14 giugno 2008

Il Papa e Bush: "Molto buonumore, lo scambio di doni e la musica" (Mazza)


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Molto buonumore, lo scambio di doni e la musica

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Un Papa alla Casa Bianca, l’avevamo scrit­to, non si era mai visto. Né si era mai vi­sta, sul South Lawn della residenza del presidente Usa, una cerimonia come quella messa in piedi il 16 aprile 2008 da George W. Bush per il Papa. Senza dubbio Benedetto XVI ha voluto ricambiare quella cortesia, riservan­do all’ospite americano uno sfondo, più anco­ra che inedito qual era, letteralmente irripetibile. Più che genuino, dunque, quel «sono onorato» con il quale Bush, appena sceso dalla sua su­percorazzata limousine davanti alla Torre di San Giovanni, risalente al IX secolo, ha risposto al «piacere di averla qui» con il quale alle 10,52 Be­nedetto XVI l’ha accolto, sorridendo, al suo ar­rivo. Nel crepitio delle macchine fotografiche c’è stato un lungo scambio di strette di mano e di battute tra il Papa, Bush, sua moglie Laura e l’ambasciatore Usa presso la Santa Sede Mary Ann Glendon (che, ben­ché 'di casa' in Vaticano essendo stata presidente della Pontificia Ac­cademia delle Scienze Sociali, for­se quell’angolo dei giardini non l’a­veva mai visto, e come la prima cop­pia Usa non smetteva di rimirarse­lo); poi il piccolo gruppo, scortato dal Prefetto della Casa pontificia monsignor James Harvey, ha fatto il suo ingresso nella Torre mentre le vetture del corteo presidenziale, ad eccezione di un grosso suburban nero della scorta, ridiscendevano verso il piazzale dov’è riprodotta la grotta della Madonna di Lourdes.
All’interno della Torre, da soli, Be­nedetto XVI e Bush sono saliti al pri­mo piano, nel grande studio circo­lare della Torre, mentre le due signore e Harvey restavano a pian­terreno, dove un quarto d’ora dopo il gruppetto sarebbe stato raggiunto dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Ber­tone.
Il colloquio pri­vato è durato in tutto circa mezz’ora, e al termine il Papa e il presidente sono saliti fino al camminamen­to di guardia della Torre, a circa 40 metri di altezza, da dove si può godere uno stre­pitoso panorama di tutta la Città del Vaticano e di mezza Ro­ma.
La parte strettamente privata dell’in­contro è terminata alle 11,29, quando le porte dell’ascensore si sono aperte al pianterreno e il Papa e Bush si sono ri­trovati con la first lady e la Glendon nel­la saletta dov’è avvenuto lo scambio dei doni. Il presidente ha regalato al Ponte­fice una fotografia autografata e un al­bum di foto («Oh ma che bello!», ha e­sclamato il Pontefice sfogliandolo) sul­la visita di Benedetto XVI alla Casa Bian­ca, il Papa ha contraccambiato con una sua fotografia e quattro volumi d’arte, in italiano e in inglese, sulla Basilica di San Pietro. «Ci scambiamo le stesse cose», è stato il commento divertito di Laura Bu­sh davanti al tavolo dov’erano sistema­ti i doni, regalando ai presenti un ennesimo mo­mento di buonumore in una visita che, di quei momenti, ne ha davvero avuti diversi. Come quando Bush, indicando la moglie e l’amba­sciatore, ha detto al Papa «siamo circondati da don­ne di carattere e valore»; o quando ancora il presiden­te, dopo aver chiesto lumi a Harvey sulla grandezza del­lo Stato Vaticano, alla rispo­sta che si tratta di «una pic­cola entità» territoriale, «co­munque, più piccola del Texas», ha chiosato rivol­gendosi al Papa: «Ma certamente molto più im­portante ». Dopo lo scambio dei doni, è iniziata la secon­da parte della visita, con Benedetto XVI e il pre­sidente che si sono incamminati fianco a fian­co lungo la discesa sulla sinistra della Torre, par­lando e fermandosi alcuni istanti dinanzi alla grande Campana del Giubileo del 2000. Arriva­ti alla grotta di Lourdes (dono dei francesi a Leo­ne XIII nel 1902), Papa Ratzinger e Bush hanno atteso di essere raggiunti dalla first lady e dal­l’ambasciatore e, dopo la presentazione del pic­colo seguito, seduti all’aperto su semplice pol­trone da giardino hanno ascoltato due mottetti eseguiti dai cantori della Cappella musicale pon­tificia e diretti dal maestro, monsignor Giuseppe Liberto. E proprio con questi bambini, prima del congedo, Bush s’è fermato un po’ a chiacchiera­re: «Ma voi fate una scuola speciale?».

© Copyright Avvenire, 14 giugno 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono rimasto sbigottito per le letture distorte e volutamente offensive che alcuni giornalisti hanno fatto. il riassunto è:
-Bush è guerrafondaio, ha commesso un grave errore nell'attaccare l'Iraq.
-Il papa dà quest'accoglienza a Bush senza criticargli nulla, quindi condivide tutto.
-BXVI ha voltato pagina dopo gli scontri tra GPII e Bush.

Su tutti i punti c'è da discutere, ma soprattutto sugli ultimi due che sono totalmente errati. Nessuno che abbia messo in chiaro il senso degli onori e della visita? Ma non ce n'è bisogno, tanto i giornalisti che hanno scritto queste "boiate" non cambiano idea neanche morti...

la giornata di oggi del papa (come ieri) è stata molto bella! Bellissima l'omelia, i paramenti, la gioia della gente... Marco.