossimità della solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo del 29 giugno. Quest'anno la ricorrenza coincide con la domenica.
In tutte le diocesi ci si sta già preparando da tempo attraverso iniziative di sensibilizzazione. Il cardinale Camillo Ruini, per esempio, già dallo scorso mese di maggio aveva iniziato la sua opera per la diocesi di Roma attraverso una lettera inviata a tutte le parrocchie, a tutte le chiese e a tutta la comunità ecclesiale romana nella quale ricorda tra l'altro che "i soci del Circolo San Pietro, secondo un'antica tradizione, saranno attivamente impegnati nel promuovere questa iniziativa operando al servizio della Chiesa di Roma".
Notizie analoghe giungono da ogni altra diocesi del mondo tanto da far ritenere come questo gesto d'amore sia ancora di grande attualità nonostante si tratti di una pratica antica quanto la Chiesa.
"L'Obolo di San Pietro in realtà - ci ha detto monsignor Tullio Poli direttore dell'ufficio dell'Obolo di San Pietro - non perde mai d'attualità perché scaturisce dalla consapevolezza di ogni fedele di essere chiamato a sostenere anche materialmente l'opera di evangelizzazione e al tempo stesso di soccorrere i poveri". Una missione che sa di poter compiere affidando il suo contributo alla Chiesa che poi lo ridistribuisce secondo i bisogni e secondo le richieste che "sempre più numerose - confida monsignor Poli - giungono direttamente al Papa".
Le offerte arrivano in tanti modi diversi: "Dall'elemosina diretta - dice monsignore - affidata personalmente al Papa nelle diverse occasioni pubbliche (udienze generali, offertori delle messe e così via), all'offerta tramite bollettino postale premarcato o con numero 7507003 intestato a Obolo di San Pietro - Città del Vaticano 00120, sul conto corrente bancario 5329965, intestato Obolo di San Pietro presso Unicredit Banca d'impresa, o tramite versamento on line. Modalità e istruzioni sul sito Vaticano (www.vatican.va). A volte ci viene portato direttamente il frutto di raccolte effettuate da congregazioni, oppure donazioni destinate esplicitamente alla carità del Papa. Tutto confluisce a formare l'obolo da ridistribuire poi a quanti ne hanno bisogno".
Naturalmente la raccolta dell'obolo assume caratteristiche diverse rispetto a tante altre forme di solidarietà nei confronti dell'attività caritativa della Chiesa. La sua "specificità - ha spiegato monsignor Poli - sta nel fatto di non essere vincolata ad alcuna etichetta o destinazione specifica: è il Papa stesso infatti che ne dispone liberamente, tenendo presente le necessità del mondo che si manifestano di situazione in situazione, o le emergenze che bisogna fronteggiare". L'offerta dunque non è soltanto un gesto di compassione verso il prossimo nel bisogno. "Essa coinvolge tutta la persona nel dono di sé - si legge nel depliant esplicativo curato appositamente dall'ufficio dell'Obolo di San Pietro - a Dio e ai fratelli". Soprattutto "contribuire all'obolo è condividere la sollecitudine del successore dell'apostolo Pietro per le molteplici necessità della Chiesa e del mondo". Una parte dell'obolo infatti "è destinata - conferma monsignor Poli - proprio al mantenimento delle Chiese che si trovano in condizioni di difficoltà e che dunque non riescono a compiere la loro missione evangelizzatrice per mancanza di mezzi di sussistenza". Comunione e corresponsabilità dunque sembrano essere le parole-chiave per comprendere la perenne attualità di una pia pratica che trae le sue origini dal cuore antico della carità di Cristo all'origine della Chiesa.

Le opere di solidarietà realizzate

All'Obolo di San Pietro si attinge anche per la realizzazione di diverse opere nei Paesi in via di sviluppo. Dunque oltre agli aiuti che il Papa fornisce tramite Cor Unum in casi di emergenza (terremoti e alluvioni) grazie all'obolo è stato possibile sostenere la ristrutturazione della Casa di accoglienza intitolata a Giovanni Paolo II a Roma, dove sono ospitati pellegrini disabili che vengono a Roma, gratuitamente quelli che non hanno mezzi; aiutare il villaggio Città dei ragazzi Nazaret, in Rwanda, per orfani abbandonati, per lo più figli di vittime del genocidio e della guerra civile; l'ospedale San vincenzo de' Paoli di Sarajevo; il villaggio per gli orfani causati dall'aids, in Kenya; l'ospedale Redemptoris Mater in Armenia. È stato possibile altresì sostenere l'ospedale cattolico di vila Maria a Masaka, in Uganda; seminari teologici e istituti di formazione cristiana in molti Paesi in via di sviluppo. Infine è stato possibile sostenere le attività della Fondazione Populorum Progressio per i contadini e per gli indigeni dell'America Latina, e della fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, per realizzare progetti di sviluppo nelle zone minacciate dalla desertificazione.

(©L'Osservatore Romano - 28 giugno 2008)

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