27 giugno 2008

Luca Volontè: "Riotta non strumentalizzi la vicenda Genah"


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Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:

l'opinione

Riotta non strumentalizzi la vicenda Genah: sarebbe miopia

Luca Volontè

Ho letto e riletto l'articolo che martedì ItaliaOggi metteva in quarta pagina, il caso scoppiato riguardava gli scivoloni di Aldo Maria Valli, collaboratore di Europa (già quotidiano della Margherita) e vaticanista del Tg1 per volontà del direttore Gianni Riotta. Francamente non è comprensibile la ragione della reazione che ne è venuta. L'articolo, il caso aperto da ItaliaOggi, ha per oggetto le performances di Valli e taluni estemporanei servizi televisivi del Tg1 sulle vicende vaticane e, più in generale sulla Chiesa Italiana. Si sarebbe dovuto ringraziare il direttore Bechis, invece di torcergli le orecchie, senza contraddittorio e in diretta tv.
Quell'articolo gentile, non fa riferimento alle straordinarie immagini e agli estemporanei commenti di servizi televisivi del Tg1 sul Vescovo Milingo, le fantasmagoriche censure nei commenti sul Family Day etc_
Bechis e ItaliaOggi, hanno dimostrato una straordinaria dose di bontà, pur nelle legittime critiche. Non è forse vero che Valli sia amico del Cardinale Martini? O che i suoi servizi siano stati a volte più vicini alle ragioni del dissenso verso la Chiesa e il Papa, il caso della Sapienza come ben ricorda ItaliaOggi, è sufficientemente “fresco” per consentire a ciascuno, Riotta compreso, di ricordarlo nitidamente. Più volte, mi è capitato di affermare che sia la linea editoriale del Tg di Riotta ad essere, più o meno apertamente, poco laica e poco obiettiva sulle vicende che hanno riguardato e riguarderanno la Santa Sede e la Chiesa Italiana. Troppi fatti di questi anni dimostrano la mia considerazione e confesso di aver provato una grande delusione nello scoprire quanto un bravo giornalista, inviato negli Usa per il Corriere della Sera, si sia dimostrato così refrattario verso il valore della religione nella sfera pubblica, tanto caro ai costituenti americani. La frase di Italia Oggi che dimostrerebbe il sostanziale “antisemitismo” e la volontà discriminante di Bechis, sarebbe quella che «Genah (sostituto di Valli per il medesimo incarico al Tg1) non è certo un cattolico, visto che è di religione ebraica». Ma questa affermazione risponde alla verità, ogni buon giornalista dovrebbe attenersi alla verità dei fatti e i fatti dimostrano che il signor Genah è di religione ebraica. Non è una colpa, è la semplice constatazione della realtà. Nessuno arriva a dire che Riotta abbia invece altre ragioni per arrabbiarsi, forse le scelte precedenti, forse quel leggero astio dimostrato verso le iniziative e i contenuti espressi dal Vaticano e dalla Cei in questi anni, forse quella mancanza di «simpatia» che traspare troppe volte. Appare sempre più chiaro, anche dalla sproporzionata reazione in diretta Tv del direttore del Tg1 nella serata di mercoledì, che ci sia dell'altro. Riotta ha voluto strumentalizzare una constatazione, condivisibile e assolutamente corretta, per “tirare” dalla sua parte la comune sensibilità verso il mondo ebraico, infatti le dichiarazioni di molti esponenti politici e delle associazioni di quel mondo non sono mancate. Io la penso all'opposto: un bravo giornalista deve dire la verità e non cambiarla o darne interpretazioni per difendere interessi personali o di lobby, seppur legittima. Penso che un approccio ragionevole anche nell'affidare gli incarichi sia meglio, sia necessario cioè una «sintonia con l'oggetto nel tempo». L'oggetto è la Chiesa Cattolica in questo caso. Lo verifichiamo in ogni circostanza della nostra giornata o dinnanzi a ogni nostro oggetto di studio. Immaginiamo quale commento avrebbe preparato Genah se fosse capitato a lui, districare la matassa di polemiche tra esponenti della Comunità Ebraica e la Santa Sede sulla preghiera della Santa Pasqua. L'unico pregiudizio che possiedo è quello contro qualunque pregiudizio verso la realtà. Sono in questo pienamente d'accordo con quel suggerimento che faceva Chesterton nel suo «L'uomo eterno»: per conoscere il cattolicesimo uno deve essere dentro o talmente distante da poterne osservare l'intera dimensione storica e attuale. Un atteggiamento stupito e semplice, uno sguardo curioso e simpatico verso il cattolicesimo che Genah, con tutti gli sforzi che farà e pronto ad essere smentito, difficilmente potrà avere.

