16 giugno 2008

Il Papa chiede il dialogo per Medio Oriente e Iran (Pinna)


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Il Papa chiede il dialogo per Medio Oriente e Iran

Elisa Pinna

Il Papa guarda ad Oriente: e dal porto di Brindisi, proiettato nel mar Mediterraneo, chiede la pace e la cooperazione tra i popoli rivieraschi e mediorientali, parla di «accoglienza», di «sicurezza» e torna ad esortare la Comunità internazionale a ricercare i «modi di prevenire e controllare i conflitti, esplorando ogni possibile via diplomatica».

Iran, Palestina, Iraq, Balcani sono probabilmente tra i suoi pensieri, mentre celebra la messa dal palco che domina la banchina di Sant'Apollinare, di fronte a 70 mila fedeli.
Insieme però Benedetto XVI rivolge un forte appello alla Madonna perchè protegga la Puglia, l'Italia, l'Europa e il mondo intero da altri pericoli, meno sanguinosi ma altrettanto subdoli: le «tempeste che minacciano la fede e i veri valori».
I grandi orizzonti orientali tra cielo e mare, i problemi della solidarietà, dell'accoglienza e del dialogo tra civiltà, insieme ad una costante preoccupazione per i temi etici hanno accompagnato il viaggio di due giorni in Puglia di papa Ratzinger e si sono sintetizzati nella grande messa di ieri mattina a Brindisi. Ispirato dallo scenario circostante, Benedetto XVI ha rinnovato un appello «di cooperazione e di pace fra tutti i popoli, specialmente tra quelli che fanno corona a questo mare, antica culla di civiltà, e quelli del Vicino e Medio Oriente».
«L'azione della comunità internazionale - ha spiegato riprendendo il suo discorso al Palazzo di Vetro dello scorso 18 aprile - ...non deve mai essere interpretata come un'imposizione indesiderata e una limitazione di sovranità».
Al contrario - ha ammonito - «è l'indifferenza o la mancanza di intervento che recano danno reale». Da qui l'appello a «prestare attenzione ed incoraggiamento anche ai più flebili segni di dialogo o desiderio di riconciliazione», mentre sullo sfondo riprendono a rullare i tamburi di guerra, stavolta sul nucleare iraniano, ed ancora appare lontana una soluzione per i palestinesi e una pacificazione per l'Iraq.
Nell'omelia, il Papa ha offerto anche altri spunti di riflessione, parlando della vera «compassione cristiana» che «non ha niente a che vedere con il pietismo e l'assistenzialismo». «Piuttosto è sinonimo di solidarietà e condivisione ed è animata dalla speranza», ha spiegato. Poi ha voluto ricordare che, a questo mondo, nessuno nasce santo, nemmeno lui: «È utile riflettere - ha osservato - che i dodici apostoli non erano uomini perfetti, scelti per la loro irreprensibilità morale e religiosa . Erano sicuramente credenti, pieni di entusiasmo e di zelo, ma segnati - ha detto - dai loro limiti umani, talora anche gravi. Dunque, Gesù non li chiamò perchè erano già santi, ma affinchè lo diventassero. Come noi, come tutti i cristiani».
Infine, al termine dell'Angelus, le sue parole più forti, rivolgendosi a Maria: «la sua materna protezione difenda sempre - ha scandito - questa vostra città e regione, l'Italia, l'Europa e il mondo intero dalle tempeste che minacciano la fede e i veri valori; permetta alle giovani generazioni di prendere il largo senza paura per affrontare con cristiana speranza il coraggio della vita».
Sabato sera, giungendo a Brindisi da Santa Maria di Leuca, il Papa aveva denunciato gli attacchi «convergenti» alla famiglia e alla vita, ed aveva incoraggiato i giovani del Sud a non cedere di fronte al dramma della disoccupazione.
Nel pomeriggio, dopo un pranzo con i vescovi pugliesi e un breve riposo, il Papa ha incontrato il clero della Regione, prima di ripartire per Roma, poco dopo le cinque.

© Copyright Il Tempo, 16 giugno 2008 consultabile online anche qui.

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