6 settembre 2008
Anno Paolino: aumentano i pellegrini a Tarso ma nella città dell'Apostolo delle Genti manca ancora una chiesa permanente. L'appello di mons. Padovese
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Anno Paolino: aumentano i pellegrini a Tarso ma nella città dell'Apostolo delle Genti manca ancora una chiesa permanente. L'appello di mons. Padovese
In Turchia la città di Tarso, luogo legato alla presenza ed alla predicazione dell’Apostolo Paolo, è ogni giorno meta di pellegrinaggi. Ma nonostante l’arrivo di fedeli provenienti da diversi Paesi, manca ancora un luogo di culto dove poter svolgere funzioni liturgiche in modo definitivo.
Ad alimentare il continuo flusso di pellegrini è anche l’Anno Paolino, che spinge molti cristiani a ripercorrere le orme dell’Apostolo delle Genti e a testimoniare la loro fede. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente della Conferenza episcopale turca:
R. – E’ un flusso di pellegrini notevole che ci fa molto piacere, perchè mostra come l’importanza di questi luoghi sia messa ben in evidenza.
D. – E la presenza di molti fedeli cristiani e cattolici è anche un’occasione per un nuovo dialogo con il mondo musulmano...
R. – E’ comunque un segno di un interesse religioso che va ben al di là del turismo. Chi vede quanti pellegrini affluiscono con una chiara intenzione, che non è quella di visitare soltanto i luoghi, ma anche di pregare, si rende conto che anche all’interno del cristianesimo ci sono persone con una forte esperienza di fede, persone che vogliono testimoniarla. In questo senso, si deve leggere anche la nostra insistenza per avere un luogo di culto a Tarso, in modo definitivo.
D. – Infatti, nonostante il continuo afflusso di pellegrini e questa voglia di testimoniare e di pregare, manca ancora un luogo di culto per i fedeli. Ci sono segnali incoraggianti che fanno sperare nella prossima costruzione di una chiesa?
R. – Alcuni passi effettivamente ci sono stati: almeno per quest’anno, la chiesa di San Paolo sarà utilizzata come luogo di culto e non come museo. Non è più necessario pagare il biglietto d’ingresso. Questo per noi era un aspetto molto importante, perché dà veramente l’impressione di entrare in un luogo di culto e non in un museo. Ma ci sono ancora delle richieste che sono state evase. Abbiamo avanzato la richiesta di avere un luogo di culto non temporaneamente, ma permanentemente. La richiesta è stata presa in considerazione, ma non c’è stata ancora nessuna risposta ufficiale. Mancano risposte sui tempi e sulle modalità per questo luogo di culto. Mancano risposte anche sul centro per pellegrini che si vorrebbe avere a Tarso.
D. – Quindi, in questo momento, il primo obiettivo è di rendere la chiesa di San Paolo, che era stata trasformata in museo, in un luogo dove poter celebrare la Santa Messa e svolgere le funzioni liturgiche in modo permanente…
R. – Sì, questa possibilità già esiste per tutto l’Anno Paolino. L’importante è sapere se terminato l’Anno Paolino poi la chiesa ritornerà nella sua dimensione di museo. Bisogna anche capire se rientreranno in vigore le precedenti clausole. Quindi, mentre apprezzo l’atteggiamento da parte delle autorità turche per quello che è stato fatto fino ad oggi, chiedo in nome della Conferenza episcopale turca che si faccia un ulteriore passo. Tarso rimane sempre la patria di San Paolo e non soltanto per quest’anno.
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