6 settembre 2008

Il Papa sarà domani a Cagliari: i saluti del vescovo e del sindaco del capoluogo sardo


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GIUSEPPE MANI *

Il Papa arriva domani a Cagliari. Che significato può avere questa visita? Sicuramente un significato diverso per chi crede e per chi non crede. Prescindendo da questo è un grande evento per la nostra città. Cercando di trovare una definizione che vada bene per tutti scelgo quella che il Cardinale Martini diede del Papa alla morte di Giovanni Paolo II: il Padre Spirituale dell'umanità.
Il Papa è proprio questo. Aldilà dell'apprezzamento della persona che uno può avere a seconda dei gusti, come avviene per ogni giudizio personale, per i credenti il Papa è il Vicario di Gesù Cristo. Colui a cui, prima di lasciare questa terra ha affidato il compito di rappresentarlo, di agire in suo nome dopo avergli assicurato che «tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli».
Il Papa è il successore di San Pietro e quindi, come vescovo di Roma, Capo di tutto l'episcopato cattolico che gli deve obbedienza e fedeltà. Su questa fede si appoggia la fedeltà alla Chiesa di Cristo per cui nessun attolico può dire di poter fare a meno del Papa. La Sua presenza e il Suo ministero è garanzia della fedeltà all'autentica fede cristiana.
Personalmente ho avuto la grazia di essere stato collaboratore diretto e immediato del Papa come vescovo di Roma e devo dire di aver sperimentato la verità di quanto crede la Chiesa. Per i non credenti il Papa è il rappresentante di una cultura che si chiama civiltà cristiana. Provate ad immaginare la Sardegna senza il cristianesimo e vedrete come viene a mancare la struttura portante della sua storia. La storia sarda è intrisa di cultura cristiana. Su di essa si fondano i suoi valori fondamentali ed è la fede che gli ha tutelati durante la Sua travagliata vicenda di secoli fatta di oppressioni, di domini stranieri, di aggressioni culturali e, perché no, di sfruttamenti. Le scuole, a cominciare dalle università, sono state iniziate dalla Chiesa, lo stesso si dica delle grandi opere assistenziali come gli ospedali. Le parrocchie hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi, in tanti casi, l'unica forma di socializzazione dei nostri paesi. È in esse che si è amministrato il sapere. I parroci si sono messi a disposizione per insegnare i primi elementi di una cultura che poi si è sviluppata fino agli studi superiori. Entrando nella bellissima storia del clero di Cagliari ho riconosciuto in tanti parroci degli autentici Don Lorenzo Milani senza raggiungere la sua popolarità, ma che non hanno niente da invidiargli in efficacia pedagogica. Questa è la chiesa che il Papa rappresenta. Senza contare il posto che occupano nel cuore dei sardi i loro santi; veri modelli della vera dignità e di una umanità che si fonda sui valori autentici.
Sono rimasto colpito dalle conclusioni di un convegno internazionale tenuto ad Orroli, alcuni anni fa, sulla longevità. Il denominatore comune dei nostri centenari è la fede e l'ottimismo. E credo che in Sardegna ci sia la vera fede in Gesù Cristo, l'autentica fede cristiana. Durante la mia visita pastorale ho visitato tutte le comunità e incontrato tante persone. Sono rimasto estasiato dinanzi alla autenticità di vita, alla semplicità, allo spirito di sacrificio, alla sobrietà, al senso della dignità di tante famiglie davvero felici nella loro umile condizione sociale. Non ho avuto difficoltà a riconoscerci le famiglie del vangelo che Cristo amava frequentare e in cui è nato e vissuto Lui stesso. Da questa gente, che è il vero popolo di Dio, il Papa sarà acclamato, in Lui riconosceranno l'inviato da Dio in nome di Cristo. È il popolo Dio, quello che Benedetto XVI viene a visitare. Tutti sono invitati, anche coloro che lo guardano con sospetto o, meglio ancora, col timore di esagerare nella fede. Personalmente vorrei che tutti lo avvicinassero, non nel senso che tutti riuscissero a fotografarlo da vicino col proprio telefonino, ma per ascoltare che cosa dirà ai cagliaritani, cosa dirà a tutti. Magari poi ne riparleremo.

* Arcivescovo di Cagliari

© Copyright L'Unione Sarda, 6 settembre 2008

Un evento straordinario

EMILIO FLORIS *

È davvero emozionante accogliere nella nostra città, a nome dei cagliaritani e di tutti i sardi, il Capo della Cristianità e dello Stato Vaticano Benedetto XVI. Il desiderio del Pontefice di condividere con i fedeli sardi la devozione per la Vergine Maria, Patrona Massima della Sardegna nel titolo di Nostra Signora di Bonaria, di cui si celebra quest'anno il Centenario, ci regala un evento straordinario sul profilo religioso, culturale e mediatico. Un evento che oltre a richiamare nel capoluogo sardo migliaia di pellegrini da tutta l'Isola, ci porta in dono l'attenzione dei media a livello nazionale ed internazionale consentendo di far conoscere la straordinaria storia della nostra Patrona e, più in generale, la storia e la bellezza della nostra città.
Una città tutta proiettata verso la crescita e lo sviluppo economico senza mai perdere di vista le sue antiche origini, la sua cultura e una storia che ha saputo educarla alla capacità di accogliere e integrare culture differenti valorizzando e arricchendo la propria identità. Cagliari si conferma capitale anche della devozione popolare testimoniata nei secoli da appuntamenti importanti quali la festa di Sant'Efisio e dalla proclamazione di santi amatissimi che hanno lasciato un segno indelebile al loro passaggio: Sant'Ignazio, San Nicola e, ultima in ordine di tempo, Suor Nicoli. Il recentissimo innalzamento agli onori degli altari della Madre de "is piccioccus de crobi" ha costituito una sorta di prova generale per la piazza Paolo VI che ha già ospitato con successo negli anni Settanta la visita dell'indimenticato Papa Montini, anch'egli richiamato dalla Madonna di Bonaria, e dell'amato Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II, un decennio più tardi. La loro visita ha lasciato segni indelebili nella nostra città e non dubito che anche questa nuova visita del Papa sarà ricordata come una data memorabile. Lo splendido e ormai ampiamente collaudato scenario in cui avverrà l'incontro tra il Pontefice e i fedeli è pronto e l'Amministrazione comunale, in collaborazione con la Regione, la Prefettura, le istituzioni ecclesiastiche e quelle preposte alla sicurezza, ha profuso il massimo impegno perché l'avvenimento possa svolgersi nel migliore dei modi. Colgo qui l'occasione per ringraziare l'intera macchina comunale che con grande disponibilità e qualche sacrificio personale non ha mai cessato di girare a pieno ritmo per consentire la migliore riuscita dell'evento. Né voglio dimenticare l'impegno dei 534 volontari coinvolti nel servizio d'ordine e quelli impiegati nei servizi di emergenza. Così come voglio manifestare la mia personale gratitudine all'arcivescovo Monsignor Giuseppe Mani e a tutto il Comitato per il Papa in Sardegna. Ogni preparativo è stato portato a termine al meglio non soltanto per accogliere il Pontefice come si conviene, ma anche per dare ai pellegrini provenienti da tutta la Sardegna un segno tangibile dell'ospitalità della loro capitale. La visita del Santo Padre è un'occasione preziosa per rinsaldare il legame sempre forte tra Cagliari e le altre comunità della Sardegna. Gli siamo grati anche di questo dono e per questo gli rivolgiamo un sincero saluto di benvenuto.

* sindaco di Cagliari

© Copyright L'Unione Sarda, 6 settembre 2008

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