31 maggio 2008
L'ambasciatore cinese in Italia: «Cina e Vaticano, presto una svolta» (Pozzi)
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«Cina e Vaticano, presto una svolta»
Sun Yuxi: i negoziati procedono bene
di Lucia Pozzi
ROMA (31 maggio)
«Se i contatti e i negoziati con il Vaticano continueranno nel segno del dialogo, come è stato finora, il processo di normalizzazione dei rapporti potrebbe avere presto uno sbocco positivo». Parla pesando le parole Sun Yuxi, Ambasciatore della Repubblica Popolare di Cina in Italia, insediatosi da due mesi a Roma e, in questa intervista esclusiva con Il Messaggero, alla sua prima uscita sulla carta stampata. Pesa le parole perché il tema è delicatissimo, né vuole entrare nel merito dei negoziati in corso. Ma il suo pensiero è chiaro: «Tutto dipenderà dagli sforzi che la Cina, da una parte, e il Vaticano, dall’altra, faranno concretamente per venirsi incontro e trovare un accordo. E, a dire la verità, mi auguro davvero che ci si possa arrivare velocemente».
Sorride mentre ricorda il suo incontro con il Papa. E dice di essere «molto onorato» per il fatto di essere il primo Ambasciatore cinese ad avergli parlato pubblicamente.
Quando è successo?
«Pochi giorni fa, il 7 maggio, in occasione del concerto dell’Orchestra Filarmonica Cinese in Vaticano, nell’Aula Paolo VI».
E cosa vi siete detti, lei e Benedetto XVI?
«Poche parole, per la verità. Io mi sono presentato, come il nuovo Ambasciatore in Italia, e il Santo Padre mi ha dato il benvenuto in Vaticano».
Solo questo?
«No. Gli ho detto che più di un miliardo di cinesi vogliono sviluppare relazioni di amicizia con il Vaticano».
E lui?
«Mi ha accolto in modo molto cordiale. Di fatto, non è solo il Vaticano che vuole migliorare i rapporti con la Cina. Anche da parte nostra c’è la volontà di procedere in tal senso. Tanto che i negoziati per il rilancio delle relazioni diplomatiche non si sono mai sopiti del tutto».
A proposito di relazioni con la Cina - diplomatiche e non solo - quali sono le prospettive per l’Italia al quarto governo Berlusconi?
«Tengo innanzitutto a dire che il vostro Paese si è distinto per la qualità e la quantità degli aiuti inviati tempestivamente nel Sichuan devastato dal terremoto. Molto più di quanto abbia fatto la Francia, per esempio, che pure è prodiga di dichiarazioni ufficiali di cordoglio e solidarietà...»
Pare davvero che il feeling meraviglioso che c’era con Chirac Presidente sia svanito del tutto dopo le polemiche sul Tibet, né Sarkozy sembra avere possibilità di recupero. Potrebbe essere l’Italia il nuovo “riferimento” della Cina in Europa?
«E’ innegabile che le relazioni tra i nostri Paesi stiano vivendo una fase positiva. Tanto che ci siamo posti l’obiettivo di aumentare l’interscambio dai 30 miliardi di dollari attuali a 50. In tre anni, naturalmente, che è il periodo del mio mandato di Ambasciatore in Italia».
In che modo?
«A giugno verrà a Roma il Ministro degli Esteri cinese. Sarà in quell’occasione che si definirà in concreto il percorso da compiere».
Scommettendo su quali settori, in particolare?
«Energia, ambiente, edilizia, alimentare. Ma anche l’automobilistico, per quanto l’Italia patisca un ritardo non indifferente rispetto a Paesi come la Germania, per esempio».
Parlando di energia, che cosa ne pensa dell’orientamento favorevole del nuovo governo al nucleare? Il ministro Scajola ha assicurato il via alle centrali di nuova generazione entro il 2013...
«Credo che non si possa più fare a meno del nucleare. Anzi, mi sorprendo di come l’Italia non ci sia arrivata prima. Peraltro, è energia pulita».
Berlusconi verrà alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino?
«Non ho ancora incontrato Berlusconi. Per lui ho due inviti a Pechino: uno per le Olimpiadi di agosto, l’altro per il summit Asia-Europa di ottobre. E poi, l’anno prossimo c’è il G8 alla Maddalena...».
E dunque?
«Ci sarà anche il Presidente cinese, Hu Jintao. La mia speranza è che resti in visita qualche giorno. Potrebbe essere l’occasione ideale per lanciare un anno della Cina in Italia, dopo che nel 2006 abbiamo celebrato l’anno dell’Italia in Cina. Così innesteremmo la quarta fino al 2010, che chiude il ciclo dei quarant’anni delle relazioni diplomatiche tra i nostri Paesi. Augurandoci di poter fare molto, moltissimo insieme».
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