29 settembre 2008

Mons. Fisichella: «Il vero progresso? Una laicità positiva» (Paolini)


Vedi anche:

"Summorum Pontificum", un anno dopo: l'analisi di Don Pierangelo Rigon. «Rito in latino, una messa per tutti»

Intervista esclusiva di Andrea Tornielli a Mons. Georg Ratzinger: "Mio fratello Papa Ratzinger (che voleva fare l'imbianchino)"

Violenze anticattoliche in India e Africa (nel silenzio dei media occidentali)

Gendarmeria Vaticana in festa per il Santo Patrono Michele Arcangelo. Annunciato l'ingresso del Vaticano nell'Interpol (R.V.)

Un anno alla guida dell'Osservatore Romano: intervista con il prof. Vian (Radio Vaticana)

Benedetto XVI ricorda Papa Luciani, impareggiabile catechista

Benedetto XVI: "L’umiltà può essere considerata il testamento spirituale di Giovanni Paolo I. Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 28 settembre 2008)

Il programma della visita del Papa a Pompei (Il Mattino)

Riccardi: "Immigrati, il realismo della Chiesa" (La Stampa)

Roccella: "Sì al testamento biologico ma la volontà deve essere chiara". "Alimentazione ed idratazione non sono cure" (Pasolini)

Card. Bertone: Benedetto XVI non solo «occidentale» (Cardinale)

Il direttore della Caritas contro il giro di vite sugli immigrati. Vian: «Sono richiami bipartisan. I politici tirano la giacchetta» (Corriere)

«Il vero progresso? Una laicità positiva»

Il vescovo Fisichella: dimensione etica imprescindibile

DAL NOSTRO INVIATO A SIENA

DANILO PAOLINI

All’Italia serve un patriottismo nuovo, condivi­so, pienamente repubblicano e democratico, che vada oltre gli steccati della storia e i pre­giudizi ideologici. La necessità di declinare negli anni Duemila termini come «Patria», «Nazione» e «bene co­mune » è stata riaffermata nella seconda e ultima gior­nata di lavori del seminario organizzato a Siena dalla Fondazione Liberal di Ferdinando Adornato.
Al presi­dente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è stato conferito il Premio Liberal 2008 proprio per ciò che ha saputo e voluto fare per risvegliare negli italiani lo spirito di Patria e l’orgoglio nazionale.
Sentimenti che appartengono anche, se non soprattutto, ai cattolici, ha sottolineato nella sua prolusione monsignor Rino Fisi­chella, rettore dell’Università Lateranense e presidente della Pontificia Accademia per la Vita, oltre che cappel­lano di Montecitorio.
Il recente incontro di Parigi tra papa Benedetto XVI e il presidente francese Nicolas Sarkozy, ha ricordato Fisi­chella, ha riportato al centro del dibattito il tema della «laicità positiva», quella cioè che riconosce, per usare le parole del Pontefice, «la funzione insostituibile della re­ligione » nella vita di un popolo. Del resto, ha aggiunto il vescovo, «il vero progresso non è la rottura con il pas­sato ma il coerente sviluppo della propria cultura e del­la propria tradizione».
Cultura e tradizione che, in Ita­lia come in Europa, sono impregnate di Cristianesimo e di Cattolicesimo. Per Fisichella, che ha citato a riguar­do le pagine ancora attualissime di Toqueville, è fonda­mentale «l’apporto che il Cattolicesimo può offrire al mantenimento e allo sviluppo di una vera democra­zia ». Sbaglia perciò chi, in nome di una malintesa «lai­cità », vorrebbe cancellare la dimensione etica dalla le­gislazione.
Infatti «l’istanza etica è una conquista della ragione e dell’umanità, prima che una peculiarità del cattolicesimo»: non a caso era già contenuta nel diritto romano.
E gli stessi concetti di laicità e di democrazia «trovano nel Vangelo il loro ambiente naturale». Ma è evidente che la laicità dello Stato non può indurre i politici cat­tolici «a venir meno all’obbligo di coscienza» di fronte a leggi contrarie ai propri principi, altrimenti diventa «arduo pensare alla sopravvivenza dello Stato demo­cratico ». In definitiva, ha concluso Fisichella, «convie­ne rafforzare la ragione: gli uomini di fede non potran­no che rallegrarsene». Ciampi, da parte sua, si è detto convinto di aver soltan­to sollecitato quei sentimenti nazionali (elencati anche da Adornato, lungo un percorso ideale che da Mazzini conduce a De Gasperi e poi allo stesso Ciampi) già pre­senti nel cuore di tutti gli italiani, di qualsiasi fede reli­giosa e appartenenza politica o culturale.
L’ex-capo del­lo Stato ha espresso rammarico per la crisi demografi­ca in atto nel nostro Paese, perché - ha avvertito - «l’in­vecchiamento della popolazione porterà conseguenze sul sistema economico, previdenziale e sanitario che saranno gravi e di lungo periodo». Le poche nascite, ha detto ancora, denunciano «uno smarrimento della so­cietà civile in cui cresce e si alimenta la paura».
Aumenta così la sfiducia verso gli altri nei luoghi di la­voro e all’interno degli stessi nuclei familiari, l’aggressi­vità diventa l’atteggiamento prevalente: «È un proces­so pericoloso che va arrestato al più presto, le istituzio­ni devono creare le condizioni perché si riaffermi la fi­ducia », ha ammonito Ciampi, contento che nelle scuo­le si torni a studiare l’educazione civica e la Costituzio­ne repubblicana. Quest’ultima - ha assicurato - è «un te­sto ancora attuale, che con alcuni aggiustamenti può ben rispondere» all’odierna domanda di federalismo.
Anche l’ex-presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, chiamato a pronunciare una «laudatio» per Ciampi, ha osservato come «Patria, Nazione e bene co­mune siano oggi parole vive e non retoriche, garanzie della nostra identità e presupposto per la rinascita del­­l’Italia da una deriva che è morale, prima che politica». L’ancora di salvezza, secondo il leader dell’Udc, sono «la Carta costituzionale e le nostre radici», la nostra i­denttà di cui - ha osservato - «la fede cristiana è un con­notato essenziale».

© Copyright Avvenire, 28 settembre 2008

Nessun commento: