31 maggio 2008
Questa sera in Piazza San Pietro la chiusura del mese mariano presieduta dal Papa: intervista col cardinale Comastri (Radio Vaticana)
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Questa sera in Piazza San Pietro la chiusura del mese mariano presieduta dal Papa: intervista col cardinale Comastri
Questa sera, alle 21.00, nella festa della Visitazione della Beata Vergine Maria e nella memoria del Cuore Immacolato di Maria, il Papa parteciperà in Piazza San Pietro alla chiusura del mese mariano. La celebrazione avrà inizio alle 20.00 con la processione del Clero dalla Piazza dei Protomartiri Romani, nella Città del Vaticano, al Sagrato Superiore della Basilica Vaticana, durante la quale verrà elevata la preghiera del Santo Rosario. Il rito proseguirà con una Celebrazione della Parola, che si concluderà con la Benedizione Apostolica impartita dal Papa. La Radio Vaticana trasmetterà l’evento a partire dalle 19.50. E’ il primo anno che Benedetto XVI presiede la conclusione del mese mariano in Piazza San Pietro. Sui motivi di questa scelta Giovanni Peduto ha sentito il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Papale Vaticana e Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano:
R. – Negli anni passati, la conclusione del mese di maggio avveniva presso la Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, e alla conclusione il Santo Padre scendeva e pronunciava un suo discorso che era una bella lampada che si accendeva per continuare il cammino seguendo Maria.
Però, ogni anno si poneva il problema: molti volevano venire ma non tutti potevano entrare. E allora, per andare incontro alla gente che desidera chiudere il mese mariano insieme al Papa, è nata spontaneamente questa idea: trasferiamoci in Piazza San Pietro. Piazza San Pietro ha le braccia aperte, sicuramente può accogliere tutti coloro che vogliono recitare il Rosario e ascoltare la parola del Papa, ricevere la benedizione del Papa. Il Papa è stato felice di accogliere questa idea e ha dato la sua benedizione, e il Vicariato di Roma e il Vicariato dello Stato della Città del Vaticano, insieme, hanno promosso questa iniziativa.
D. – A conclusione del mese di maggio, Paolo VI volle porre la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta. A cosa ci invita questa festività?
R. – La Visita di Maria a Santa Elisabetta la si può capire soltanto andando al momento conclusivo dell’Annunciazione. L’evangelista Luca, raccontando fin nelle minuzie l’episodio dell’Annunciazione, dice che appena Maria pronunciò il suo “sì”, appena disse all’Angelo: “Eccomi!, sono la serva del Signore. Io non discuto la volontà di Dio, mi consegno: puoi dire al Signore che mi porti dove vuole. Avvenga di me secondo la Sua parola!”, Maria non sapeva dove portava la strada di Dio, però si consegna perché Maria è la credente, la donna di fede. Però, subito dopo precisa, l’evangelista Luca: “E l’Angelo si allontanò”, sparì da lei. L’Angelo scomparve. Maria si ritrova sola. Si ritrova sola nella sua casa, che era quella di prima. Si ritrova nel villaggio, che era quello di prima. Però, si ritrova con una notizia che non era raccontabile. A chi poteva raccontare Maria: “E’ venuto un Angelo, mi ha detto che il bambino che è sbocciato nel mio grembo è figlio mio, è figlio di Dio!”? L’avrebbero presa per pazza! Cosa poteva fare, Maria? Maria prende la decisione più semplice ma anche la più bella, la più coraggiosa: Maria va a vivere la carità. Maria sente che nel suo cuore si è accesa la presenza di Dio e sente che è una presenza di amore. Allora, va ad amare, va a servire. E mentre va a servire, Maria ri-sente la voce di Dio, sente il primo commento del fatto, e lo sente attraverso la voce di Elisabetta che, illuminata dall’alto, illuminata dallo Spirito Santo, dice a Maria: “Io, appena ho sentito le tue parole, ho avvertito qualcosa di straordinario: il bambino che è nel mio grembo ha fatto un salto, un salto di gioia, ha sentito qualcosa di straordinario!”. E, illuminata dall’Alto, Elisabetta dà la lettura: “A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me? Beata te perché hai creduto!”. Questa è la beatitudine di Maria: beata te perché hai creduto! Ed è la beatitudine alla quale Maria ci invita a conformarci. Maria dice anche a noi: “Ecco, io ho creduto. Anche voi, diventate credenti! Anche voi, ogni giorno, convertitevi ad una fede sempre più profonda, ad una fede sempre più sincera!”. E quando Maria sente le parole di Elisabetta, in quel momento sgorga il “Magnificat”. Maria ha avuto la notizia più grande, più sensazionale di tutta la storia: non si è inorgoglita. Ha preso la strada umile del servizio, della dedizione. E vivendo la strada del servizio e della dedizione, ha sentito una voce dall’alto che ha illuminato la sua nuova condizione. E in questo momento, Maria esplode in un canto di gioia che è la più grande profezia mai pronunciata. Maria dice: “Elisabetta, io sono felice. Il mio spirito esulta in Dio che è Salvatore, perché ha guardato la piccolezza della sua serva, e d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata!”. E Maria non pecca di presunzione nel dire questo. Maria riconosce la sua piccolezza, ma riconosce che Dio si china sulla piccolezza. Quindi, mentre proclama che tutte le generazioni la chiameranno beata, Maria non vuol dire la sua lode, vuol dire la grandezza di Dio, vuol cantare la grandezza di Dio, vuol dire: “Ecco cosa fa Dio, Dio si china sui piccoli. Mi ha trovata piccola, mi ha scelta perché piccola e proprio perché mi ha scelta, d’ora in poi tutti mi chiameranno beata”. Ma aggiunge: “Se lo sguardo di Dio è rivolto verso i piccoli, gli orgogliosi non incontrano lo sguardo di Dio”. Allora, con tutta certezza può dire: “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”, perché i superbi non guardano Dio, non incontrano lo sguardo di Dio. “Ha rovesciato i potenti dai loro troni e ha innalzato gli umili”. Eppure, in quel momento, i troni erano tutti forti, ben solidi: il trono di Augusto, il trono di Erode ... Però, Maria è sicura, è decisa. E questa lettura la dà nella fede, ed è la fede che dà a Maria questa certezza e la storia mille e mille volte ha dato e darà ragione a Maria.
D. – Cosa vuol dire vivere la fede affidati a Maria? Cosa si perdono quanti non si fanno accompagnare dalla Madre di Dio lungo i sentieri della vita?
R. – Maria – lo dice il Vangelo, lo dice Elisabetta illuminata dallo Spirito Santo – è la credente, è la prima, è la perfetta credente. Quando ci si consegna a Maria ci si trova tra le braccia di Gesù. Maria ci educa alla fede, Maria ci conduce al Signore perché il testamento di Maria son le parole che Maria pronuncia al miracolo di Cana: “Fate quello che lui vi dirà!”. Ogni volta che ci accostiamo a Maria noi ci sentiamo più cristiani, ci sentiamo più discepoli del Signore perché Maria non allontana da Dio: Maria porta a Dio, Maria porta a Gesù. Chi rifiuta Maria, rifiuta l’aiuto più grande per andare incontro al Signore.
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