16 giugno 2008

Il Papa: «Vita, famiglia, fede: le radici di Brindisi» (Ruggiero)


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Il Papa ai giovani di Brindisi: "Cristo è esigente e rifugge dalle mezze misure. Egli sa di poter contare sulla vostra generosità e coerenza: per questo si attende molto da voi" (Discorso del Santo Padre alla cittadinanza ed ai giovani a Brindisi, 14 giugno 2008)

VISITA PASTORALE DEL PAPA A SANTA MARIA DI LEUCA E BRINDISI (14-15 GIUGNO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A SANTA MARIA DI LEUCA E BRINDISI

Primo appuntamento nella città adriatica, l’incontro nel piazzale Lenio Flacco. Ai giovani: «Conosco i vostri problemi, in particolare la disoccupazione. Non cedete al richiamo dei facili guadagni e dei paradisi artificiali»

«Vita, famiglia, fede: le radici di Brindisi»

Benedetto XVI alla città pugliese: rinnova la fedeltà al tuo patrimonio civile e religioso

«Cari ragazzi, l’amore ha la sua radice in Dio. E il suo volto è quello di Cristo. In lui trovate la risposta ai vostri interrogativi»

DAL NOSTRO INVIATO A BRINDISI

GIOVANNI RUGGIERO

Le ore dell’attesa sono state segnate dalla musica dei ragazzi di Brindisi, musicisti in erba, sul piazzale Lenio Flacco che si specchia nel «porto interno». Qui è stato in­nalzato il palco per Benedetto XVI: sullo sfon­do la nave d’appoggio «San Marco» e le barche dei pescatori, perché Brindisi, dirà il Papa, è porta aperta sul mare che accoglie con gene­rosità, come generosa e calorosa è stata l’ac­coglienza della gioventù brindisina venuta da tutte le parrocchie della provincia. Di questa voce giovane, Benedetto XVI, ha riconosciuto la fiduciosa esuberanza e la voglia di vivere, ma anche i problemi che assillano e che talo­ra rischiano di soffocare gli entusiasmi: «Co­nosco – ha detto il Pontefice – il peso che gra­va su non pochi di voi e sul vostro futuro a cau­sa del fenomeno drammatico della disoccu­pazione che colpisce anzitutto i ragazzi e le ra­gazze del Mezzogiorno d’Italia. Allo stesso mo­do – ha aggiunto – so che la vostra giovinezza è insediata dal richiamo di facili guadagni, dal­la tentazione di rifugiarsi in paradisi artificia­li o di lasciarsi attrarre da forme distorte di sod­disfazione materiale. Non lasciatevi irretire dalle insidie del male, ricercate piuttosto un’e­sistenza ricca di valore, per dare vita ad una so­cietà più giusta e aperta al futuro».
Per fortuna, dal pomeriggio l’aria si è rinfre­scata e ha reso più piacevole l’attesa di quan­ti hanno conquistato i posti più vicini alle tran­senne lungo il percorso per vederlo passare. E man mano che trascorreva l’attesa, a piazza della Vittoria, al banchetto di alcuni volonta­ri, si allungava il rotolo bianco sul quale i brin­disini hanno scritto un breve messaggio al Pa­pa. Sarà una lunga cartolina che hanno in mente di consegnare al Papa, recapitando­gliela a casa sua, a Roma. Un disoccupato scri­ve: «Padre di tre figli, spero che la mia vita pos­sa svoltare», e un candido innamorato che pa­re preso da una vignetta di Peynet non resiste: «Benedici la mia fortuna: che io possa trovare il mio amore ideale».
Il Papa parlerà di amore davanti a tanti giova­ni, spiegherà il senso dell’amore autentico in cui si trova la chiave di ogni speranza, perché «l’amore ha la sua radice in Dio». Questo a­more, ha spiegato Benedetto XVI ai giovani che lo applaudivano, «ha il volto dolce e compas­sionevole di Gesù Cristo. Ecco dunque giunti al cuore del messaggio cristiano: Cristo è la ri­sposta ai vostri interrogativi e problemi; in Lui viene avvalorata ogni onesta aspirazione del­l’essere umano. Egli sa di poter contare sulla vostra generosità e coerenza: per questo si at­tende molto da voi. Seguitelo fedelmente – ha esortato – e per poterlo incontrare, amate la Chiesa, sentitevene responsabili, non rifuggi­te dall’essere, ciascuno nel suo ambito, corag­gioso protagonista». Questo sul piazzale Lenio Flacco è stato il pri­mo incontro con la città di Brindisi. Qui Be­nedetto XVI è stato accolto dall’arcivescovo di Brindisi-Ostubi Rocco Talucci, dal sindaco del­la città, Domenico Mennitti, dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, e da un gio­vane dell’Azione cattolica ragazzi, Giorgio Nac­ci, che nelle sue parole ha rappresentato la speranza di tutti: «Siamo chiamati a realizza­re – ha detto – un progetto di vita e cose gran­di e belle secondo il cuore di Dio, e a dare il no­stro contributo a costruire la civiltà dell’amo­re. Non è sempre facile compiere questo cam­mino, ma lungo questa strada abbiamo una certezza a cui ancorarci: la compagnia di Cri­sto Risorto». Della generosa terra di Brindisi, il Papa ha ri­chiamato i valori radicati della vita e l’attac­camento alla famiglia, «esposta al convergen­te attacco di numerose forze che cercano di indebolirla». Da qui, l’esortazione: «Quanto è necessario ed urgente, anche di fronte a que­ste sfide, che tutte le persone di buona volontà si impegnino a salvaguardare la famiglia, so­lida base su cui costruire la vita dell’intera so­cietà ». Un altro fondamento è poi la fede cri­stiana, e il Papa è stato beneaugurante: «Vi in­coraggi la fede a rispondere senza compro­messi alle legittime attese di promozione u­mana e sociale della vostra città».
Anche il ministro per gli Affari Regionali, Raf­faele Fitto che è stato governatore della Puglia, nel suo saluto al Papa ha ricordato la vocazio­ne dell’accoglienza della terra pugliese che «ha ospitato quanti fuggivano da condizioni di vi­ta inammissibili e spesso dalla negazione di ogni valore » . Questa generosità, ha ricono­sciuto il ministro, è stata possibile anche gra­zie a una Chiesa pugliese che vive ancora un cristianesimo popolare.
Ancora la musica e la preghiera hanno poi scandito le ore della lunga veglia, dopo che il Papa ha lasciato il piazzale che non poteva contenere tutta Brindisi e che, infatti, ha se­guito l’evento attraverso grandi schermi posti in vari punti della città. Una notte centrata sul ministero di Pietro. La notte è passata così, cantando quell’inno di Loreto, scritto da un giovane di questa terra, Marco Pecoraro che a­nima il gruppo «Lev Effatha». Ciascuno ha can­tato sotto le stelle di Brindisi: «Dolce, chiara questa notte, senza nuvole né vento, un brivi­do di gioia io sento».

© Copyright Avvenire, 15 giugno 2008

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