23 marzo 2008
Urbi et Orbi: appello del Papa per Africa, Medio Oriente e Tibet. Benedetto XVI: "Anche sotto la pioggia, rimane vero che il Signor è risorto"
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Il Pontefice ha elencato "le dolorose piaghe dell'umanità" che devono essere "lenite"
Ratzinger scherza con la pioggia: "La gioia sia con noi nonostante le circostanze"
Il Papa: "Cercare soluzioni di pace in Darfur, Terra Santa, Tibet"
Gli auguri in 63 lingue tra cui arabo e cinese. Benedetto XVI ha indossato simbolicamente il piviale e la mitra di Benedetto XV che attaccò il primo conflitto mondiale
CITTA' DEL VATICANO - La pace in Terra Santa, Darfur e Tibet, Africa e Medio-oriente. Più impegno contro i conflitti e contro le "dolorose piaghe dell'umanità".
Sfida la pioggia, il nero delle nuvole, alza la voce - che nel tempo ha addolcito certe durezze dell'intonazione - e scandisce bene la parole Papa Ratzinger durante il messaggio pasquale, il terzo del suo pontificato. "Quante volte le relazioni tra persona e persona, tra gruppo e gruppo, tra popolo e popolo, invece che dall'amore, sono segnate dall'egoismo, dall'ingiustizia, dall'odio, dalla violenza!" ammonisce il Pontefice davanti a una piazza San Pietro fitta di ombrelli e di fedeli arrivati numerosissimi nonostante il tempo, la pioggia e il freddo.
Un messaggio contro le guerre, quindi, ma anche contro l'egoismo, l'ingiustizia, l'odio, la violenza, "le piaghe dell'umanità" che delle guerre sono causa, effetto e ingredienti.
E il Papa sfida la pioggia. C'era molta attesa per il messaggio pasquale di Benedetto XVI: la cronaca fa arrivare da tutto il mondo segnali di guerra, di diritti umani calpestati, di vite spezzate, di fedeli violati.
E venerdì sera, durante la Via crucis, il Pontefice aveva rinunciato a portare la Croce nelle ultime stazioni. Ratzinger è apparso comunque in buona forma- ha 82 anni - e ha voluto esorcizzare la pioggia che da tre giorni cade senza sosta su Roma. "Preghiamo che la gioia sia presente tra di noi nonostante queste circostanze" ha detto parlando a braccio e portando gli occhi al cielo. "Anche queste tenebre - ha aggiunto indicando le nubi cariche di pioggia - oggi sono come luce". Causa maltempo, il Papa non ha letto il suo messaggio dalla loggia centrale della basilica ma dal sagrato vaticano dove aveva appena finito di celebrare la messa pasquale.
Soluzioni di pace. "Ricerchiamo soluzioni che salvaguardino il bene e la pace nelle regioni del pianeta tormentate da conflitti: il Darfur e la Somalia, il martoriato Medioriente, la Terra Santa, l'Iraq, il Libano e infine il Tibet". E' questo il cuore del messaggio pasquale del Pontefice prima di passare alla benedizione urbi et orbi . Ratzinger non usa solo le parole per condannare guerre e violenze. Stamani infatti ha indossato significativamente il piviale e la mitra del predecessore da cui ha preso il nome, Benedetto XV, il Pontefice dell'appello alle potenze mondiali contro "l'inutile strage" del primo conflitto mondiale. Un Papa per la pace nel mondo, quindi, fin dalla scelta del nome, a segnare la sua missione pontificia.
Anche la difficile situazione in Tibet, dopo l'appello finito nel vuoto di mercoledì scorso, torna nelle parole di Benedetto XVI. "Come non pensare in questo momento - ha aggiunto - in particolare, ad alcune regioni africane, quali il Darfur e la Somalia, al martoriato Medioriente, e specialmente alla Terrasanta, all'Iraq, al Libano, e infine al Tibet, regioni per le quali incoraggio la ricerca di soluzioni che salvaguardino il bene e la pace!".
"Le piaghe doloranti dell'umanità". Sono la violenza, l'egoismo, l'odio e sono "aperte e doloranti in ogni angolo del pianeta, anche se spesso ignorate e talvolta volutamente nascoste; piaghe che straziano anime e corpi di innumerevoli nostri fratelli e sorelle". Il Pontefice ha esortato a che esse vengano "lenite e guarite" anche dalla "solidarietà" di quanti, sulle orme e in nome di Gesù, "pongono gesti d'amore, si impegnano fattivamente per la giustizia e spargono intorno a sè segni luminosi di speranza nei luoghi insanguinati dai conflitti e dovunque la dignità della persona umana continua ad essere vilipesa e conculcata". "L'auspicio - ha aggiunto - è che proprio là si moltiplichino le testimonianze di mitezza e di perdono!"
Auguri in 63 lingue. La messa pasquale non aveva l'omelia proprio perchè seguita dalla benedizione "alla città e al mondo" dalla loggia centrale della basilica. Al fianco del Papa, durante la liturgia, saranno i cardinali diaconi Agostino Cacciavillan (nuovo cardinale protodiacono) e Giovanni Lajolo. Gli auguri sono stati pronunciati in 63 lingue tra cui arabo e cinese, l'arabo e l'ebraico, l'aramaico, il turco, il birmano, il vietnamita, il cambogiano, il romanes (idioma del popolo rom), il mongolo, l'esperanto e varie lingue africane.
