14 giugno 2008

Approvati (con importanti modifiche) gli statuti del Cammino neocatecumenale (Agi)


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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

NEOCATECUMENALI: KIKO, IL PAPA CI HA VOLUTO BENE

(AGI) - CdV, 13 giu.

Salvatore Izzo

''Il Papa ci e' venuto incontro, ci vuole bene''.
Il fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Arguello ha commentato cosi', nel corso di una conferenza stampa l'approvazione definitiva dello statuto concessa pero' con l'obbligo di modificare alcune prassi liturgiche.
''Presto - ha aggiunto Kiko - ci sara' anche l'approvazione pubblica di tutti i contenuti teologici e delle catechesi sia miei che di Carmen Hernandez, dopo essere stati analizzati dalla Congregazione della Dottrina della Fede e dall'allora cardinale Joseph Ratzinger''.
La modifica principale imposta dal Vaticano riguarda l'abbandono della possibilita' di riceve la comunione restandi a sedere. I neocatecumenali, pur potendo rimanere al proprio posto, dovranno ricevere la comunione in piedi, come tutti i fedeli.
Sono stati concessi invece l'uso del pane azzimo per la consacrazione, lo spostamento del rito della pace (che avviene dopo la preghiera dei fedeli e prima della consacrazione), la comunione sotto le due specie (pane e vino), le monizioni e le risonanze. L'articolo 13 prevede inoltre che ''per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto''.

Quanto alle celebrazioni delle comunita' neocatecumenali al sabato sera, esse precisa il nuovo statuto, ''fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli''.

L'approvazione della personalita' giuridica pubblica del Cammino Neocatecumenale e' stata sottolineata da Kiko con entusiasmo: ''siamo molto contenti - ha detto - che dopo 40 anni il Signore ci ha concesso questo atto, per noi molto importante''.

L'articolo 1 dello Statuto, ha concluso, ''e' quello previsto Giovanni Paolo II, che definisce il Cammino un 'itinerario di formazione cattolica', ne' un movimento ecclesiale ne' un'associazione di persone. Si tratta, infatti, di un 'metodo di formazione cattolico'''.

© Copyright (AGI)

8 commenti:

Luisa ha detto...

Questo non è per me un giorno felice, segnerà per me il giorno in cui si è introdotto nella Chiesa cattolica un nuovo rito interamente creato da un laico, un uomo, un`opera umana e non un dono ricevuto, un rito creato per una comunità privata, con la sua simbologia, la sua architettura, la sua iconografia, un altare diventato tavola quadrata tolta dallo spazio sacro e posta in mezzo alla chiesa..con una hanouccah sulla tavola...e mi fermo qui...perchè scrivere tutto ciò mi rende molto triste.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Luisa. Chi conosce dall'interno il Cammino resta molto perplesso davanti a questa 'vittoria' e alla marcia indietro fatta dal Vaticano

Anonimo ha detto...

Condivido in pieno quel che dice la signora Luisa. E non si sono inventati solo la liturgia, ma anche la dottrina, tanto che hanno un loro catechismo scritto da quei due pseudo-teologi che rispondono al nome di Kiko e Carmen, denso di affermazioni che per molti autori seri sono vere eresie. Ma è la stessa storia già verificatasi per altre situazioni: se la chiesa non reagisce subito e blocca sul nascere questi 'movimenti' o gli abusi liturgici, essi poi finiscono con il legittimarsi per il trascorrere del tempo ed il radicarsi in parrocchie o intere diocesi. Affidiamoci al Signore.

Anonimo ha detto...

Carissima Luisa.
Leggo nelle tue parole davvero un grosso dispiacere. Lo capisco e in qualche misura, fino a ieri l'ho pure condiviso, seppure un po' combattuto. Da oggi penso che dobbiamo guardarlo con occhi diversi. Ora la Chiesa ha usato la sua plurisecolare saggezza e ha deciso e legiferato! Abbiamo fiducia in queste decisioni! Ora il CN è da considerarsi un itinerario ecclesiale cattolico a pieno titolo! Credo che sarà anche più facile per la Chiesa intervenire in caso di abusi e forzature, e qui penso soprattutto ai parroci, ai vescovi che avevano sollevato alcune problematiche..
Noi siamo certi nell'assistenza dello Spirito di Dio, che agisce anche nei solchi del limite umano..
Un' esortazione fraterna? Non perdere la tua coscienza critica, ma sii serena e gioiosa e ama la Chiesa anche in quello che non comprendi pienamente. Ex umbris et imaginibus in veritatem..

Scenron ha detto...