Rimane un rammarico: la strumentalizzazione dell'articolo di Italia Oggi, quel taglia incolla della frase finale girata via mail per chiedere solidarietà, è un atto di miopia.

© Copyright Italia Oggi, 26 giugno 2008

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche a me è sembrata strana la reazione di Riotta. Al Tg1 di qualche sera fa Riotta fece dire al presentatore che esprimeva solidarietà a Genah. Perchè? Perchè gli hanno detto che è ebreo? Da quando in qua dire che una persona è ebrea è discriminazione? "Italia oggi", oltre a puntare il dito contro Valli che non si è dimostrato molto imparziale (ed è molto chiaro), affermava che dare lo spazio del commento delle notizie della Chiesa cattolica ad un ebreo non è opportuno visto che parlerebbe di una religione diversa dalla sua, nonostante un serio giornalista può essere in grado comunque, ma sicuramente non se ne sentirebbe molto coinvolto. Comunque commenterò i fatti. Staremo a vedere.
Valli comunque, e qui siamo d'accordo in molti, non sempre del tutto professionale, meglio Zavattaro. Marco

Anonimo ha detto...

Quasi tutti i papaveri della Rai sono di sinistra (qualcuno prova a convertirsi). Il polverone delle intercettazioni serve a coprire la situazione di fatto. Personalmente, cambierei tutti i responsabili di Radio Tre cominciando da quello di Radio Tre Scienza Pietro Greco. Questi, oggi sull'Unità, annuncia per domani l'allegato libro di Carlo Flamigni in cui si denuncia nel sotto titolo i tentativi "medievali" della Chiesa di impedire il diritto all'aborto. Ma se, come dicono, l'aborto è una tragedia perchè dovrebbe essere un diritto? Saluti, Eufemia.

Anonimo ha detto...

Prendo spunto da questo articolo di Volonte' per ricordare alcune cose che e' necessario appuntarsi nella mente per comprendere le ragioni che ci fanno preferire un giornalista (Zavattaro) piuttosto che un altro (Valli)che sembra godere di una speciale immunita'.

1) Differenze di trattamento lavorativo: Valli sempre nelle edizioni di giornale principali (13.30 e 20), Zavattaro in quelle di minore ascolto (8,17 e notte).

2)Vigilia di Natale: Valli intervista il Cardinal Martini a Gerusalemme. Va bene, ma quanto sarebbe stato piu' opportuno una intervista con il Vescovo d Torino a pochi giorni dalla tragedia della Thyssen? avrebbe denotato delicatezza e affetto verso una tragedia che ha colpito non solo Torino...

3) I servizi di Valli dalla Sapienza ce li ricordiamo tutti.

4)Viaggio papale negli USA: ma l'avete notata la differenza di conduzione delle dirette tra Valli e Zavattaro? Borrelli, De Giacomo e lo stesso Zavattaro hanno dovuto arginare non poche volte gli svarioni di Valli.

5)S.Giovanni Rotondo 24 Aprile e Genova 18 Maggio : a Valli vengono concesse dirette televisive con piazze totalmente deserte perche' il Papa e' gia' partito. Ma lui,imperterrito, ci da' il bollettino meteorologico e ci dice cosa e' accaduto ore prima.
Ma scherziamo? Non vi suona di preferenza anche se costui non ha la preparazione e la professionalita' adatta per la posizione che gli e' stata regalata?

6)Visita di Berlusconi al Santo Padre. Una diretta nella quale Valli poteva anche non esserci per quanto NON ha detto.

7)Visita di Bush in Vaticano. Ne abbiamo parlato abbastanza? Oltretutto vi ricordo anche che Valli era l'unico ad avere notizie da dietro le quinte (!?)

Il resto e' cronaca di questi giorni.Sarebbe bene,pero', non sviare l'attenzione da cosa puo' esserci dietro la strumentalizzazione che Riotta sta facendo della vicenda Genah.Il giornalista Genah e' un altro grande professionista che si ritrova nel mezzo di questa bagarre solo per essere stato appuntato alla cura delle trasmissioni riguardanti la Santa Sede ed essere ebreo.Noi che riceviamo l'informazione non ci curiamo delle scelte personalissime dei giornalisti visto che PRETENDIAMO imparzilita' serieta' e soprattutto professionalita'. Allora mi chiedo e vi chiedo: a cosa mira ( o forse mirava, visto il boomerang accaduto) Riotta se non a promuovere il suo pupillo Valli nella posizione ora affidata a Genah?
Lo so , io ho queste strane teorie che mi passano per la mente, ma a volte mi succede di prenderci in pieno!! Lascio anche alla vostra meditazione cio' che ho scritto. Di sicuro vorrei che riuscissimo tutti a far ritornare in video e in voce il bravissimo Zavattaro che puo' insegnare a tanti come si fa giornalismo, soprattutto religioso. A proposito, perche' non dare a lui,invece che Genah o Valli questa posizione di direzione?Forse e' colui che la merita di piu'. Francesca