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Sfida la pioggia, il nero delle nuvole, alza la voce - che nel tempo ha addolcito certe durezze dell'intonazione
Mah!
Ratzinger è apparso comunque in buona forma- ha 82 anni...
???
Dunque...il Papa e' nato il 16 aprile 1927...siamo nel 2008...2008 meno 1927? :-)
R.
Il pontefice: troppe le piaghe dell'umanità ancora aperte, i cristiani si impegnino a sanarle
Appello del Papa per Africa, MO e Tibet
Benedetto XVI: «Basta odio e egoismo, servono soluzioni che salvaguardino il bene e la pace»
CITTÀ DEL VATICANO - La ricerca di «soluzioni che salvaguardino il bene e la pace» nelle regioni del pianeta tormentate da conflitti, nelle quali include il Darfur e la Somalia, il «martoriato Medioriente», la Terra Santa, l'Iraq, il Libano, «e infine il Tibet». E' questo l'appello lanciato da papa Benedetto XVI nel corso del suo messaggio pasquale, da piazza San Pietro, seguito dalla benedizione «Urbi et orbi».
«PIAGHE DELL'UMANITA'» - «Quante volte le relazioni tra persona e persona, tra gruppo e gruppo, tra popolo e popolo, invece che dall'amore, sono segnate dall'egoismo, dall'ingiustizia, dall'odio, dalla violenza» ha sottolineato il pontefice invitando all'impegno dei cristiani in tutti i luoghi di conflitto e dovunque si manifestino le «piaghe dell'umanità». Secondo papa Ratzinger, queste piaghe sono «aperte e doloranti in ogni angolo del pianeta, anche se spesso ignorate e talvolta volutamente nascoste; piaghe che straziano anime e corpi di innumerevoli nostri fratelli e sorelle».
SOLIDARIETA' E GESTI D'AMORE - Il capo della chiesa cattolica ha esortato a che esse vengano «lenite e guarite» anche dalla «solidarietà» di quanti, sulle orme e in nome di Gesù, «pongono gesti d'amore, si impegnano fattivamente per la giustizia e spargono intorno a sè segni luminosi di speranza nei luoghi insanguinati dai conflitti e dovunque la dignità della persona umana continua ad essere vilipesa e conculcata». «L'auspicio - ha aggiunto - è che proprio là si moltiplichino le testimonianze di mitezza e di perdono».
IL MESSAGGIO DI CRISTO - A proposito dei significati della festa pasquale, Benedetto XVI, dinanzi a una Piazza San Pietro gremita di fedeli nonostante la pioggia scrosciante, ha affermato che «la morte e risurrezione del Verbo di Dio incarnato è un evento di amore insuperabile, è la vittoria dell'Amore che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte. Ha cambiato il corso della storia - ha proseguito -, infondendo un indelebile e rinnovato senso e valore alla vita dell'uomo».
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PASQUA/ PAPA: ANCHE SOTTO LA PIOGGIA NON PERDIAMO LA GIOIA
Messaggio Urbi et orbi, folla di fedeli sotto gli ombrelli
Città del Vaticano, 23 mar. (Apcom) - "Anche sotto la pioggia, rimane vero che il Signor è risorto!": lo ha detto il Papa all'inizio del messaggio pasquale Urbi et orbi, rivolgendosi ad una folla di pellegrini e fedeli che, raccolti sotto una distesa di ombrelli di tutti i colori, hanno assistito alla messa papale. "Preghiamo che la gioia sia presente con noi anche in queste circostanze", ha detto Benedetto XVI dal sagrato della basilica vaticana.
In migliaia a Piazza San Pietro sotto la pioggia per il Papa
Distesa di ombrelli colorati dei fedeli accorsi per la messa e la benedizione "Urbi et Orbi"
ROMA
Le migliaia di fedeli e pellegrini che hanno assistito alla messa di Pasqua del Papa a piazza San Pietro a mezzogiorno hanno fatto la comunione sotto una pioggia battente.
San Pietro si è trasformata in una distesa di ombrelli colorati per le migliaia fedeli accorsi a dispetto della pioggia sferzante. Un centinaio di sacerdoti con gli ombrelli neri si sono disposti in vari punti della piazza per distribuire l’eucaristia.
Diversi maxi schermi posti sui fianchi della basilica vaticana hanno permesso ai fedeli di seguire la messa in una piazza ornata di tulipani che quest’anno sono stati offerti dall’Olanda.
Il Papa ha indossato, per l’occasione, il piviale di Benedetto XV, il Pontefice della prima guerra mondiale da cui ha preso ispirazione al momento di scegliere il nome.
All’inizio della celebrazione il rito del «Resurrexit» con l’apertura dell’immagine del Risorto, icona realizzata sulla base del prototipo medievale. Poi il rito dell’aspersione, a ricordo del battesimo come atto penitenziale che introduce alla celebrazione dei santi misteri.
La messa non prevede omelia, proprio perchè seguita dalla benedizione «alla città e al mondo» dalla loggia centrale della basilica.
Al fianco del Papa, durante la liturgia, i cardinali diaconi Agostino Cacciavillan (nuovo cardinale protodiacono) e Giovanni Lajolo.
Dopo la celebrazione il messaggio pasquale del Pontefice, con gli auguri in diverse lingue, e la benedizione «Urbi et Orbi».
Concluse le "fatiche" della Settimana Santa, nel pomeriggio Benedetto XVI si trasferirà nella residenza di Castel Gandolfo per un breve periodo di riposo.
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