29 giugno 2008

IL PAPA CONSEGNA IL PALLIO E CAMBIA ANCHE IL SUO. BENEDETTO XVI: PAOLO FU MARTIRIZZATO ALLE TRE FONTANE (Agi)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo i servizi preparati da Salvatore Izzo (Agi) sulla celebrazione odierna.
R.

PAPA: ALL'OMELIA CEDE LA PAROLA A PATRIARCA BARTOLOMEO I

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 giu.

Con un gesto di grande valore ecumenico, nella messa di questa mattina in San Pietro, Benedetto XVI ha ceduto la parola al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, chiedendo che fosse lui a tenere l'omelia ''per la grande festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di questa Chiesa di Roma e posti a fondamento, insieme agli altri Apostoli, della Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica''.
Questa festa, ha spiegato il Papa, ''ci porta ogni anno la gradita presenza di una Delegazione fraterna della Chiesa di Costantinopoli, che quest'anno, per la coincidenza con l'apertura dell'Anno Paolino, e' guidata dallo stesso Patriarca, Sua Santita' Bartolomeo I. A lui rivolgo il mio cordiale saluto, mentre esprimo la gioia di avere ancora una volta la felice opportunita' di scambiare con lui il bacio della pace, nella comune speranza di vedere avvicinarsi il giorno dell''unitatis redintegratio', il giorno della piena comunione tra noi.
Saluto pure i membri della Delegazione patriarcale, come anche i Rappresentanti di altre Chiese e Comunita' ecclesiali, che ci onorano della loro presenza, offrendo con cio' un segno della volonta' di intensificare il cammino verso la piena unita' tra i discepoli di Cristo. Ci disponiamo ora ad ascoltare le riflessioni di Sua Santita' il Patriarca Ecumenico, parole che vogliamo accogliere con il cuore aperto, perche' ci vengono dal nostro Fratello amato nel Signore''.
Il Patriarca Ecumenico era stato accolto dal Santo Padre sul sagrato della Basilica. Quindi sono entrati insieme in San Pietro e rivestiti i paramenti, processionalmente sono saliti all'altare, preceduti dal diacono ortodosso e dal Diacono latino che portavano il Libro dei Vangeli.
Insieme il Papa e il Patriarca reciteranno poi la professione di fede, il Simbolo Niceno Costantinopolitano nella lingua originale greca, secondo l'uso liturgico delle Chiese bizantine.
''Al di la' delle notevoli difficolta' che sussistono sulle note problematiche, desideriamo veramente e preghiamo assai per questo, che - ha affermato da parte sua il il Patriarca nell'omelia - queste difficolta’ siano superate e che i problemi vengano meno,
il piu' velocemente possibile, per raggiungere l'oggetto del
desiderio finale a gloria di Dio''.
''In entrambe le Chiese - ha ricordato Bartolomeo - onoriamo debitamente e veneriamo tanto colui
che ha dato una confessione salvifica della Divinita' di Cristo, Pietro, quanto il vaso di elezione, Paolo, il quale ha proclamato questa confessione e fede fino ai confini dell'universo, in
mezzo alle piu' inimmaginabili difficolta' e pericoli. Festeggiamo la loro memoria, dall'anno di salvezza 258 in avanti, il 29 giugno, in Occidente e in Oriente, dove nei giorni che precedono,
secondo la tradizione della Chiesa antica, in Oriente ci siamo preparati anche per mezzo del digiuno, osservato in loro onore. Per sottolineare maggiormente l'uguale loro valore, ma anche per il loro
peso nella Chiesa e nella sua opera rigeneratrice e salvifica durante i secoli, l'Oriente - ha sottolineato ancora il Patriarca - li onora abitualmente anche attraverso un'icona comune, nella quale o tengono nelle loro sante mani un piccolo veliero, che simboleggia la Chiesa, o si abbracciano l'un l'altro e si scambiano il bacio in Cristo.
Proprio questo bacio - ha concluso il patriarca - siamo venuti a scambiare con Voi, Santita', sottolineando l'ardente desiderio in Cristo e l'amore, cose queste che ci toccano da vicino gli uni gli altri''.
Le parole di Bartolomeo I sono state accolte da un lungo applauso.

Successivamente Benedetto XVI ha ripreso la parola e dopo aver ringraziato il patriarca ha voluto ricordare che ''la missione permanente di Pietro'' e quindi la propria, come suo successore, e' quella di ''far si' che la Chiesa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, con un solo Stato. Che sia sempre la Chiesa di tutti. Che riunisca l'umanita' al di la' di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore''.

Secondo Papa Ratzinger, nel mondo globalizzato di oggi ''grazie alla tecnica dappertutto uguale, grazie alla rete mondiale di informazioni, come anche grazie al collegamento di interessi comuni'' esistono nuovi modi di unita', ma e' un'unita' ''sulle cose materiali'' che fanno spesso ''esplodere
nuovi contrasti''. Invece il mondo ha sempre piu' bisogno di ''unita' interiore, che proviene dalla pace di Dio''. Dunque la ''missione permanente'' del Pontefice, ma anche ''compito particolare affidato alla Chiesa'', e' ricondurre a questa unita' l'umanita' intera''.
Al termine del rito, Benedetto XVI e Bartolomeo I hanno poi impartito entrambi la benedizione finale ai fedeli presenti in San Pietro. Per primo a tracciare il segno della croce pronunciando la formula in latino e' stato il Papa, seguito dal patriarca che ha pronunciato la sua benedizione in greco.
Anche oggi il Pontefice ha distribuito la comunione ai fedeli inginocchiati davanti a lui.