Anonimo ha detto...

voi continuate a osannare zavattaro ma non dimenticate che non è e non sarà mai un ratzingeriano.
ve li devo ricordare io i continui confronti con il predecessore?
e lo stesso vale per de carli.
almeno sappiamo da che parte sta valli,si è scoperto e è meglio lui di altri anche perchè è un professionista.

Anonimo ha detto...

Se si riconosce professionalita' a Valli e la si disconosce a Zavattaro, significa avere occhi e orecchie foderati o essere dalla stessa parte politica che, mi duole ricordare, non ha nulla a che fare con l'informazione religiosa.
Un giornalista assegnato ad informare circa il Vaticano non deve appartenere a nessuno, neppure al Papa (ratzingeriano??),ma deve saper convogliare il messaggio della Chiesa senza inquinarlo delle ideologie personali.E in questo Zavattaro puo' dare lezioni...
Vuole provare lei, caro Anonimo, ad evitare confronti, di contenuti e non di persone, con il predecessore dopo che quest'ultimo e' stato seguito per 20 anni dal giornalista in questione?
Francesca

Anonimo ha detto...

Sappiamo benissimo da che parte sta Valli: esattamente da quella sbagliata per occupare la posizione che ha!!!
Un giornalista del servizio pubblico deve saper fare il suo mestiere ancor piu' che nel settore privato, e cioe' essere totalmente privo (durante il suo lavoro)di convinzioni politiche ed opinioni personali.Non fosse altro che per il rispetto dovuto a chi ascolta che ha il diritto di formarsi la propria di opinione.
Nel vocabolario, alla voce INFORMARE, si legge: dare notizie intorno a un fatto o a una persona.
Questo e cio' che i giornalisti devono fare!!
LUCIA

Anonimo ha detto...

Ma come si puo' rimproverare a Zavattaro di fare confronti tra Ratzinger e Wojtyla? ma su quale pianeta vive questo signor Anonimo?
Quando un professionista serio come Zavattaro si permette dei confronti tra i due Papi, lo fa per prima cosa perche' SA di che cosa sta parlando per averlo vissuto di persona,e poi per meglio spiegare il messaggio del Papa raffrontandolo anche con gli insegnamenti del predecessore,dando quindi un valore aggiunto alle parole del Santo Padre.
Il fatto che Ratzinger fosse il piu' stretto collaboratore di GPII non li mette a confronto ma, anzi!, conferma i punti di unione e non di divisione che qualcuno vuole per forza leggervi.
Zavattaro ha anche il mio appoggio incondizionato di vecchio lettore di Avvenire, di ascoltatore di GR2 e di telespettatore del Tg1. Chi lo segue da anni sa che la sua gavetta e' stata lunga e se gli riconosciamo il suo valore e' perche' lo merita e perche' bisognerebbe prendere esempio da professionisti come lui.Specialmente nel mondo dell'informazione di oggi!!!!
Scusate lo sfogo.ANDREA

mariateresa ha detto...

a me basta un cronista che faccia una telecronaca onesta. Non pretendo e non mi piacerebbe un cronista che al nome del papa sviene per l'emozione. Ma non mi vanno nemmeno delle cronache furbette dove quello che fa comodo viene dimenticato e dove è evidente la salvaguardia di una precisa linea poltica. Perchè a me, e non solo a me, non interessa l'idea politica del vaticanista e anzi per dirla tutta non me ne frega un tubo. Inoltre alcuni di questi commentatori dimenticano che molti spettatori non hanno il ciuccio e si ricordano delle telecronache che avvenivano durante il pontificato precedente.
Perchè non si può dire tutto e il contario di tutto e apparire autorevoli. E non, invece, apparire evidentemente disposti a legare il cane dove vuole il padrone.
Quindi non entro nella disputa per dire chi è bravo e chi no, perchè sono tutti bravi a patto di non prendere il pubblico come un gruppone di mammalucchi.

gemma ha detto...

credo che a questo punto, avendo detto la nostra, sarebbe bene mettere da parte le polemiche e giudicare Genah sul campo, come si fa con ogni professionista. Per quanto mi riguarda, non ho nulla di personale contro Valli: in più occasioni ha colto il senso delle parole del Papa più di altri. In altre, alcune sue insinuazioni personali mi hanno molto irritato.
Credo ci sia posto per tutti in rai Vaticano, se cristianamente si collabora (almeno spero..)

