23 giugno 2008

Il Papa non ha chiuso tutte le porte ai divorziati. Anzi...(Galeazzi)


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Giacomo Galeazzi

Solo i «puri», cioè coloro che non sono macchiati dal «peccato», possono ricevere l’ostia consacrata, gli altri troveranno «nel desiderio di comunione e nella partecipazione all’eucaristia una forza e un’efficacia salvatrice».
Nel messaggio al Congresso eucaristico del Quebec, Benedetto XVI fa chiarezza sul divieto di impartire il sacramento ai divorziati risposati, ossia la regola contestata sabato a Porto Rotondo da Berlusconi durante la Messa del vescovo Sebastiano Sanguinetti. Ieri il Pontefice ha ribadito quali sono le leggi canoniche in vigore nella Chiesa e che valgono per tutti i credenti. Il Papa ha invitato i «pastori e i fedeli» ad un’attenzione rinnovata nella loro preparazione a ricevere l’eucaristia.
«Malgrado la nostra debolezza e i nostri peccati, Cristo vuole fare di noi la sua dimora e ci domanda la guarigione - spiega Joseph Ratzinger -. Per questo dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per riceverlo in un cuore puro, nel ritrovare senza sosta, nel sacramento del perdono, la purezza che il peccato ha macchiato, mettendo in accordo la nostra anima con la nostra voce». Il peccato, «soprattutto il peccato grave», si oppone «alla grazia eucaristica in noi».
Comunque, quanti sono esclusi dal sacramento a causa della loro situazione, troveranno salvezza nel desiderio di riceverlo. Benedetto XVI, inoltre, esorta «i sacerdoti a dare il dovuto onore al rito dell’eucaristia» e chiede a tutti i fedeli di rispettare il «ruolo di ciascun individuo», sia prete sia laico, durante l’azione eucaristica. «La liturgia non ci appartiene, è un tesoro della Chiesa», ammonisce.
Prima della risposta indiretta del Papa al premier, la questione della comunione negata ha innescato le polemiche. «Il depositario delle regole della Chiesa credo che sia ancora il Santo Padre e non il presidente del Consiglio», attacca il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera, ribatte: «E’ sorprendente che Casini apra con Berlusconi una disputa dottrinale su chi sia il titolare delle regole della Chiesa. Evidentemente è colpa del caldo estivo». La Chiesa non può cambiare sul tema perché «deve obbedire a un comando ricevuto da Gesù», puntualizza l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia della Vita e rettore dell’Università Lateranense, però «siamo vicini ai divorziati risposati che soffrono per l’esclusione dall’eucaristia». D’altra parte, anche se non sono ammessi alla comunione, i fedeli divorziati «fanno parte della Chiesa, sono chiamati a vivere le celebrazione domenicale, sono chiamati a leggere la Sacra Scrittura per comprenderne l’insegnamento». Il Papa non ha chiuso tutte le porte. Anzi: anche per i divorziati risposati la possibilità di salvezza esiste. Un segnale auspicato dal premier (che ha evidenziato un problema molto diffuso nella Chiesa contemporanea) e atteso da tanti fedeli impossibilitati, a causa di separazioni e divorzi, ad accedere al sacramento eucaristico.

© Copyright La Stampa, 23 giugno 2008

Bello questo articolo!
R.

1 commento:

euge ha detto...

Bellissimo articolo questo che hai riportato!

Fra le frasi riportate che ho letto, le uniche degne di attenzione dopo quelle del Santo Padre, sono quelle di Mons. Fisichella. Per le altre non trovo parole per definirle!