Cara Luisa, prendiamo questa vicenda come una prova di fiducia verso la Chiesa e verso Benedetto XVI! La tua perplessità, la tua tristezza è normale e condivisibile, da me per primo...però, pensa al Motu Proprio per la liberalizzazione del Messale Tridentino: a tanti inizialmente (parlo di comuni fedeli, non di curiali e metropoliti che mi permetto di definire ignoranti e reazionari), il documento papale ha lasciato perplessi, perchè ancora non si capiva la reale ricchezza che il Papa ci aveva ri-donato...non voglio paragonare il rito extra-ordinario della Messa a un movimento ecclesiale (che proprio sulla liturgia non ha capito un gran che), ma mettere a confronto le situazioni che sono sorte intorno ad essi...
Io, cara Luisa, continuerò ad avere fiducia in Joseph Ratzinger, da oggi ancora di più...e sono sicuro anche tu! :D

gemma ha detto...

le cattiverie e gli atti di accusa che sto leggendo contro papa Benedetto su alcuni siti cattolici, in seguito a questa vicenda, mi lasciano sempre più perplessa. Soprattutto perchè spesso provengono da persone che il giorno dopo l'approvazione del motu proprio sulla messa in latino, si rivoltavano contro ogni critica e dispiacere da parte dei cultori del novus ordo, tacciandoli di mancanza di rispetto verso il Santo Padre e di fiducia nello Spirito Santo che lo ispira. Il tutto tra i commenti divertiti di atei di passaggio che sfruttano l'occasione per irridere una volta di più la Chiesa e il Papa (e sinceramente non se ne sentirebbe il bisogno). Non è un bell'esempio e un bel vedere per chi non crede, da parte cristiana.
Credo sia importante la bellezza del rito ma credo anche che il Signore sappia guardare dentro ciascuno ad uno ad uno e discernere tra chi si accosta a lui con pentimento e sincera devozione indipendentemente dalla forma.
Papa Benedetto è sempre lo stesso, colui che nella Chiesa vuole continuità con la tradizione ma che nemmeno intende rinnegare il Concilio, che vuole fare sforzi per unire e non dividere.
Dispiace che sia per lui così difficile farsi capire

Anonimo ha detto...

http://www.rinascimentosacro.com/2008/06/allegria.html
In questo link, nella parte dei commenti, sono presenti diversi modi di reagire alla notizia; segnalo l'intervento molto saggio di "Daniele".


4 interventi dei lettori:
Anonimo ha detto...
Maranatha, vieni Signore Gesù!
L'approvazione degli Statuti neocatecumenali nelle forme e nei modi liturgici come abbiamo appena avuto modo di vedere sta a significare che la Chiesa di Roma he rinnegato se stessa ma, nel rinnegare se stessa, ha rinnegato il Suo Signore.
Aspettiamo di leggere gli statuti in versione integrale, ma possiamo dichiarare in fede e coscienza che in primis sono stati traditi tutti i Credenti cattolici che hanno custodito fino ad oggi la loro Tradizione e la loro identità e vedevano nel Papa, in tanti suoi gesti e insegnamenti il loro Faro, la loro Guida, Pietro che li confermava nella Fede. Legittimare la Liturgia Neocatecumenale significa aver lettimato un'altra Chiesa, nella quale nolti credenti non si possono riconoscere e della quale molti altri diventeranno i seguaci, subendo la 'mutazione genetica' della loro spiritualità.
Uno di noi ha scritto: "Francamente non sono addolorato per me ma per il futuro della stessa Chiesa, incapace di testimoniare attraverso la Verità della Liturgia. Per me, scrivere ciò tempo addietro sarebbe stato bestemmiare, oggi non lo sento più tale. I tempi stanno cambiando e forse l'abominio della desolazione si sta avvicinando. Visto con gli occhi di oggi il Motu Proprio appare sempre di più come uno zuccherino, ma credo che il Signore si sia costruito la Sua fortezza all'interno della Chiesa."
La tristezza non è per l'approvazione in sé, ma per la Chiesa di Roma che rinnega se stessa (lettera di Arinze e altro ancora). A questo punto non sappiamo se volente o nolente, data la situazione di vera anarchica schizofrenia che sta invadendo con crescendo impensabile la nostra Chiesa... Ma è ancora e sempre la nostra Chiesa?
Forse è la Chiesa nata dal Concilio Vaticano II, ma in coscienza non ci sembra più la nostra.
L'anomalia è ancora più forte.
Risulta che durante la cerimonia, il Cardinale ha lasciato tre orientamenti particolari ai membri delle comunità neocatecumenali:
1) obbedienza ai Vescovi,
2) riconoscimento del ruolo del presbitero e
3) fedeltà ai testi liturgici della Chiesa.
Questo avvalora tutte le nostre critiche su questi aspetti, e forse cambia un po' la prospettiva della ventilata approvazione 'senza condizioni'. Bisogna vedere se questo è solo nelle parole del cardinale o sta scritto da qualche parte...
Prima di dire altro dobbiamo ancora riflettere, pregare, discernere; ma di sicuro da questo momento nulla sarà più come prima. L'unica cosa di cui siamo certi è la consapevolezza di quello che abbiamo ricevuto e il desiderio di custodirlo, con l'aiuto del Padrone della Messe. Maranatha!
http://neocatecumenali.blogspot.com/

14 giugno 2008 9.14
Anonimo ha detto...
Roma loquta...

