29 maggio 2008

Istruzione vaticana sul tema dell'obbedienza religiosa. Card. Rodé: l'obbedienza è riconoscersi figli di (Zenit)


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Istruzione vaticana sul tema dell'obbedienza religiosa

Il Cardinal Rodé: l'obbedienza è riconoscersi figli di Dio

CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 28 maggio 2008 (ZENIT.org).- E' stata resa pubblica questo mercoledì mattina un'Istruzione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica dal titolo “Il Servizio dell'autorità e l'obbedienza”.
Il documento, presentato ad un'Assemblea di Superiori e Superiore Generali presso il Salesianum di Roma, “affronta anzitutto la tematica dell'obbedienza religiosa (...) vista (...) in quella ricerca di Dio e della sua volontà che è propria del credente”, afferma un comunicato del dicastero riportato dal VIS.
“L'obbedienza cristiana e religiosa non si configura dunque prima di tutto o semplicemente come una esecuzione di legge o disposizioni ecclesiastiche o religiose, ma come il momento di un percorso di ricerca di Dio, che passa attraverso l'ascolto della sua Parola, la presa di coscienza del suo disegno di amore, l'esperienza fondamentale di Cristo, l'obbediente, per amore, fino alla morte di croce”, aggiunge il testo.

L'autorità nella vita religiosa va dunque colta in questo contesto, come aiuto a cercare e compiere la volontà di Dio.
L'Istruzione inquadra la questione dell'autorità nell'ambito comune dell'obbedienza, alla quale è tenuta in primis l'autorità stessa.
Tra i temi affrontati nel testo, figurano le “obbedienze difficili”, ovvero “quelle in cui ciò che viene richiesto al religioso o alla religiosa risulta particolarmente gravoso da eseguire, o quelle in cui chi deve obbedire ritiene di vedere 'cose migliori e più utili alla sua anima di quelle che gli ordina il superiore'”.
“L'Istruzione – sottolinea il dicastero – intende ricordare, anzitutto, che l'obbedienza nella vita religiosa può dare luogo anche a momenti difficili, a situazioni di sofferenza, in cui è necessario fare riferimento all'Obbediente per eccellenza, Cristo”.

Commentando il documento, il Cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha affermato che “in un contesto culturale e sociale che esalta l'autonomia e l'indipendenza, di fronte all'oppressione e alla tirannide, che proclama l'assolutezza della libertà fino al libertinismo e oltre, la Chiesa propone il volto austero, gioioso e liberante della obbedienza cristiana, il valore evangelico dell'autorità”.

L'autorità e l'obbedienza di cui si parla sono quelle che “nascono dalla Parola di Dio”, ha spiegato su “L'Osservatore Romano”.

“Tutta l'Istruzione è un inno all'obbedienza, l'obbedienza che nasce dall'amore, si nutre della speranza, vive di fede”.

In questo contesto, “il parametro unico e insostituibile è Gesù Cristo”, la cui obbedienza nasce dalla consapevolezza che “obbedire è amare il Padre, compiere la missione affidatagli, salvare l'uomo, tutto l'uomo, tutti gli uomini”.
“Fuori di questa logica, non si comprende il Vangelo, si tradisce Gesù”, ha dichiarato.
“Il consacrato, posto alla sequela Christi, da Lui prende le mosse, da Cristo riparte, vivendo e proclamando la sequela Christi”.

Per il cristiano e a maggior ragione per il consacrato, riconosce il Cardinale, “obbedire al Padre significa riconoscersi figlio, come Gesù. L'obbedienza è segno distintivo della figliolanza, è espressione manifesta del 'sentirsi figli amati dal Padre'”.
“Se è vero che senza amore non c'è obbedienza, è altrettanto certo che senza obbedienza non c'è amore. Fuori da questa prospettiva teologica, non c'è obbedienza né amore”.
Per questo motivo, aggiunge il porporato, l'Istruzione vuole essere “uno strumento di riflessione e di aiuto, di animazione e di incoraggiamento a tutti i consacrati, perché rendano sempre più sicura la loro vocazione, avanzando fra le sfide e le difficoltà del momento presente, con il cuore e la mente fissi in Cristo, Figlio obbediente al Padre”.
Dal canto suo don Pascual Chávez, Rettor maggiore dei Salesiani, ha definito sul quotidiano vaticano l'Istruzione “un documento concreto e profondo, originale e straordinariamente aperto alla situazione attuale”, ma allo stesso tempo “ancorato nella tradizione della Chiesa”, “e soprattutto, suggestivo ed entusiasmante”.
Anche se i “destinatari immediati” sono i consacrati, per gli argomenti che tratta “il documento tocca il midollo della vita di ogni cristiano”, osserva.

“La centralità dell'obbedienza nella vita di ogni cristiano contrasta con l'irrilevanza con la quale viene vista e vissuta nella cultura attuale, anche ecclesiale”.
“In alcuni ambienti cattolici – denuncia – è vista persino con qualche gesto di rifiuto, forse perché la si considera come qualcosa che va contro i valori umani fondamentali della libertà”.
Per questo motivo, nel documento si propone “un cammino che porta alla vera fonte dell'obbedienza: la Rivelazione, la Parola di Dio”.
“Nella Sacra Scrittura – dichiara –, gli autentici credenti sono radicalmente obbedienti”.

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