13 giugno 2008

Oggi Bush in Vaticano. Consonanza vistosa costruita col Papa (Massimo Franco)


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LA NOTA

Massimo Franco

Consonanza vistosa costruita col Papa

Oggi Bush in Vaticano: temi etici e religiosi. Archiviati i contrasti sulla guerra in Iraq

L’incontro di oggi fra Benedetto XVI e George W. Bush dà la misura del cambiamento nei rapporti fra Vaticano e Usa rispetto agli anni di Giovanni Paolo II. Il protocollo «familiare» voluto personalmente dal papa sottolinea una disponibilità verso il presidente statunitense già emersa nel viaggio dell’aprile scorso a Washington.

E mostra un pontefice deciso ad andare controcorrente, abbracciando simbolicamente un leader che non si può certo definire baciato dalla popolarità. Non solo. Bush è a fine mandato, eppure la Santa Sede ha deciso di riceverlo con tutti gli onori e qualcosa di più: al punto da provocare qualche mormorio nella Curia. In realtà, la sintonia nasce soprattutto dalla determinazione con la quale Bush ha difeso i temi bioetici e investito per combattere malattie come l’Aids; ed autonomamente, non per compiacere il Vaticano.

In più, i contrasti che divisero la Casa Bianca e la Santa Sede per la guerra in Iraq sembrano ormai alle spalle: prevale l’esigenza parallela di ricostruire il Paese e di proteggere le minoranze cristiane: un tema sul quale anche nel recente passato si è registrata qualche frizione con la Casa Bianca. E nel suo recente viaggio, Benedetto XVI ha apprezzato gli Usa, e ne è stato apprezzato, al di là delle aspettative. Chiedendo scusa ripetutamente agli americani, ha rimarginato in parte la ferita dei preti pedofili che hanno proiettato un’ombra nera sulla chiesa cattolica statunitense.

Così, quando ieri il capo del protocollo Nancy Goodman Brinker ha spiegato che Bush è «un enorme fan di questo Papa» e che «appoggia totalmente la sua azione», lo stupore è stato relativo. All’esterno ha sorpreso di più l’atteggiamento vaticano. Eppure, ultimamente è emerso con nettezza il «filoamericanismo» di Joseph Ratzinger.

L’Osservatore romano ha preparato l’incontro con interviste al nunzio a Washington, Pietro Sambi, e a Celestino Migliore, il diplomatico della Santa Sede presso l’Onu. Ed in precedenza aveva dato ampio rilievo all’ambasciatore Usa in Vaticano, Mary Ann Glendon. Sambi, in particolare, ha spiegato che il colloquio di due mesi fa tra il papa e Bush «è stato di natura privata. Conosciamo quanto le parti hanno reso pubblico, senza poter escludere che altri temi siano stati affrontati».

Le sue parole hanno dato vita a qualche congettura, forse al di là delle intenzioni e del merito della discussione. Sono rispuntate addirittura le voci di una possibile conversione al cattolicesimo del presidente Usa, protestante. È stato notato come un gesto speciale di cortesia perfino il «Protocollo per il ricevimento» pubblicato in italiano ed inglese dalla Prefettura della Casa pontifica per la visita privata di oggi. Sarà il suggello di due giorni gratificanti per Bush, nonostante qualche contestazione di strada. Per il Vaticano non è solo il punto d’arrivo dei rapporti con l’attuale Amministrazione. Si tratta di una sintonia e di una scommessa da offrire al futuro presidente Usa.

© Copyright Corriere della sera, 13 giugno 2008 consultabile online anche qui.

Qua...qua...qua...coccodè...coccodè...
Voi sentite qualcosa? Ah gia'! Sono i rumori che provengono da dietro le vetrate del Palazzo Apostolico...si', quelle che si affacciano sui giardini vaticani.
Chissa' quante vesti nere (magari cinte da fasce viola o rosse) vedremmo se avessimo i raggi x :-))
Onore al Papa che anche stavolta, infischiandone bellamente dei benpensanti politicamente corretti che vivono all'interno delle mura leonine e fuori, ha fatto di testa sua.
Il coraggio non e' da poco e dimostra ancora una volta come a Benedetto XVI non importi granche' della gloria mediatica :-)
Ottima, come sempre, la nota di Massimo Franco...

R.

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