Non preoccupiamoci troppo, l'approvazione degli statuti è poco o niente. Se non vivono iuxta statuta... Verranno paternamente ammoniti.
Ubi Petrus ibi Ecclesia. Stiamo sereni, ma pregando e vigilando...

14 giugno 2008 12.09
Daniele ha detto...
Sebbene possa comprendere l'istintiva reazione di rabbia suscitata in alcuni da un atto che non può non destare certe perplessità, tuttavia invito a considerare quanto è successo ieri con calma e distacco razionale.

Primo: sono stati approvati gli Statuti del Cammino Neocatecumenale, è vero. Si dice "in forma definitiva". Questo è falso. Neppure le regole degli Ordini religiosi, assai più articolate delle indicazioni destinate al Cammino, sono irreformabili: la Santa Sede, attendendosi all'iter previsto dal diritto canonico, può modificarle come e quanto vuole. L'unica cosa vera è che gli statuti sono stati approvati a tempo indeterminato, ovvero che non saranno oggetto di revisione in una data precisa e stabilita in anticipo.

Secondo: prima di commentare il fatto dell'approvazione, leggiamo questi statuti. Non credo proprio che il Papa, dopo aver espresso per iscritto la propria riprovazione verso gli abusi liturgici del movimento, abbia consentito che la nuova redazione lasciasse completa libertà in questo senso. Né che non si intervenga in qualche modo sugli errori ecclesiologici e sacramentali contenuti nelle catechesi "ad usum privatum" e diffusi nelle comunità.

Terzo: l'approvazione degli Statuti è strettamente limitata al loro contenuto. Non implica l'approvazione tacita e incondizionata delle pratiche del Cammino nel loro complesso, men che meno degli errori o di ciò che la stessa Santa Sede ha più volte denunciato come abuso. Oggi più che mai, dunque, i cattolici hanno il dovere di far rilevare, nei modi e nelle sedi opportune, eventuali devianze dalla norma degli Statuti approvati e dalla legge generale della Chiesa. Faccio inoltre notare che, se tali denunce non hanno sortito pienamente il loro effetto, è perché spesso sono state fatte in modo poco mirato o eccessivamente emotivo, con scarsa produzione di documenti e fatti.

Quarto: il Cammino, piaccia o meno, è una realtà. Possiamo deplorare l'atteggiamento di chi, nei decenni passati, gli ha consentito di proliferare quasi senza il controllo della gerarchia (ricordiamo che l'approvazione degli Statuti ad experimentum è del 2002: prima il Cammino era privo di qualunque status giuridico), ma non possiamo illuderci che sia possibile negare la sua esistenza o cancellarla con un colpo di spugna senza scandali e gravi danni. Occorre dunque ricondurre il movimento all'ordine, e mi auguro che questi nuovi Statuti costituiscano un progresso in tal senso. In futuro si potrà fare di più e meglio.

Quinto: nella Chiesa esistono altri movimenti, forse meno appariscenti, ma con caratteristiche non molto diverse dai neocatecumenali. Mi riferisco, per esempio, al Rinnovamento dello Spirito e in misura minore ai Focolarini. Essi hanno già ricevuto da tempo la sanzione del Vaticano. Anche in questo caso, occorre procedere con estrema prudenza, senza fare drammi, ma anche senza tirarsi indietro quando si tratta di denunciare abusi e deviazioni.

Nel complesso, considerando la situazione cercando di mettere da parte l'emotività, non mi sembra che ci sia nulla di nuovo sotto il sole. Anzi, con ogni probabilità gli Statuti voluti dal Papa hanno proprio questo intento, di ricondurre cioè i movimenti all'ordine in modo non traumatico. Un atto più rigoroso e meno misurato sarebbe stato di poca utilità e avrebbe dato l'impressione, poco opportuna in effetti, di un radicale "cambio di rotta" rispetto all'atteggiamento del Vaticano nei decenni precedenti. Il che è senz'altro avvenuto, ma, nella pratica, dev'essere tradotto con gradualità, se si vogliono evitare quegli scandali e quelle reazioni scomposte che non fanno certo bene né ai singoli fedeli né alla Chiesa. Il futuro ci darà ragione.

14 giugno 2008 12.59
Areki ha detto...
Sottoscrivo completamente l'intervento precedente di Daniele.
Non bisogna amareggiarsi, occorre fidarsi del Santo Padre

14 giugno 2008 20.19

Anonimo ha detto...

Che strano...io sono entrato nella Chiesa attraverso il Cammino Neocatecumenale, che mi ha insegnato ad amare la Chiesa ed il
suo Magistero, nonchè ad amare, assieme ai precedenti, questo splendido Papa.

Il Cammino mi ha insegnato che l'ubbidienza al papa è un valore talmente grande che se oggi Benedetto XVI mi chiedesse, per
fare un esempio estremo, di uscire dallo stesso Cammino,io lo farei senza esitare.

Proprio non capisco e mi lasciano basito questi commenti preoccupati, specie in un Blog che trovo talmente utile e con il
quale sono talmente in consonanza che è diventato il mio punto di riferimento.