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PAPA: CONSEGNA IL PALLIO E CAMBIA ANCHE IL SUO

(AGI) - CdV, 29 giu.

Benedetto XVI ha rinunciato oggi al lungo e pesante pallio che indossava dal giorno dell'inaugurazione del Pontificato per indossarne uno piu' semplice, in tutto simile a quello che proprio nella messa di San Pietro ha consegnato a 40 nuovi arcivescovi, dai quali differisce solo per il colore delle croci: rosse quelle del Pontefice, nere quelle degli arcivescovi.
Prima del rito i pallii erano stati posti sulla tomba di San Pietro. La lana utilizzata per confezionarli e' quella di alcuni agnelli donati al Papa, che li benedisse nel giorno della festa di Sant'Agnese, il 21 gennaio.
Il pallio, ha spiegato ai nuovi metropoliti prima di porglielo sulle spalle, ''ricorda il Pastor che prende sulle spalle la pecorella smarrita, che da sola non trova piu' la via verso casa e la riporta all'ovile''.
'I padri della Chiesa - ha sottolineato Papa Ratzinger - hanno visto in questa pecorella l'immagine di tutta l'umanita', dell'intera natura
umana, che si e' persa e non trova piu' la via verso casa. Cosi'
il Pallio diventa simbolo del nostro amore per il Pastore Cristo e del nostro amare insieme con Lui, diventa simbolo della chiamata ad amare gli uomini come Lui''.
A ricevere il pallio durante la messa sono stati 40 nuovi arcivescovi tra i quali il neo patriarca di Gerusalemme dei Latini, mons. Fouad Twal, che si e' insediato domenica scorsa, e quattro italiani: mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso, mons. Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa, e mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. Hanno ricevuto invece il pallio, nelle loro sedi metropolitane, perche' impossibilitati a venire a Roma, mons. William D'Souza, arcivescovo di Patna in India e mons. Edward Tamba, arcivescovo di Freetown in Sierra Leone.
Del significato del pallio Benedetto XVI ha poi parlato nuovamente nel discorso che dopo la messa ha preceduto la preghiera dell'Angelus. ''Il tema dell'unita' - ha detto - oggi e' messo in risalto dal tradizionale rito del Pallio, che durante la santa messa ho imposto agli arcivescovi metropoliti nominati durante l'ultimo anno. Sono 41, e altri due lo riceveranno nelle loro sedi. Anche ad essi va nuovamente il mio saluto cordiale''.

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ANNO PAOLINO: PAPA, LUOGO MARTIRIO FU TRE FONTANE

(AGI) - CdV, 29 giu.

Correggendo le conclusioni della maggior parte degli archeologi, Benedetto XVI ha affermato oggi che ''il luogo del martirio di San Paolo e' alle Tre Fontane''.
Lo ha fatto nel discorso che dopo la messa di oggi in San Pietro ha precedto l'Angelus, nel quale ha sottolineato che l'Anno Paolino avra' ''come baricentro Roma, in particolare la Basilica di San Paolo fuori le Mura e il luogo del martirio''. Nella sua prima uscita dal Vaticano, nell'aprile 2005 il Papa aveva invece mostrato di accogliere le conclusioni degli studiosi e disse che il martirio era avvenuto nei pressi della tomba che e' sotto l'altare papale della basilica di San Paolo. ''L'anno paolino - ha aggiunto - coinvolgera' la Chiesa intera, a partire da Tarso, citta' natale di Paolo, e dagli altri luoghi paolini meta di pellegrinaggi nell'attuale Turchia, come pure in Terra Santa, e nell'Isola di Malta, dove l'Apostolo approdo' dopo un naufragio e getto' il seme fecondo del Vangelo''.
''In realta' - ha continuato Ratzinger - l'orizzonte dell'Anno Paolino non puo' che essere universale, perche' san Paolo e' stato per eccellenza l'apostolo di quelli che rispetto agli Ebrei erano i lontani. Per questo anche oggi, in un mondo diventato piu' piccolo, ma dove moltissimi ancora non hanno incontrato il Signore Gesu', il giubileo di san Paolo invita tutti i cristiani ad essere missionari del Vangelo''.
Per il Papa, pero' ''questa dimensione missionaria ha bisogno di accompagnarsi sempre a quella dell'unita''' ed ''e' motivo di speciale gioia per il vescovo di Roma accogliere il patriarca ecumenico di Costantinopoli, nella cara persona di Sua Santita' Bartolomeo I, al quale - ha scandito - rinnovo il mio fraterno saluto estendendolo all'intera Delegazione della Chiesa Ortodossa da lui guidata''.
''Anno Paolino, evangelizzazione, comunione nella Chiesa e piena unita' di tutti i cristiani: preghiamo - ha concluso - per queste grandi intenzioni affidandole alla celeste intercessione di Maria Santissima, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli''.

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