Anonimo ha detto...

E chi ha mai detto di avere qualcosa contro Valli?!? l'impressione e' che si stava facendo una conversazione su chi ,da telespettatori,riteniamo sia piu'idoneo ad informarci e che ha sicuramente il nostro gradimento e sostegno per una carriera (lunga) mai ombrata di faziosita'o dichiarazioni ideologiche.
E' augurio di tutti che TUTTI i giornalisti presenti alla struttura Rai Vaticano e Tg1 possano collaborare in pienezza.
Francesca

Anonimo ha detto...

a proposito di tg1 leggete che cosa scrive dago sull'ennesima figuraccia pagata col canone:

COSE MAI VISTE - IL TG1 MANDA LA MAGGIONI A BOGOTÀ E LA GIORNALISTA COSA VA A CHIEDERE ALLA BETANCOURT? CHE PENSA DELLA SUA FOTO IN CAMPIDOGLIO BY WALTERLOO! - MA INGRID RISPONDE BEFFARDA…

Un fiasco totale. Per Walter Veltroni la tanto attesa liberazione di Ingrid Betancourt si è rivelata una disfatta mediatica senza precedenti. Proprio lui, che negli anni è stato sicuramente l’esponente politico italiano più sensibile al tema, con tanto di campagne di opinione e la famosa foto esposta in piazza del Campidoglio quando era sindaco, in questi giorni in cui sarebbe dovuto essere il leader più citato e intervistato, più ricercato e opinionato, ebbene stavolta Walterloo è completamente scomparso.

Niente interviste, niente titoloni, a tenere alta la bandiera del veltronismo solo il solito articolo in prima dell’Unità. Insomma, il minimo sindacale per chi ha investito moltissimo sulla vicenda della colombiana rapita dalle Farc. Così il segretario del Pd ha provato a correre ai ripari. E chi è venuto in suo soccorso? Niente meno che il direttore del Tg1, Gianni Riotta. All’edizione delle 13.30 di oggi è andato in onda veramente l’impossibile.

L’inviata del primo tg della Rai, Monica Maggioni, la cui trasferta è evidentemente pagata con i soldi del contribuente, arriva a Bogotà per seguire gli istanti prima che la Betancourt parta per la Francia con la sua famiglia.

Conferenza stampa affollatissima nella capitale colombiana, con i giornalisti di tutto il mondo. L’inviata italiana riesce a rivolgere delle domande dirette all’ex prigioniera. Tanto è vero che nei titoli di apertura il Tg1 spara alto: “Betancourt al Tg1: Grazie Italia”. E il conduttore Paolo Di Giannantonio rincara in voce: “La Betancourt al Tg1: grazie agli italiani per aver sofferto con me, è fondamentale diventare simbolo per la libertà”.

Accipicchia, scoop di Riotta! Poi, però, arriva il momento del servizio, e lo spettacolo è di quelli che neanche il Tg4. Dopo aver parlato con il marito, la giornalista italiana si fa spazio tra i colleghi e rivolge la sua domanda alla Betancourt: “Ingrid, lei sa che la sua foto è stata per mesi sulla facciata del Comune di Roma, lei è diventata un simbolo, se ne è resa conto?”.

Cosa? Avete letto bene. Chissenefrega di conoscere qualche particolare della prigionia, chissenefrega di sapere come si sente dopo la liberazione, chissenefrega di far uscire qualche notizia. Il Tg1 manda una propria giornalista fino a Bogotà, riesce ad avere spazio per rivolgere delle domande alla donna del momento e cosa fa? Serve per il pranzo degli italiani un soffietto di dimensioni clamorose niente meno che al leader dell’opposizione. All’inviata del Tg1 interessa solo far sapere a Ingrid (e ai telespettatori italiani) che quaggiù (a Roma) qualcuno la ama (Walter).

Dopo questo triplo salto mortale del tg di Riotta, però, arriva il colpo di grazia. La Betancourt, con buona pace di Monica e Gianni, a tutto pensa tranne che al loro protetto Veltronjohn. E spara una risposta strabiliante: “Credo che molta gente nel mondo abbia sofferto con me, molti attraverso me hanno vissuto la sofferenza di tanti altri, altri che provano la mancanza di libertà, essere il volto di una lotta può essere essenziale”.

Come dire: Comune di Roma, chi era costui? Nessun riferimento alla foto, nessun ringraziamento diretto all’Italia (a differenza di quanto il tg riportava nel titolo), solo una esilarante pagina di giornalismo veltronico, sulla rete ammiraglia del servizio pubblico.

Dagospia 04 Luglio 2008